Le perline di gusci di uova di struzzo rivelano un social network di 50.000 anni fa in tutta l’Africa

Un’antica connessione tra popolazioni che vivevano a 3.000 km di distanza e il primo collegamento diretto tra il cambiamento climatico e l'antico comportamento sociale umano

[28 Dicembre 2021]

Gli esseri umani sono creature sociali, ma si sa poco su quando, come e perché diverse popolazioni in passato hanno stabilito collegamenti tra loro. Jennifer Miller e  Yiming Wang del Max-Planck-Institut für Menschheitsgeschichte sono convinte che «Rispondere a queste domande è fondamentale per interpretare la diversità biologica e culturale che vediamo oggi nelle popolazioni umane». Il DNA è un potente strumento per studiare le interazioni genetiche tra le popolazioni, ma non può rivelare gli scambi culturali avvenuti all’interno di questi antichi incontri.  Per  far luce su antichi social network umani, le due scienziate hanno lavorato insieme allo studio “Ostrich eggshell beads reveal 50,000-year-old social network in Africa”, pubblicato recentemente su Nature che si basa su una fonte di informazioni inaspettata: le perline di gusci d’uova di struzzo.

Su Nature , i ricercatori la Miller e la Wang ricostruiscono 50.000 anni di connessione e isolamento delle popolazioni determinati dal cambiamento dei modelli della pioggia nell’Africa meridionale e orientale.

Al Max-Planck-Institut für Menschheitsgeschichte  fanno notare che «Le perle di guscio d’uovo di struzzo (OES) sono manufatti ideali per comprendere le antiche relazioni sociali. Sono gli ornamenti completamente fabbricati più antichi del mondo, il che significa che invece di fare affidamento sulla dimensione o sulla forma naturale di un oggetto, gli esseri umani hanno completamente trasformato i gusci per produrre perline. Questa ampia modellatura crea grandi opportunità per variazioni di stile. Poiché culture diverse hanno prodotto perline di stili diversi, gli accessori preistorici forniscono ai ricercatori un modo per tracciare le connessioni culturali».

La Miller aggiunge: «E’ come seguire una scia di briciole di pane. Le perle sono indizi, sparsi nel tempo e nello spazio, che aspettano solo di essere notati».

Per cercare i segni di connettività tra le popolazioni umane Miller e Wang hanno assemblato il più grande database di perle di gusci d’uova di struzzo di sempre che include dati provenienti da più di 1500 singole perle rinvenute in 31 siti dell’Africa meridionale e orientale, e che abbracciano un periodo di 50.000 anni. La raccolta di questi dati è stata un processo faticosamente lento che ha richiesto più di un decennio.

Confrontando le caratteristiche delle perline OES, come il diametro totale, il diametro del foro e lo spessore del guscio, Miller e Wang hanno scoperto che «Tra 50.000 e 33.000 anni fa, le persone nell’Africa orientale e meridionale usavano perline OES quasi identiche». La scoperta suggerisce che un tempo un social network a lunga distanza, esteso più di 3.000 km, collegava gli esseri umani delle due regioni e la Wang fa notare che «Il risultato è sorprendente, ma lo schema è chiaro. Nei 50.000 anni che abbiamo esaminato, questo è l’unico periodo di tempo in cui le caratteristiche delle perle sono le stesse».

Questo collegamento est-sud di 50- 33.000 anni fa è il più antico social network mai identificato e coincide con un periodo particolarmente piovoso nell’Africa orientale. Ma questa rete regionale sembra scomparire 33.000 anni fa, probabilmente a causa di un importante cambiamento climatico globale. Infatti, più o meno nello stesso periodo in cui la rete sociale saltò, l’Africa orientale registrò una drastica riduzione delle precipitazioni mentre la fascia delle piogge tropicali si spostò verso sud. La pioggia aumentò nella vasta area che collega l’Africa orientale e meridionale (il bacino idrografico del fiume Zambesi), inondando periodicamente gli argini dei fiumi e forse creando una barriera geografica che ha interruppe le reti sociali regionali.

La Wang evidenzia che «Attraverso questa combinazione di proxy paleoambientali, modelli climatici e dati archeologici, possiamo vedere la connessione tra cambiamento climatico e comportamento culturale».

Insieme, i risultati di questo affascinante studio  documentano una storia lunga 50.000 anni sui legami umani e sui drammatici cambiamenti climatici che hanno separato le persone. I dati forniscono anche nuove informazioni sulle variabili strategie sociali tra l’Africa orientale e meridionale, documentando diverse traiettorie di utilizzo delle perline nel tempo. «Queste risposte regionali  – dicono le ricercatrici – evidenziano la flessibilità del comportamento umano e dimostrano che esiste più di una strada per il successo della nostra specie».

La Miller conclude: «Queste minuscole perle hanno il potere di rivelare grandi storie sul nostro passato. Incoraggiamo altri ricercatori a costruire su questo database e a continuare a esplorare le prove per la connessione culturale in nuove regioni».