Iss: per (quasi) tutti i casi italiani l’infezione da coronavirus è avvenuta in Italia, non all’estero

«Ad eccezione dei primi tre casi con storia di viaggio in Cina ed un caso possibilmente esposto in Iran, nessun caso notificato ha riportato una storia di viaggio in paesi con trasmissione sostenuta da SARS-CoV-2 durante il periodo di incubazione di 14 gg»

[11 Marzo 2020]

Integrando i dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle Regioni e Provincie Autonome e dal Laboratorio nazionale di riferimento per Sars-Cov-2 dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato un primo report utile per capire la catena di trasmissione del coronavirus.

«L’indagine epidemiologica – spiega l’Iss – suggerisce che la trasmissione dell’infezione sia avvenuta in Italia per tutti i casi, ad eccezione dei primi tre casi segnalati dalla regione Lazio che si sono verosimilmente infettati in Cina; è stato poi segnalata dalla regione Lombardia una persona di nazionalità iraniana, tuttavia non è stato indicato dove possa essere avvenuto il contagio che si è verosimilmente infettato in Iran».

Attualmente non è possibile ricostruire per tutti i pazienti la catena di trasmissione dell’infezione, ma «la maggior parte dei casi segnalati in Italia riportano un collegamento epidemiologico con altri casi diagnosticati in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, le zone più colpite dall’epidemia». Secondo i dati aggiornati ieri sera dalla Protezione civile, infatti al momento 8.514 persone risultano positive al coronavirus Sars-Cov-2, di cui 4.427 in Lombardia, 1.417 in Emilia-Romagna e 783 in Veneto; 631 invece i decessi su suolo nazionale, e 1004 le persone guarite.

Nel documento elaborato dall’Iss, basato sulla situazione alle ore 10 del 9 marzo 2020, lo stato clinico è disponibile solo per 2.539 casi, di cui 518 (9,8%) asintomatici, 270 (5,1%) pauci-sintomatici, 1.622 (30,7%) con sintomi per cui non viene specificato il livello di gravità, 1.593 (30,1%) con sintomi lievi, 297 (5,6%) con sintomi severi, 985 (18,6%) critici. Il 21% dei casi risulta ospedalizzato, e tra quelli di cui si conosce il reparto di ricovero (1.545) il 12% risulta in terapia intensiva. L’età mediana è di 69 anni (0-18 anni: 0%; 19-50 anni: 10%; 51-70 anni: 46%; >70 anni: 44%).

«L’indagine – ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – rileva una percentuale significativa di casi sotto i 30 anni, un dato che conferma quanto questa fascia di età sia cruciale nella trasmissione del virus».