Il progetto Sentinel al via alle Svalbard, per salvare la memoria del ghiaccio dalla crisi climatica

Barbante: «Vogliamo recuperare e preservare, per le future generazioni di scienziati, questi straordinari archivi del clima prima che tutte le informazioni che contengono vadano perdute»

[3 Aprile 2023]

La crisi climatica in corso ha innalzato la temperatura media globale di +1,1°C rispetto all’era pre-industriale, ma questo è appunto un dato medio. Nell’Artico, e in particolare alle isole Svalbard, si stima che la temperatura sia aumentata di 4-5°C solo nell’ultimo mezzo secolo.

Una dinamica che non mette solo a rischio l’ecosistema locale, ma anche la possibilità di attingere ai dati climatici racchiusi nel ghiaccio. Per questo un gruppo internazionale di scienziati ha raggiunto il 1° aprile 2023 il ghiacciaio Holtedahlfonna, nell’arcipelago delle Svalbard.

L’obiettivo scientifico è raccogliere due carote di ghiaccio di 125 metri ciascuna, per comprendere meglio il fenomeno della ‘amplificazione artica’ ovvero del fenomeno dovuto alla riduzione della copertura del ghiaccio marino che ha tra le sue conseguenze il riscaldamento dell’oceano.

La spedizione è guidata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e coinvolge scienziati del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs), dell’Istituto polare norvegese, dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Università̀ degli Studi di Perugia.

«I ghiacciai alle alte latitudini, come quelli dell’Artico, hanno iniziato a fondersi ad un ritmo elevato. Vogliamo recuperare e preservare, per le future generazioni di scienziati, questi straordinari archivi del clima del nostro Pianeta prima che tutte le informazioni che contengono vadano completamente perdute», spiega Carlo Barbante, paleoclimatologo, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e vicepresidente della Ice Memory Foundation.

Una delle carote di ghiaccio di Holtedahlfonna venga conservata in una grotta di neve dedicata presso la Stazione franco-italiana Concordia in Antartide entro il 2024-2025. Gestito congiuntamente dall’Istituto polare francese e dal Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra), tale archivio consentirà di conservare naturalmente le carote di ghiaccio a -50°C. Garantirà la conservazione a lungo termine, proteggendo così i preziosi campioni dai rischi di interruzione della refrigerazione che potrebbero accadere se venissero stoccati nei congelatori commerciali in Europa (ad esempio, problemi tecnici, crisi economica ed energetica, conflitti, ecc).

Grazie alla collaborazione con la Ice Memory Foundation, la seconda carota di ghiaccio sarà conservata per i secoli a venire nell’apposito “Ice Memory Sanctuary” in Antartide. Le future generazioni di scienziati avranno così accesso a una carota di ghiaccio di alta qualità per studiare il clima passato del nostro pianeta e anticipare i cambiamenti futuri, anche molto tempo dopo la scomparsa dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale.