Antartide: il parto dell’iceberg gigante della piattaforma di ghiaccio di Brunt

E’ grande quanto la Provincia di Asti. BAS questa volta non è colpa del cambiamento climatico

[24 Gennaio 2023]

Domenica 22 gennaio tra le 19:00 e le 20:00, durante una marea primaverile, un enorme iceberg  di circa 1550 km2, più o meno la superficie della Provincia di Asti o della Great London, si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Brunt spessa 150 metri e che scorre a una velocità fino a 2 km all’anno a ovest verso il mare dove, a intervalli irregolari, si staccano degli iceberg.

L’iceberg gigantesco è stato definivamente partorito dal Brunt Ice Shelf  dopo che le crepe che si  erano sviluppate naturalmente negli ultimi anni si sono estese su tutta la piattaforma di ghiaccio.

Infatti, come spiegano al British Antarctic Survey (BAS), «L’iceberg si è staccato quando la crepa nota come Chasm-1 si è estesa completamente attraverso la piattaforma di ghiaccio». La frattura è il secondo grande parto avvenuto in quest’area negli ultimi due anni ed è avvenuto un decennio dopo che gli scienziati del BAS avevano rilevato per la prima volta la crescita di vaste crepe nel ghiaccio».

Sul Brunt Ice Shelf  sorge la a BAS Halley Research Station V,  una piattaforma di importanza internazionale per l’osservazione meteorologica atmosferica e spaziale in una zona sensibile al clima. Nel 2013, la stazione ha ottenuto lo status di stazione globale Global Atmosphere Watch (GAW) della World Meteorological Organization (WMO), diventando la 29esimsa al mondo e la terza in Antartide.   Le misurazioni dell’ozono che sono state effettuate ininterrottamente ad Halley dal 1956 hanno portato alla scoperta del buco dell’ozono nel 1985 e, da allora, al suo lento progresso verso il recupero. Il monitoraggio meteorologico satellitare intrapreso ad Halley contribuisce al lavoro dello Space Environment Impacts Expert Group che fornisce consulenza al governo del Regno Unito sull’impatto della meteorologia spaziale sulle infrastrutture e le imprese del Regno Unito.

La stazione di ricerca Halley VI è rimasta disabitata negli ultimi sei inverni a causa della complessa e imprevedibile situazione glaciologica.  I glaciologi britannici che hanno monitorato il comportamento della piattaforma di ghiaccio assicurano che «L’area della piattaforma di ghiaccio in cui si trova la stazione di ricerca attualmente non è stata influenzata dai recenti eventi di distacco» e sottolineano che «La struttura glaciologica del Brunt Ice Shelf è complessa e l’impatto degli eventi del parto è imprevedibile».

Nel 2012, il monitoraggio satellitare aveva rivelato i primi segni di cambiamento in un baratro (Chasm-1) rimasto dormiente per almeno 35 anni. Questo cambiamento ha avuto implicazioni per il funzionamento della stazione di ricerca Halley VI. Nella stagione sul campo 2015-16, i glaciologi hanno utilizzato le tecnologie radar che penetrano nel ghiaccio per ottenere immagini satellitari “ground truth” e per calcolare il percorso e la velocità più probabili di Chasm 1 che dal 2015 è continuato ad estendersi e che nel dicembre 2022 si è esteso su tutta l’intera piattaforma di ghiaccio, cosa che segna l’inizio dell’evento di parto di un iceberg. Alla fine del 2020 un’altra nuova crepa era apparsa più a nord e un iceberg (ora noto come A74) si è distaccato nel febbraio 2021. Questo iceberg si è ora allontanato dalla piattaforma di ghiaccio di Brunt nel mare di Weddell.

Nell’ottobre 2016, una nuova crepa nota come Halloween Crack è stata rilevata a circa 17 km a nord della stazione di ricerca lungo il percorso a volte utilizzato per rifornire Halley. Per questo, nel 2016 il BAS ha trasferito per precauzione la stazione di ricerca Halley a 23 km nell’entroterra, lontano dalla crepa di Chasm-1, dopo che ha iniziato ad allargarsi.  Durante la stagione estiva antartica 2016-17 (novembre-marzo), in previsione del parto, gli 8 moduli della stazione sono stati disaccoppiati e trasportati con un trattore in un luogo più sicuro a monte dalla l crepa-1.   Durante l’estate 2018-19, BAS ha installato un sistema autonomo di generazione e gestione dell’energia – progetto Halley Automation – che fornisce energia a una suite di strumenti scientifici anche in assenza di personale presso la stazione. Questo sistema si è dimostrato efficace nel superare più di otto mesi di oscurità, freddo estremo, venti forti e neve che soffia e fornire dati importanti al Regno Unito.   Dal 2017, il personale è stato schierato alla stazione solo durante l’estate antartica (tra novembre e marzo). Attualmente, alla BAS Halley Research Station 21 ricercatori e tecnici sono per manutenere in funzione gli alimentatori e le strutture che mantengono gli esperimenti scientifici operativi da remoto durante l’inverno. Il loro lavoro continuerà fino a quando non saranno recuperati dagli aerei intorno al 6 febbraio.

La direttrice del Bas Dame Jane Francis, sottolinea che «I nostri glaciologi e team operativi hanno anticipato questo evento. Le misurazioni della piattaforma di ghiaccio vengono effettuate più volte al giorno utilizzando una rete automatizzata di strumenti GPS ad alta precisione che circondano la stazione. Questi misurano la deformazione e il movimento della piattaforma di ghiaccio e vengono confrontati con le immagini satellitari dell’ESA, della NASA e del satellite tedesco TerraSAR-X. Tutti i dati vengono inviati a Cambridge per l’analisi, quindi sappiamo cosa sta succedendo anche nell’inverno antartico: quando non c’è personale sulla stazione, è buio per 24 ore e la temperatura scende sotto i meno 50 gradi Centigradi».

Il glaciologo del Bas Dominic Hodgson aggiunge: «“Questo evento di parto era previsto e fa parte del comportamento naturale della Brunt Ice Shelf. Non è legato al cambiamento climatico. I nostri team scientifici e operativi continuano a monitorare la piattaforma di ghiaccio in tempo reale per garantire che sia sicura e per mantenere la consegna dei dati scientifici che rileviamo ad Halley».

I cambiamenti nel Brunt Ice Shelf sono un processo naturale. Non vi è alcun collegamento con i rapidi eventi di distacco osservati sulla piattaforma di ghiaccio Larsen C, che aveva un’estesa acqua di fusione superficiale al momento del suo crollo, e nessuna prova che il cambiamento climatico abbia svolto un ruolo significativo.

Il nuovo iceberg si è formato lungo la linea di Chasm-1 ed è leggermente più grande di A74. È probabile che segua il percorso di A74 nella corrente costiera antartica e i glaciologi BAS seguiranno il suo movimento. Gli verrà dato un nome dal National Ice Center Usa.

La piattaforma di ghiaccio Brunt è probabilmente la piattaforma di ghiaccio più attentamente monitorata sulla Terra. Una rete di 16 strumenti GPS misura la deformazione del ghiaccio e la riporta su base oraria. Le immagini satellitari dell’Agenzia spaziale europea ( Sentinel 2 ), TerraSAR-X, le immagini satellitari Worldview della NASA , le immagini Landsat 8 Usa, un ground penetrating radar e le riprese dei droni in loco sono state fondamentali nel fornire la base per un allarme tempestivo sulle modifiche alla Brunt Ice Shelf. Questi dati hanno fornito ai team scientifici diversi modi per misurare le crepe con altissima precisione. Inoltre, gli scienziati hanno utilizzato modelli computerizzati e mappe batimetriche per prevedere quanto fosse vicino il parto dell’icebeg.