Africa, quale ruolo dell’agricoltura per la transizione ecologica?

L’Associazione italiana economisti ambientali si confronta sulle sfide che lo sviluppo sostenibile pone nel continente, in prima linea di fronte alla crisi climatica

[24 Settembre 2021]

Il continente africano è una delle aree al mondo che subirà maggiormente gli effetti del cambiamento climatico sia in termini socioeconomici sia ambientali. La crescita della popolazione, la fragilità degli ecosistemi e le grandi disuguaglianze sociali rappresentano solo alcune delle principali sfide che molti paesi africani dovranno affrontare a breve.

Durante la conferenza annuale della Società italiana di economia agraria (Sidea), tenutasi recentemente a Bologna, si è parlato anche di Africa. Nella sessione organizzata dall’Associazione italiana economisti ambientali (Iaere) e denominata “African agricultural sustainable development and its ecological transition”, diversi economisti e scienziati sociali si sono confrontati in modo trasversale sullo sviluppo agricolo africano presentando alcune ricerche sul tema della transizione ecologica africana e il settore agricolo del continente.

Nello specifico sono stati presentati due lavori di ricerca sull’Uganda, che in Africa subsahariana è trai paesi più colpiti dagli attuali cambiamenti climatici e dalla variabilità metereologica sia in termini sociali sia in termini produttivi.

Il primo, realizzato da Sabrina Auci, Laura Castellucci e Manuela Coromaldi, è focalizzato sui fattori determinanti e le caratteristiche socio-demografiche che influenzano le decisioni degli agricoltori nell’adottare pratiche climate-smart e come queste tecnologie impattino sul reddito e sul consumo degli stessi agricoltori. Le ricercatrici hanno evidenziato anche come tali tecnologie possano migliorare l’efficienza produttiva migliorando sia le condizioni economiche sia alimentari degli agricoltori familiari.

Il secondo articolo con focus sull’Uganda è stato realizzato Manuela Coromaldi, Alessio D’Amato e Loredana Mirra, che si sono invece focalizzati sull’abbandono dei bambini, fenomeno rilevante in tutto il mondo, ma è particolarmente diffuso nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo anche a causa di condizioni di reddito familiare negative collegate alla riduzione dei raccolti agricola a causa di shock climatici.

Gli eventi meteorologici intensi e imprevisti possono essere causa di perdite di raccolti e delle fonti di sussistenza familiare portando a drastiche decisioni per la sopravvivenza del nucleo come l’abbandono dei membri sotto i sedici anni. Lo studio realizzato evidenzia come i cambiamenti climatici siano effettivamente un fattore causale di abbandono e che tale pratica venga utilizzata da alcune famiglie in caso di estrema necessità successivamente a periodi di estrema siccità o inondazioni.

Il gruppo di ricerca del Politecnico di Torino, composto da Elena Vallino, Luca Ridolfi, Francesco Laio, ha presentato uno studio realizzato sulla scarsità economica dell’acqua applicata ai paesi africani unendo i concetti di virtual water trade e di gestione integrata delle risorse idriche sviluppato dalle Nazioni Unite. In tale modo il gruppo di ricerca è riuscito ad identificare quali paesi africani soffrano effettivamente di una ridotta disponibilità di risorse idriche non per cause fisiche ma economiche. Ciò ha evidenziato come alcuni paesi siano nella condizione paradossale di scarsità idrica nonostante siano dotati di buona disponibilità di acqua accessibile sul proprio territorio (è stato evidenziato come il Congo possa essere un esempio).

In fine il gruppo di ricerca del centro Seeds, composto da Susanna Mancinelli, Massimiliano Mazzanti, Andrea Pronti, Luca Crudeli, ha presentato le loro ricerche sugli aspetti sociali e culturali che influenzano l’adozione e la diffusione delle innovazioni, come i processi di apprendimento tra pari, le reti sociali, i processi di imitazione e le norme condivise. La presentazione è stata incentrata sul concetto di “good farmer” come figura idealistica che guida le decisioni condivise all’interno delle comunità rurali allo scopo di identificare schemi e regole sociali peculiari tali da guidare la diffusione di modelli di sviluppo locale incentrati su un approccio “bottom-up”.

Il dibattito sul ruolo dell’agricoltura nello sviluppo e nella transizione ecologica africana è ancora poco presente nel mondo accademico, nonostante esso sia cruciale non solo per l’Africa, ma per il mondo intero specialmente per l’Europa mediterranea. Dopo questo incontro si spera che altri momenti di condivisione e collaborazione si aprano nel mondo della ricerca allo scopo di partecipare attivamente alle sfide del continente e per contribuire ad uno sviluppo equo e sostenibile dell’Africa.