Riparte Pasturs, per la convivenza tra pastori, orso e lupo nelle Orobie Bergamasche

30 volontari in 10 alpeggi per il progetto gestito da Eliante, giunto alla quinta edizione

[24 Giugno 2020]

Pasturs, il progetto pensato per rendere possibile la convivenza fra i grandi predatori (Orso e Lupo) e le attività zootecniche sulle Orobie bergamasche, riparte in sicurezza adeguandosi alle nuove norme imposte dal Covid-19. A luglio e agosto, 30 volontari selezionati e adeguatamente formati si trasferiranno in 10 alpeggi per affiancare i pastori nelle loro attività quotidiane di gestione e protezione delle greggi.

Gli organizzatori ricordano che «Orso e Lupo sono specie che transitano nel territorio delle Orobie bergamasche da una decina di anni ed esemplari di tali specie hanno avuto nei mesi del lockdown un’ulteriore visibilità nel nostro Paese per diverse vicende di cronaca, che spesso hanno stigmatizzato la pericolosità di questi animali.

Orso e Lupo sono specie protette. Esse sono infatti una componente preziosa degli ecosistemi in cui sono presenti, e una parte importante della nostra storia e cultura: proprio per questo motivo entrambe le specie godono di una elevata tutela a livello europeo (Direttiva Habitat) e italiano. Sono pericolosi per l’uomo? Né il lupo né l’orso ci identificano come una possibile preda, quanto piuttosto come una minaccia da cui allontanarsi, di norma, il più rapidamente possibile. Si tratta tuttavia di animali selvatici che, come tali, possono divenire potenziali pericoli se impauriti per l’incolumità propria o dei propri cuccioli.

La Cooperativa Eliante Onlus, che da anni  – insieme a Coldiretti Bergamo, Parco delle Orobie Bergamasche, Wwf e con la collaborazione di Regione Lombardia nell’ambito dei progetti LIFE “Natura che Vale” e Life EuroLargeCarnivores – realizza proprio sulle Orobie il progetto Pasturs, è convinta che un’efficace convivenza fra i grandi predatori e le attività umane è realmente possibile e il suo presidente, Mauro Belardi, sottolinea che «Obiettivo di Pasturs è ridurre le difficoltà per le attività zootecniche locali derivanti dalle possibili incursioni dei grandi predatori promuovendo la coesistenza fra questi e l’uomo che gestisce operativamente il progetto – Un’attività che parte dall’ascolto dei soggetti interessati, i pastori principalmente, e propone soluzioni costruite insieme alle persone coinvolte e non calate dall’alto. Grazie ad un approccio antropologico e da scienze sociali lavoriamo, fin dall’inizio di Pasturs e insieme ai partner del progetto, tenendo conto delle culture locali e di come queste ultime si pongono rispetto ai fenomeni come quello della presenza dei predatori».

Ma per una reale convivenza, che tuteli le persone e gli animali, è necessario preparare la comunità dei pastori ad affrontare in maniera resiliente l’arrivo dei grandi predatori nel loro territorio.

Marco Galaverni, direttore scientifico del Wwf  evidenzoa che «La salvaguardia della biodiversità porta vantaggi a tutti –Questo progetto migliora il rapporto di reciproca fiducia tra chi lavora per la conservazione della natura e il mondo dell’allevamento. Pasturs mostra concretamente come sia possibile creare un circolo virtuoso che da una parte riduce il rischio di estinzione di specie protette e dall’altra migliora la qualità del lavoro di chi sulle Orobie da decenni porta avanti la propria attività zootecnica, spesso con effetti benefici sulla stessa biodiversità. Il WWF Italia si avvarrà della collaborazione della sede locale Wwf Bergamo – Brescia, da anni partner di progetto»

Oltre ai pastori delle Orobie, Protagonisti del progetto Pasturs sono  giovani volontari maggiorenni che, adeguatamente formati, vivono per un certo periodo negli alpeggi con i pastori stessi, per aiutarli ad adottare misure efficaci di protezione delle greggi, quali ad esempio la sorveglianza diretta delle greggi stesse, l’utilizzo cani da guardiania addestrati per lo specifico compito, l’installazione di ricoveri notturni o di recinzioni elettrificate mobili, che permettono lo spostamento frequente delle pecore.

I volontari lavorano anche con i turisti presenti nell’area, raccontando il progetto e sensibilizzando ad un comportamento corretto nei confronti delle attività di alpeggio. Il progetto Pasturs contribuisce quindi a uno sviluppo più sostenibile del “sistema montagna” e ad incentivare forme di marketing territoriale, con attività di eco-turismo o con lo sviluppo di prodotti quali formaggi e insaccati prodotti dai pastori stessi.

Fra i tanti alpeggi coinvolti nell’edizione 2020 ci sono Alpe Vodala, Alpe Fontana Mora, Alpe Neel, Alpe Manina, Alpe Fles, Alpe Zo, Alpe Grabiasca, Alpe Venano.

Dal 2016 il Progetto Pasturs ha coinvolto 10 alpeggi che gestiscono circa 8.000 pecore, e circa 200 volontari.

Un volontario che ha già partecipato al progetto racconta: «Ho un ricordo bellissimo di questa esperienza Le giornate iniziavano al mattino presto, il recinto si trovava a un’ora di cammino dalla baita e andavamo lì due volte al giorno per fare pascolare le pecore e per controllarle. Ho anche assistito al parto gemellare di una pecora: non lo dimenticherà mai. È stato un modo coinvolgente e stimolante per conoscere il mondo della pastorizia da vicino, per andare oltre ciò che avevo appreso nei libri di scuola e per confrontarmi con le difficoltà quotidiane di chi svolge questa professione. E tra le difficoltà più sentite c’è sicuramente quella dei grandi predatori, tema chiave di Pasturs.  Sono convinto, infatti, che questo progetto vada nella giusta direzione, poiché spinge volontari e allevatori al confronto per capire come meglio favorire una pacifica convivenza. Per essere d’aiuto, insomma, sia pastori che, al tempo stesso, a lupi e orsi».

Pasturs si inserisce nel progetto EuroLargeCarnivores, finanziato nell’ambito del bando Life Governance and Information della Unione Europea, che comprende 17 partners europei provenienti da 16 paesi ed ha come capofila WWF Germania. Eliante è l’unica organizzazione italiana partner del progetto.

Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Bergamo, aggiunge: «Proseguiamo con convinzione nel sostenere il progetto Pasturs perché la continuità di tali esperienze è importante per produrre il cambiamento culturale necessario alla tutela sia dell’ambiente che delle necessità degli operatori agricoli sullo stesso territorio».

Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie Bergamasche, conclude: «CI fa molto piacere che anche in questo difficile anno Pasturs riesca a ripartire. Vivere il nostro territorio con consapevolezza può senz’altro aiutare chi partecipa al progetto a recuperare un prezioso contatto con la natura e d’altra parte l’aiuto dei volontari di Pasturs è sempre importante per la valorizzazione delle nostre aree ricche e generose».