Una nave tedesca ha cercato di scaricare 25 tonnellate di rifiuti di plastica in Senegal

Greenpeace Africa: «L'Africa non è una discarica e non può più essere in balia degli interessi delle multinazionali»

[21 Maggio 2021]

Il 17 maggio, la dogana del Senegal ha beccato la nave tedesca Hansa Neuburg, di Hapag-Lloyd, il quinto armatore al mondo, mentre tentava di scaricare illegalmente nel porto di Dakar 25 container contenenti 5 tonnellate di rifiuti di plastica. di Hapag-Lloyd ha accettato di pagare una multa di 2 miliardi di franchi CFA e di riportare in Germania i 25 container zeppi di rifiuti.

Nel 2019, i rifiuti di plastica sono stati classificati come sostanze pericolose (che includono i rifiuti elettronici e nucleari), il cui commercio internazionale è limitato dalla  Convenzione di Basilea. Nel 2020, nel tentativo di affrontare la sua crescente crisi della plastica, il governo del Senegal ha vietato diversi articoli di plastica monouso, comprese le buste e le tazze da caffè usa e getta in plastica.

Durissimo il commento di Le Consommateur: «Happag è una delle società bidone che non rispettano le nostre autorità come il Ministero degli affari marittimi e il Port autonome. Come altre compagnie come Msc, CMA, strappano tutte le ordinanze emesse e firmate dalle nostre rispettose ma troppo deboli autorità. Tutti i compromessi fatti con queste compagnie durante lo sciopero dei trasportatori e convalidati dai ministri dei trasporti, degli affari marittimi e del commercio non sono stati rispettati. Questi sono teppisti che pensano solo ad arricchirsi a spese dei senegalesi. Il Presidente deve guardarsi da queste persone che, oltre a voler recuperare i trasporti di container che sono in mano ai senegalesi, effettuano fatturazioni e spese false che invece sono sostenute dai consumatori senegalesi»

Secondo The Guardian, nel solo 2019 gli Stati Uniti hanno scaricato 1 miliardo di tonnellate di plastica in Senegal.

Awa Traoré, oceans campaigner di Greenpeace Africa Oceans, ha commentato: «E’ scoraggiante vedere che i Paesi del Nord del mondo non rispettano le leggi in vigore che elaborano collettivamente e votano, per non parlare delle leggi dei nostri Paesi, che servono a proteggere la nostra gente. Riconoscono la nostra sovranità solo quando gli fa comodo e, quando non è così, torniamo rapidamente a essere le terre desolate nelle quali  hanno cercato di trasformarci per secoli.

Traoré  ricorda il rapporto “Neglected: Environmental Justice Impacts of Plastic Pollution”, pubblicato a fine marzo dall’United Nations environment programme (Unep), che rivela come l’inquinamento da plastica abbia un impatto sproporzionato sui gruppi minoritari, sulle comunità emarginate e sui Paesi poveri: «Ha scoperto che queste comunità hanno sperimentato alti tassi di ingiustizia ambientale, mentre in genere contribuiscono in misura minima alla distruzione ambientale. L’Africa non è una discarica e non può più essere in balia degli interessi delle multinazionali. Loro fanno greenwashng, facendo credere al mondo che gli imballaggi di plastica possono essere sostenibili, e poi finiscono sulle nostre coste. Il governo senegalese ha stabilito un buon precedente imponendo una multa così pesante, speriamo che lo seguiranno altri governi africani che si trovano ad affrontare lo stesso problema».