Sprechiamo circa 65 kg di cibo pro capite l’anno, ancora troppo ma siamo sulla strada giusta

Fondazione Barilla: nell’Ue lo spreco alimentare costa 143 miliardi di euro e rappresenta il 6% delle emissioni di gas serra

[5 Febbraio 2021]

Secondo il Food Sustainability Index, realizzato da Fondazione Barilla in collaborazione con The Economist Intelligence Unit, che utilizza una metodologia in grado di rendere comparabili i dati a livello mondiale, «Fare una lista dei cibi da comprare prima di andare a fare la spesa. Pianificare i pasti e capire quali ingredienti abbiamo e quali dovremmo acquistare. Disporre gli alimenti in ordine di scadenza in modo da utilizzare per primi quelli più “vecchi”. Consumare gli avanzi. Sono alcuni dei consigli “anti-spreco” che buona parte degli italiani ha messo in pratica durante il lockdown, un periodo che, se pure nella sua drammaticità, ha visto anche il diffondersi di buone pratiche nella gestione del cibo a livello domestico».

Ma, in occasione dell’ottava giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, la Fondazione Barilla ricorda che secondo il rapporto “L’Italia e il cibo”, «Ancora oggi, ogni italiano genera circa 65 kg di rifiuti alimentari l’anno». e dall’Index emerge che «Rispetto alla media europea di 58kg all’anno, gli italiani generano ancora una quantità piuttosto alta di sprechi alimentari».

Però, Fondazione Barilla ritiene che «Le buone pratiche introdotte durante il lockdown abbiano avviato un miglioramento e stima che mantenerle nel tempo possa portare a ridurre significativamente lo spreco nel nostro Paese in modo sistemico». L’Osservatorio Waste Watcher dice che «Questo garantirebbe un beneficio in termini ambientali, ma anche economici, visto che, secondo ricerche recenti, lo spreco nel nostro Paese ha un costo rilevante: vale circa 10 miliardi di euro, ovvero quasi 5 euro a famiglia alla settimana (260 euro l’anno)».

Tra i dati analizzati da “L’Italia e il cibo” emerge anche un’altra nota positiva: «Le perdite alimentari lungo la filiera di produzione, dalla fase post-raccolta fino alla trasformazione industriale, corrispondono al 2% del totale di cibo prodotto.

Marta Antonelli, direttrice della ricerca di Fondazione Barilla ricorda che « Secondo un recente studio (“Estimates of European food waste levels”) il 53% dei rifiuti è attribuibile ai consumi domestici: sprechiamo principalmente verdura, frutta e cereali. I dati disponibili che abbiamo analizzato e messo a sistema, però, parlano di un’Italia che sta facendo passi incoraggianti nella lotta allo spreco. Ci mostrano che quanto fatto finora da tutti sta portando i suoi frutti e ci invogliano a continuare a migliorarci verso una direzione più sostenibile. La consapevolezza della connessione fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo, sta crescendo sempre di più tra i nostri connazionali e sta influenzando il modo di approcciarci al cibo. Alcuni dei grandi appuntamenti internazionali del 2021, primo tra tutti il Food Systems Summit delle Nazioni Unite, rappresentano i momenti fondamentali per accendere l’attenzione di tutti verso sistemi alimentari più sostenibili, che includono la lotta allo spreco, fondamentale per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dall’Agenda 2030».

Confrontando i dati italiani con quelli europei del Food Sustainability Index si scopre che l’Italia, con i suoi 65kg a persona, si sta avvicinando alla media europea. Lo scenario attuale vede, infatti, il Belgio sprecare 87 kg di cibo pro capite e, in contrapposizione, Cipro 36 kg. Per quanto riguarda le perdite lungo la filiera, la Finlandia con meno dell’1% di cibo perso risulta il Paese più virtuoso a fronte di una media europea di circa il 3% e della media dei Paesi ad alto reddito di quasi il 5%6. Secondo lo studio “Estimates of European food waste levels” di FUSIONS per la Commissione europea: «Più in generale, di tutto il cibo prodotto ogni anno in Europa, più del 20% viene sprecato (l’equivalente di 88 milioni di tonnellate l’anno), con un costo sia economico – pari a 143 miliardi di euro (di cui i due terzi, circa 98 miliardi, sono attribuibili allo spreco domestico) – che ambientale, visto che lo spreco rappresenta il 6% delle emissioni totali di gas serra prodotte dall’Unione Europea».

Il peso ambientale degli sprechi alimentari è un tema molto sentito anche dagli italiani: secondo una recente indagine di Altroconsumo, «L’88% degli italiani sostiene che non sia etico buttare il cibo e l’83% riconosce l’impatto negativo sull’ambiente tanto che dichiara di essersi impegnato per ridurre lo spreco di cibo in casa.