Rimateria, Ferrari: 8 lavoratori su 41 verso Sei Toscana

Dopo sei mesi dal fallimento «non possiamo parlare di un dato risolutivo ma, certamente, è un passo avanti»

[12 Novembre 2021]

A seguito del fallimento di Rimateria, la partecipata pubblica che la Commissione europea identificò come eccellenza locale in fatto di economia circolare prima che finesse nel fuoco incrociato della politica che l’ha portata al disastro, i lavoratori continuano a vivere nella più profonda incertezza.

Stamani il sindaco di Piombino Francesco Ferrari – che a suo tempo rivendicò il preludio del fallimento, ovvero la richiesta di concordato preventivo, come risultato della propria amministrazione – ha incontrato i rappresentanti di Fp Cgil, Fit Cisl Uil Trasporti e Fiadel Livorno per parlare della situazione dei lavoratori di Rimateria a seguito del fallimento dell’azienda. Pochi i progressi conseguiti negli ultimi sei mesi.

«Abbiamo preso l’impegno di coinvolgere i sindaci degli altri Comuni ex soci Asiu (dove il Comune di Piombino è in netta maggioranza col 61,8%, ndr) affinché l’opera di sensibilizzazione che abbiamo dal primo giorno intrapreso nei confronti di Sei Toscana sia resa ancora più efficace grazie alla collegialità e trasversalità. Intanto, per otto delle quarantuno persone in forza all’azienda è in corso l’assunzione tra le fila di Sei Toscana mentre altri andranno in pensione: non possiamo parlare di un dato risolutivo ma, certamente, è un passo avanti importante nella direzione di una nuova collocazione per questi lavoratori. L’auspicio, anche grazie al percorso intrapreso con i Comuni, è che Sei Toscana assorba più lavoratori possibile».

Prospettive che restano naturalmente tutte da verificare alla prova dei fatti. Nel frattempo, si moltiplicano sul territorio le iniziative che avrebbero potuto vedere protagonista Rimateria come attore della transizione ecologica: da ultimo la demolizione dell’ex centrale termoelettrica Tor del Sale, con le conseguenti bonifiche e – dunque – l’esigenza di una discarica di prossimità dove poter smaltire in modo controllato i rifiuti non avviabili a recupero.