Zampetti: «Estendere il bando dell’usa e getta a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo»

Nonostante la direttiva Ue contro le plastiche monouso, il Mediterraneo resta pieno di rifiuti

Con Clean up the Med 600 volontari hanno rimosso 1 quintale di rifiuti da 20 spiagge, in un fine settimana

[8 Giugno 2022]

In occasione della giornata mondiale degli Oceani 2022, istituita dall’Onu e quest’anno dedicata al tema “Rivitalizzazione collettiva dell’oceano”, Legambiente restituisce i dati rilevati durante la 29esima edizione di Clean up the Med, versione mediterranea di Spiagge e fondali puliti, che si è svolta nel weekend del 13-15 maggio.

Sono circa cento le organizzazioni, provenienti da 17 Paesi, che hanno aderito all’edizione 2022: Italia, Albania, Algeria, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Libano, Libia, Malta Marocco, Portogallo, Spagna Tunisia, e Turchia.

I chilometri di spiaggia ripuliti mostrano come il problema dell’incuria e del cattivo smaltimento accomuni tutta l’area mediterranea: alle plastiche monouso, ritrovate in grandi quantitativi sulle coste battute, sebbene messe al bando dalla direttiva europea Sup (Single use plastics), con bastoncini cotonati, cannucce e agitatori per cocktail, contenitori per alimenti per il consumo immediato e l’asporto, si aggiungono reti da pesca,cicche di sigaretta, legno e vetro. Non mancano guanti, mascherine e dispositivi sanitari legati all’emergenza Covid-19.

Oltre 600 volontari, dagli 8 ai 70 anni, hanno partecipato alle attività di pulizia svolte in 20 spiagge situate in prossimità dei centri urbani e hanno portato alla raccolta di 200 sacchi di rifiuti, più di 1 quintale in totale. Il 65% dei rifiuti rinvenuti è costituito da plastica: cicche di sigaretta, bottiglie e bottigliette, seguite da tappi, bicchieri e frammenti eterogenei. Su oltre il 45% delle spiagge ripulite sono stati ritrovati guanti, mascherine o rifiuti legati alla cattiva gestione dei Dpi (in Grecia in quantitativo maggiore, ma presenti anche in Algeria, Croazia, Libano, Italia e Spagna).

«Anche quest’anno l’iniziativa Clean up the Med ha messo in campo uno straordinario lavoro di citizen science, un’estesa rete di collaborazione fra i cittadini dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che hanno deciso di rendersi protagonisti indossando i guanti e iniziando a pulire le proprie coste – commenta Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente —. Un’edizione importante, visto che il 2022 si è aperto con il recepimento in Italia della direttiva europea SUP e nella stessa settimana è stata approvata finalmente la legge “Salvamare” che permette ai pescatori di liberare il mare dai rifiuti. Risultati su cui ci siamo impegnati molto e che rappresentano senza dubbio un segnale positivo, ma per mettere in atto una vera e propria rivoluzione contro il marine litter nel Mediterraneo servono normative uniformi in tutti i Paesi costieri. Occorrerà quindi estendere il bando dell’usa e getta a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, unito a norme più stringenti anche sugli altri rifiuti più comuni che si trovano sulle spiagge, insieme a buone pratiche di gestione e prevenzione dei rifiuti».