L’inarrestabile invasione del polistirolo espanso in mare

11 passi per ridurre l’impatto di cassette per il pesce, boe, pontoni e galleggianti in polistirolo

[13 Luglio 2020]

Basta fare una passeggiata lungo una spiaggia per trovare ogni volta nuovi rifiuti portati dal mare e, tra questi, spicca sempre più la neve bianca del polistirolo sbriciolato. La schiuma di polistirene (polistirolo espanso) è uno dei componenti più comuni del marine litter sia in mare che spiaggiato lungo le coste, dove si mischia alla sabbia, penetra nei sassi e nelle fenditure degli scogli. Il polistirolo non è solo un materiale molto ud sato per molti tipi di imballaggi e isolanti, ma è anche molto utilizzato in mare e nei porti commerciali e turistici, nell’acquacoltura, nella pesca e nelle attività ricreative marine. Purtroppo il polistirolo espanso non si biodegrada mai completamente e può rappresentare una grave minaccia per la vita marina, dato che si sgretola in migliaia di frammenti che pesci ed altri animali scambiano per cibo.

Data la crescente preoccupazione per l’inquinamento che provoca, negli ultimi anni diversi Paesi hanno limitato l’uso di alcuni prodotti in polistirolo espanso,  come contenitori e tazze da asporto. Fauna & Flora International (FFI) sottolinea che «Sebbene sia importante fermare l’uso non necessario della plastica, finora questi sforzi hanno trascurato l’inquinamento da polistirolo espanso proveniente direttamente dalle attività che si svolgono nell’oceano o nelle vicinanze e devono ancora valutare i modi più efficaci per affrontare questa fonte potenzialmente significativa».

Tenendo conto di tutto questo, FFI ha condotto ricerche per identificare i modi in cui il polistirolo espanso viene utilizzato nelle attività marine, come questi contribuiscono all’inquinamento da polistirene degli oceani e cosa si potrebbe fare per ridurre questo impatto e l’ONG ambientalista evidenzia che «La condivisione di queste idee, in particolare con gli utenti dei prodotti in polistirolo espanso in mare, sarà fondamentale per esplorare come le nostre raccomandazioni potrebbero essere messe in pratica».

Boe, galleggianti e pontili e pontoni galleggianti rappresentano a alcuni degli utilizzi marini più significativi del polistirolo espanso.

Nel Regno Unito, i pontili e pontoni e le grandi boe sono sempre più ricoperti di plastica dura, ma per questi manufatti non c’è alcun obbligo giuridico e le boe e galleggianti in polistirolo schiumato non ricoperti sono ancora utilizzati nella pesca e nell’acquacoltura. In altre regioni, l’allevamento di ostriche, vongole e mitili fa tradizionalmente un pesante utilizzo di polistirolo espanso nudo per galleggianti e zattere, con un conseguente significativo inquinamento delle coste e dei mari quando questi vengono danneggiati o scartati. Una ricerca nell’arcipelago di Cat Ba in Vietnam ha stimato che ogni giorno vengono usati 54.500 galleggianti di polistirolo per l’acquacoltura  e da un’indagine nella baia di Hiroshima, in Giappone – dove vengono allevate ostriche –è venuto fuori che il 99,5% dei rifiuti marini era costituito da una schiuma di frammenti di polistirolo. A Taiwan, sono in corso iniziative per ricoprire i galleggianti in polistirolo o sostituirli con materiali alternativi. Sull’isola di Lasqueti, in Canada, il polistirolo espanso, che sembra provenire dai galleggianti degli impianti di acquacoltura, ricopre le spiagge e la popolazione locale organizza ogni anno lo Styrofoam Day per ripulirle e ci sono foto di  volontari che affondano fino al ginocchio nelle palline polistirolo, Il Canada sta esaminando una nuova legislazione che impone di incapsulare in plastica dura i prodotti di polistirolo espanso.

A Hong Kong – ma anche in molti Paesi del Mediterraneo, Italia compresa – i pescatori spesso scartano direttamente in mare le cassette per il pesce in polistirolo espanso non appena erano troppo sporche e sono quelle che spesso si ritrovano disseminate sulle spiagge. Le cassette di pesce in polistirolo espanso vengo utilizzate anche i  Europa e raramente vengono raccolte e riciclate.

Poi ci sono attività sportivo-ricreative: blocchi di polistirolo espanso sono utilizzati per i salvagente delle barche a vela e per le tavole da nuoto, che spesso finiscono in mare. ed è stato calcolato che solo nel Regno Unito fanno questa fine fino a 16.000 attrezzature di questo tipo.

FFI evidenzia che non è che le persone che lavorano, fanno sport e si rilassano in mare sono particolarmente desiderose di utilizzare prodotti in polistirolo espanso, «Ma spesso semplicemente non c’è una migliore alternativa per lo scopo che servono, o se c’è, è più costoso. Alcuni Paesi e Stati stanno limitando l’utilizzo di polistirolo espanso nudo con leggi che richiedono una progettazione più robusta di boe, galleggianti e pontoni con coperture in plastica dura: un semplice passo che aiuta a proteggere il polistirolo esposto dalle condizioni atmosferiche da onde, luce UV e dall’essere beccato o scavato dalla fauna selvatica. Altri stanno sperimentando materiali alternativi per cassette per il pesce o alla ricerca di modi più efficaci per riciclare il polistirolo espanso. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare e gli sforzi in tutto il mondo sono stati nel migliore dei casi frammentari».

FFI ha pubblicato 11 raccomandazioni per intensificare gli sforzi per affrontare l’inquinamento causato dall’utilizzo in mare di polistirolo espanso. Eccole:

  1. Promuovere l’utilizzo di materiali durevoli e resistenti agli agenti atmosferici per galleggianti, boe e pontoni, compresi i rivestimenti protettivi. 2. Migliorare la cura degli articoli marini realizzati con polistirene espanso o contenenti schiuma per proteggerli da usura, danni da tempeste e perdita accidentale, ad esempio attraverso linee guida o formazione per gli utenti. 3. Fornire strutture di riciclaggio/smaltimento a prezzi accessibili nei porti per incoraggiare lo smaltimento responsabile degli articoli in polistirene espanso utilizzati in o vicino al mare. 4. Esplorare e valutare l’uso di materiali alternativi, meno dannosi per l’ambiente, per le cassette per i pesci; per tutte le alternative proposte è necessaria un’analisi completa del ciclo di vita, compreso il potenziale di inquinamento. 5. Aumentare il riutilizzo e il riciclaggio a fine vita delle cassette per pesci (realizzate in polistirene espanso o in materiali alternativi), ad esempio attraverso sistemi di restituzione e cauzione o con la responsabilità estesa del produttore, se del caso. 6. Aumentare la consapevolezza e condividere informazioni tra gli utenti e gli altri stakeholders sugli impatti dell’inquinamento da polistirene espanso, sulle misure per ridurlo e le normative pertinenti, per incoraggiare l’impegno nell’affrontare il problema e il supporto per le soluzioni. 7. Includere informazioni sull’inquinamento da plastica oceanica nei corsi di sicurezza ambientale gratuiti esistenti per i pescatori. 8. Sviluppare una diffusa industria del riciclo del polistirolo espanso per incoraggiare uno smaltimento più responsabile. 9. Valutare l’intero costo del ciclo di vita dell’utilizzo del polistirene espanso per aumentare la consapevolezza del danno che rappresenta per l’ambiente e per garantire che questo sia meglio integrato nei costi e nei processi decisionali futuri. 10. Ricercare la possibilità di integrare gli sforzi per rilevare e contrastare lo scarto del polistirolo espanso in mare nelle iniziative volte ad affrontare altre minacce oceaniche (ad esempio la pesca illegale). 11. Sostenere lo sviluppo di prossimi step chiari e tempestivi verso le prove pratiche e l’implementazione dei potenziali interventi identificati dai processi intergovernativi e multistakeholder sul polistirolo espanso, come le iniziative HELCOM e OceanWise.

FFI conclude: «Questi interventi proposti mirano a ridurne l’uso in mare, a migliorare la progettazione del prodotto o la cura durante l’uso e a facilitare lo smaltimento responsabile del polistirolo schiumato, nonché a mettere in evidenza potenziali opportunità per sfruttare le nuove tecnologie che potrebbero aiutare, con il monitoraggio e l’applicazione. Per incoraggiare un maggiore impegno e sostegno per affrontare il problema, raccomandiamo anche di aumentare la consapevolezza degli impatti dell’inquinamento da polistirolo schiumato tra coloro che lo utilizzano nell’ambiente marino, sia nel Regno Unito che a livello internazionale.