La Nuova Caledonia vieta la plastica monouso

Indipendentisti kanaki e nazionalisti francesi insieme per salvare la biodiversità (e il turismo)

[31 Dicembre 2018]

Dal primo maggio 2019, nella Collettività di oltremare francese della Nuova Caledonia (circa 300.00 abitanti e 18.755 Km2, più del Veneto)  sarà vietato importare prodotti in plastica monouso.  La legge, approvata dal Congrès de la Nouvelle-Calédonie, il parlamento autonomo di Nouméa, con i voti di Calédonie ensemble (centrodestra anti-indipendentista), Union Calédonienne – Front de libération nationale kanak et socialiste (Uc-Flnks – indipendentisti di sinistra). Union nationale pour l’indépendance  (Uni – indipendentisti di centro-sinistra) e l’astensione del Rassemblement pour la Calédonie (destra anti-indipendentista) e del Mouvement populaire calédonien (Mpc – destra anti-indipendentista)  e del Républicains calédoniens (autonomisti liberal-conservatori). Punta a proibire l’utilizzo di tutte le plastiche monouso: sacchetti, stoviglie usa e getta, biccheri e cialde per il caffè.  

In una nota il Congrès sottolinea che «In Nuova Caledonia la fauna e la flora sono ricche e, pertanto, la biodiversità e gli ecosistemi sono colpiti dall’inquinamento da plastica e da una produzione locale troppo elevata». In Nuova Caledonia ogni abitante consuma in media 215 sacchetti di plastica all’anno, producendo un impatto che ha pesantissime ricadute sull’economia turistica, sull’ambiente e sulla salute. E’ da questa consapevolezza che è nata la strana alleanza tra gli indipendentisti kanaki e i francesi nazionalisti (ma ecologisti)  di Calédonie ensemble che il 27 dicembre ha votato la legge che vieta la distribuzione e l’importazione di prodotti in plastica monouso che verranno sostituiti da prodotti biodegradabili. Quindi la Nuova Caledonia  precede l’Unione europea, dove praticamente le stesse regole entreranno in  vigore nel 2021.

Nina Julié di Calédonie ensemble, che ha presentato la proposta di legge anti-plastica insieme a  Philippe Michel, ha ricordato che  «La Caledonia è il terzo hot spot mondiale in materia di biodiversità. E’ una ricchezza inestimabile per noi e per il mondo, soprattutto in materia di pesca, e abbiamo il dovere di preservarla. Adottando questa legge, la Caledonia si mette alla testa di una tendenza mondiale per il bando progressivo della plastica usa e getta, divenuta una fonte preponderante di inquinamento degli oceani del pianeta. Della plastica si ritrova ormai nell’organismo dei pesci e di altri animali marini e, nella logica della catena alimentare, ha finito per ritrovarsi nei nostri stomaci. Non dimentichiamoci che le diverse plastiche sono materie fabbricate a base di petrolio, Francamente, non buone per la salute, ma piuttosto tossiche».

La legge distingue i prodotti monouso da quelli riutilizzabili  e inizialmente prevedeva il divieto assoluto dal primo maggio 2019, termine che è stato rinviato al primo luglio per dar tempo di smaltire le scorte e alcuni settori potranno usufruire di un ulteriore rinvio.

Secondo Jacques Lalié, di Calédonie ensemble, «Bisogna fare di tutto per salvaguardare l’ambiente eccezionale della Caledonia» ed Emile Netchero dell’Uni concorda«E’ importante preservare il nostro ecosistema marino».

Yoann Lecourieux, del Rassemblement spiega il perché dell’astensione: «Nella sua messa in opera, è una transizione ecologica radicale che avrà delle conseguenze sul mondo economico?. Perché non sensibilizzare prima di imporla?»

Anche  Philippe Blaise, dei Républicains calédoniens, si è astenuto e dice: «Chi può essere contro una legge che proteggerà i nostri ecosistemi? Ma, redatta senza dubbio troppo velocemente, questo testo dimentica la preparazione delle industrie caledoniane a utilizzare dei prodotti di origine naturale. E’ quel che fa notare l’Autorité de la concurrence».

A preoccuparsi davvero sono Sofaplast e Vega che vendono tra 50 e 60 milioni all’anno di sacchetti di plastica in Nuova Caledonia e che prevedono un raddoppio dei costi con i sacchetti biodegradabili.

Indipendentisti e Calédonie ensemble fano notare che da tempo sono partite campagne contro la monoplastica e che province come quella del Sud l’avevano di fatto già vietata, comunque, alla fine, nessuno ha aviuto il coraggio di votare contro la legge e se ci saranno dei problemi si potranno trovare delle soluzioni mentre la Nuova Caledonia si libera delle plastiche monouso.

Thibaut Bizien, dell’associazione ambientale Caledoclean è soddisfatto: «Le disposizioni adottate dal Congrès costituiscono una base solida. Per noi è un vero sollievo, e un vero mercato in futuro, perché la regolamentazione inviterà a cambiare abitudini rispetto alla plastica usa e getta».

La presidente di Ensemble pour la Planète, (Eplp) Martine Cornaille – che sta per fondare un partito ambientalista della Nuova Caledonia – ha detto che era tempo che si approvasse questa legge, visto che la Corsica ha vietato i sacchetti di plastica nel 2005, ma è critica per quanto riguarda le bio-risorse per realizzare i nuovi sacchetti perché comporterebbero «Una concorrenza per le terre agricole, spazi che devono prima di tutto servire a nutrire il mondo». Eplp avrebbe preferito l’obbligo di utilizzare borse in tessuto.