Igiene ambientale, nuovo contratto anche per i 40mila dipendenti delle aziende private

Fise Assoambiente: «Nuova fase, basta far ricadere su qualità del servizio conseguenze di compressione salariale e inadeguata imprenditorialità»

[13 Luglio 2016]

Dopo quello siglato dai sindacati e Utilitia nei giorni scorsi, è ora arrivata la firma anche sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per i circa 40mila dipendenti delle aziende private addetti ai servizi di igiene ambientale, scaduto nel 2013. Un’intesa raggiunta sul fil di lana, che ha permesso di evitare gli scioperi previsti nel settore per oggi e domani.

Il testo è stato sottoscritto da Assoambiente (aderente Fise-Confindustria) e dalle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel. «Questo rinnovo contrattuale – ha evidenziato il vicepresidente di Fise Assoambiente, Emilio De Vizi – unito alla stringente applicazione delle nuove importanti norme introdotte dal recente Codice degli appalti pubblici, apre una nuova fase, in cui le aziende potranno misurarsi e farsi concorrenza sulla base della qualità dei servizi e sulla produttività e non più solo su un minore costo del lavoro derivante dall’illegittima applicazione di contratti collettivi di altri settori, con il solo fine di far ricadere sulla qualità del servizio, e quindi sui cittadini, le conseguenze negative di una compressione salariale e di una inadeguata imprenditorialità».

La parte economica dell’accordo prevede un aumento a regime di 92 euro in busta paga e di ulteriori 28 euro suddivisi tra diversi istituti di “welfare contrattuale”, da spalmarsi entro il 30 giugno 2019. Di seguito i dettagli dell’intesa, elencati da Fise Assoambiente:

Le parti hanno determinato una decisa svolta per il panorama contrattuale italiano, concordando in merito all’aumento dell’orario di lavoro settimanale da 36 a 38 ore e contestualmente riducendo i costi per il lavoro straordinario svolto entro certi limiti. 

Altra misura diretta ad aumentare la produttività e l’effettivo lavoro, disincentivando le assenze  ripetute per malattia, è la previsione di importanti penalizzazioni economiche a carico dei lavoratori eccessivamente colpiti da frequenti “morbilità”, fatte salve le gravi malattie e comunque oltre una franchigia per eventi di malattia considerati “fisiologici”. 

Inoltre, in una logica di contrasto alla sleale concorrenza realizzata attraverso l’impropria applicazione nel settore di altri contratti collettivi, è stato concordato un livello base per le mansioni più elementari, nell’ambito dell’inquadramento del personale, inferiore del 20% rispetto all’attuale. L’accordo prevede una salvaguardia, con applicazione delle tutele precedenti, per i lavoratori già presenti nel settore prima dell’introduzione della normativa di legge sulle “tutele crescenti”, qualora siano interessati da passaggi di appalto successivamente alla data di entrata in vigore del Ccnl. 

Merita una specifica menzione per la valenza politico-sociale l’ istituzione di un fondo di solidarietà bilaterale, ai sensi di legge, destinato principalmente ad agevolare l’esodo anticipato dei lavoratori.