Legambiente: «Estendere il bando dell’usa e getta in plastica a tutti i Paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo»

Giornata mondiale degli oceani 2021: guanti e mascherine nel 60% delle spiagge del Mediterraneo

Clean up The Med: 10 tonnellate di rifiuti raccolti da 16 Paesi, il 90% è plastica

[7 Giugno 2021]

Si estendono sui due terzi del nostro Pianeta, producono più della metà dell’ossigeno che respiriamo e dal loro stato di salute dipende la nostra sopravvivenza. «Eppure – ricorda Legambiente – gli oceani e il preziosissimo ecosistema che custodiscono sono in pericolo: se gli attuali trend d’inquinamento non verranno modificati, nel 2050 il peso della plastica presente nelle nostre acque supererà quello dei pesci. Un’emergenza che tocca profondamente anche il nostro mare, il Mediterraneo, che raccoglie grandi quantitativi di plastica e li restituisce in parte su coste e spiagge».

Infatti, alla vigilia dell’8 giugno, giornata mondiale degli Oceani 2021, dedicata al tema “Vita e Sopravvivenza”, Legambiente presenta i dati rilevati durante la 28esima edizione di Clean Up The Med, tenutasi da 14 al 28 maggio e che ha coinvolto associazioni, università, comuni, enti pubblici, scuole e cittadini.

A Clean Up The Med 2021 hanno aderito più di 80 organizzazioni di Italia, Francia, Spagna, Algeria, Libano, Tunisia, Egitto, Palestina, Croazia, Cipro, Marocco, Malta, Turchia, Libia, Grecia e Monaco e il Cigno Verde evidenzia che «I chilometri di spiaggia ripulita dai rifiuti mostrano come il problema dell’incuria e del cattivo smaltimento accomuni tutta l’area mediterranea: alle plastiche monouso, ubiquitarie e ritrovate in gran quantitativi sulle coste battute, si aggiungono reti da pesca, cicche di sigaretta, legno e vetro. Non mancano guanti, mascherine e dispositivi sanitari legati all’emergenza Covid-19».

Alle attività di pulizia svolte nelle 34 spiagge  monitorate, situate in prossimità dei centri urbani, hanno partecipato oltre 1500 volontari, dagli 8 ai 70 anni, che hanno raccolto 630 sacchi di rifiuti, circa 10 tonnellate in totale. Oltre il 90% dei rifiuti rinvenuti è costituito da plastica: primi fra tutti, bottiglie e bottigliette, seguite da tappi, bicchieri e frammenti eterogenei. In oltre il 60% delle spiagge ripulite sono stati ritrovati guanti, mascherine o rifiuti legati alla cattiva gestione dei DPI (in Libano e Tunisia in quantitativo maggiore, ma presenti anche in Algeria, Croazia, Grecia, Italia e Spagna)».

Ai monitoraggi della campagna Clean up the Med si aggiungono i monitoraggi di beach litter effettuati su 7 spiagge mediterranee “da sogno”: Isole Baleari (Menorca), Creta (Skaleta), Istria (Labin), Salento (Lecce e Taranto), Cirenaica (Apollonia) ed Epiro (Parga), luoghi ambiti dai turisti che però nascondono un consistente quantitativo di rifiuti, ben 335 ogni 100 metri lineari, dei quali l’87% costituito da plastica. Nella top five dei rifiuti più trovati cotton fioc, tappi, reti da pesca, bottiglie di plastica e mozziconi di sigaretta.

Secondo il direttore di Legambiente Giorgio Zampetti, «I dati rilevati nell’ultima edizione di Clean up The Med ci raccontano ancora una volta di un ecosistema in sofferenza e soffocato dalla plastica, dall’Italia all’Algeria, dalla Spagna alla Palestina. C’è l’urgenza assoluta di adottare politiche comuni a tutte le coste del Mediterraneo nella gestione dei rifiuti, sia nella loro produzione che nel loro smaltimento”,. “A livello europeo la direttiva SUP, per ridurre il monouso in plastica, e a livello nazionale, il decreto legislativo per il suo recepimento rappresentano un traguardo importante. Speriamo che quest’ultimo si concretizzi entro il termine stabilito al 3 luglio senza prevedere proroghe, e adottando alcuni miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda la deroga alle plastiche compostabili. Ma per mettere in atto una vera e propria rivoluzione contro il marine litter occorrerà estendere il bando dell’usa e getta a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, unito a norme più stringenti anche sugli altri rifiuti più comuni che si trovano sulle spiagge»,

Clean Up The Med 2021 è una delle più importanti iniziative di volontariato del Mar Mediterraneo, promossa da COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea (COMMON), progetto europeo finanziato da Eni CBC Med e coordinato da Legambiente che coinvolge Italia, Libano e Tunisia per tutelare l’ecosistema marino e le coste del Mediterraneo dal marine litter attraverso una gestione sostenibile.  L’impegno di COMMON proseguirà per tutta l’estate con la seconda edizione della campagna BEach CLEAN che promuove stabilimenti balneari sostenibili e inclusivi, luoghi che in vista della stagione estiva possano incoraggiare il rispetto dell’ambiente e garantire a turisti e visitatori l’opportunità di vivere la spiaggia in modo responsabile.

Le strutture aderenti, oltre all’affissione di un decalogo informativo sul corretto smaltimento dei rifiuti, sono chiamate a partecipare a un’indagine finalizzata a conoscere e analizzare le condizioni di salute delle spiagge di loro competenza. Anche dall’indagine effettuata lo scorso anno nelle 100 strutture coinvolte – in Italia, Libano e Tunisia emerge come il materiale più presente sulle spiagge analizzate sia la plastica, che costituisce l’81% dei rifiuti trovati sulle spiagge tunisine, il 56% di quelli delle spiagge libanesi e l’80% dei rifiuti osservati nelle spiagge italiane. A COMMON spiegano che «Gli operatori balneari coinvolti, inoltre, identificano la cattiva gestione dei rifiuti urbani come una tra le cause principali del problema, seguita dalla mancanza di informazioni per i turisti, che non sanno come smaltire adeguatamente i rifiuti. Gli italiani aggiungono alle cause l’incuria dei cittadini, mentre i libanesi lamentano l’assenza di leggi, di regolamenti e di sorveglianza sugli inquinatori».

Zampetti conclude: «Non dobbiamo dimenticare che anche noi possiamo contribuire alla riduzione del consumo della plastica usa e getta con i nostri comportamenti quotidiani, e che la tutela dei nostri mari è anche nelle nostre mani. Basti pensare che durante la stagione estiva, le località che subiscono un afflusso turistico notevolmente elevato vedono aumentare la percentuale dei rifiuti spiaggiati di oltre il 40%. Con le campagne promosse dal progetto COMMON stiamo rafforzando azioni di sensibilizzazione locali di valore, mirate a informare cittadini e a migliorare il nostro rapporto con l’ecosistema marino».