Fukushima Daiichi, la Cina al Giappone: non scaricate l’acqua radioattiva in mare

Pechino non crede alle rassicurazioni dell’Iaea e di Tokyo

[25 Maggio 2022]

Il 20 maggio, dopo un incontro con il primo ministro giapponese Fumio Kishida a Tokyo il direttore generale dell’International atomic energy agency (Iaea) Rafael Mariano Grossi,  ha impegnato l’agenzia atomica dell’Onu a «monitorare in modo indipendente lo scarico pianificato di acqua trattata in mare presso la centrale elettrica di Fukushima Daiichi» e ha assicurato che l’Aea «Fornirà valutazioni periodiche al governo giapponese e alla comunità internazionale».

L’incontro ha concluso una visita di tre giorni in Giappone durante i quali Grossi è stato anche a Fukushima Daiichi per osservare preparativi per lo scarico dell’acqua contaminata trattata e ha notato «Gli straordinari progressi nel decommissioning di Fukushima Daiichi rispetto alla mia ultima visita due anni fa». Sorvolando però sul fatto che la bonifica del cadavere nucleare di Fukushima Daiichi sta subendo fortissimi ritardi e costi aggiuntivi enormi.

Il premier liberaldemocratico giapponese Kishida ha cercato di tranquillizzare l’opinione pubblica e la comunità internazionale: «La continua revisione scientifica e la revisione obiettiva da parte dell’Iaea in merito allo scarico nell’oceano è uno sforzo estremamente significativo al fine di ottenere una comprensione per l’opinione pubblica, sia in patria che all’estero. Il Giappone intende continuare a rispondere con la massima trasparenza; non vediamo l’ora di continuare a lavorare con l’Iaea».

Rassicurazioni che non hanno convinto per niente il portavoce del ministero degli esteri cinese, Wang Wenbin, che ieri durante una conferenza stampa ha detto che «La Cina ha preso nota della visita del direttore generale Rafael Mariano Grossi in Giappone. Inoltre, il sito web dell’International e<atomic energy agency ha pubblicato notizie in merito, sottolineando che le questioni tecniche relative allo smaltimento di acqua contaminata nucleare a Fukushima devono ancora essere discusse e che il Giappone deve fornire maggiori informazioni sui dati radioattivi delle acque contaminate nucleari. Per questo motivo il Giappone dovrebbe cooperare pienamente con l’Iaea e fornire una spiegazione affidabile e convincente».

Nel febbraio di quest’anno, la Task Force dell’Iaea ha completato una missione di revisione alla Tokyo Electric Power Company (TEPCO), l’operatore di Fukushima Daiichi e al Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria (METI) del Giappone e Grossi ha detto che «Il Giappone ha compiuto progressi significativi nei suoi preparativi e la Task Force dell’Iaea è soddisfatta del fatto che TEPCO e METI abbiano identificato le fasi successive appropriate per lo scarico dell’acqua previsto per il 2023. L’Iaea si impegna a fornire un’analisi approfondita della sicurezza prima, durante e dopo il rilascio dell’acqua trattata e a svolgere il nostro lavoro in modo obiettivo e trasparente».

In realtà la task force Iaea nel suo primo rapporto ha riassunto i progressi complessivi della revisione della sicurezza dell’Iaea e dei preparativi della TEPCO per lo scarico dell’acqua proposto. Il rapporto ha  però anche rilevato aree tecniche per le quali «Sono necessarie discussioni e informazioni aggiuntive, come la caratterizzazione radiologica dell’acqua trattata e la considerazione di eventi anomali e rischi esterni».

L’acqua trattata che dovrebbe venire scaricata in mare è il risultato di un processo di filtrazione noto come Advanced Liquid Processing System (ALPS). L’ALPS utilizza una serie di reazioni chimiche per rimuovere la maggior parte dei radionuclidi dall’acqua contaminata. La Task Force ha inoltre rilevato «L’importanza di identificare le scorte di radionuclidi nelle acque trattate con ALPS e le quantità che saranno scaricate nell’ambiente».

Secondo il portavoce del ministero degli esteri cinese «E’ irresponsabile per il Giappone forzare l’approvazione del piano per lo sversamento in mare delle acque inquinate della centrale nucleare di Fukushima e avviare la costruzione di progetti infrastrutturali di scarico marittimo, che ignorano le preoccupazioni di tutte le parti coinvolte e cercano di creare un fatto accertato». Wang Wenbin  ha concluso esortando «Ancora una volta il Giappone a sospendere il suo piano unilaterale di sversamento».

Un avvertimento Anche a Grassi che a Tokyo aveva detto che «Guardando al futuro, l’Iaea ha pianificato molte altre attività: missioni aggiuntive, campionamento e analisi indipendenti dell’acqua trattata e dei campioni ambientali per corroborare i dati dal Giappone e la valutazione dell’esposizione alle radiazioni dei lavoratori in loco. Una seconda missione della Task Force, che comprende sia il personale dell’AIEA che esperti indipendenti riconosciuti a livello internazionale provenienti da vari Paesi, è prevista per la seconda metà del 2022. Questa missione darà seguito ai progressi di TEPCO e METI su argomenti tecnici ed esaminerà anche la valutazione dell’impatto ambientale radiologico rivista».