E’ possibile un turismo plastic free?

L’esempio delle Baleari e le molte cose ancora da fare

[30 Novembre 2021]

Un gruppo di 29 studenti di master dell’università di Wageningen ha cercato di rispondere alla domanda «Un turismo plastic free è possibile?»  e lo ha fatto con uno studio di 6 settimane  su plastica e sul settore dell’ospitalità condotto insieme all’ONG Oceana a Maiorca, nelle Baleari.

A Oceana spiegano che «L’obiettivo principale della ricerca era comprendere la fattibilità del turismo sostenibile sull’isola e di plastic-free zones  (PFZ), ovvero aree in cui l’uso di plastica monouso (single-use plastics . SUP) è drasticamente ridotto grazie a opzioni riutilizzabili o attraverso l’utilizzo di materiali più sostenibili».

E’ stata scelta Maiorca perché è una meta turistica molto importante e apprezzata per la sua natura e le acque cristalline.

La ricerca si è svolta nel marzo 2020 e le plastiche monouso sono state analizzate sottto 5 diversi aspetti: studio dei flussi della plastica, comportamento dei consumatori, impatto ambientale, politiche e opzioni di recupero. Gli studenti olandesi  hanno utilizzato diversi sistemi di ricerca: dai sondaggi alle interviste con turisti, personale di hotel, scienziati, ONG e amministratori locali ed evidenziano che «A Maiorca, gli hotel producono una grande quantità di rifiuti di plastica (7.720 tonnellate all’anno). E, sebbene i rifiuti di plastica monouso che producono siano gestiti dai sistemi municipali, si verificano dei problemi. Ad esempio, grandi quantità di plastica sfuggono ai sistemi di raccolta e finiscono nei corsi d’acqua e infine in mare. I rifiuti di plastica si scompongono in microplastiche, che rappresentano la maggior parte della plastica trovata nelle acque delle Baleari».

Oceana ricorda che «Il 92% di tutti i rifiuti marini è plastica. La plastica rappresenta una minaccia duratura per tutte le specie marine e per l’ambiente, poiché possono essere necessarie diverse centinaia di anni perché si decomponga completamente. Inoltre, rilascia spesso metalli pesanti e pesticidi. La fauna marina può anche ingerirla accidentalmente o finire impigliata nella plastica, come anelli per bevande o sacchetti di plastica».

Ma i rifiuti di plastica non hanno impatti solo sugli ecosistemi, ma hanno anche effetti socioeconomici, soprattutto in isole come Maiorca le cui economie locali dipendono dal turismo e i ricercatori sottolineano che «E’ interessante notare che un settore che è responsabile di una quantità significativa di rifiuti di plastica ne è anche il più direttamente colpito: nessuno vuole nuotare in acque piene di plastica o prendere il sole su spiagge piene di rifiuti».

Dalla ricerca èp infatti emerso con chiarezza che «In quanto consumatori, i turisti cercano sempre di più l’ecoturismo e le opzioni di viaggio eco-compatibili, ad esempio se l’hotel in cui soggiornano ha un programma di riduzione della plastica o, ancora meglio, se è plastic free». Secondo un sondaggio condotto durante lo studio, gli intervistati di età compresa tra 18-35 e 56-65 anni erano favorevoli alle alternative monouso e su 756 persone, la stragrande maggioranza (84%) è disposta a pagare di più per ottenere un servizio SUP-Free. «Una percentuale che semplicemente l’industria dell’ospitalità non può ignorare – fanno notare i ricercatori olandesi e di Oceana – E, sebbene la creazione di zone plastic free comporti un investimento iniziale per le alternative ai SUP, il ritorno su questo investimento è duplice: non solo fa bene all’ambiente, ma le imprese risparmiano più denaro a lungo termine».

Un’altra cosa fondamentale è  far comprendere ai turisti le conseguenze dell’inquinamento da plastica e l’importanza di un ambiente sano: «Rendere più accessibili le opzioni plastic free e fornire altri incentivi, come l’utilizzo di contenitori/bicchieri riutilizzabili o l’attuazione di schemi di deposito-restituzione, sono anche ottime opzioni per stimolare i turisti a scegliere opzioni rispettose dell’ambiente».

In linea con la legge europea 2018/851, la legislazione delle Isole Baleari completa la legislazione di base dello Stato spagnolo (che quest’anno viene modificata per adattarla alla direttiva SUP dell’Ue) e sta migliorando il livello di protezione ambientale.

Oceana spiega che «L’obiettivo della legge delle Baleari non è specifico per i SUP ma riguarda il settore dell’ospitalità puntando al riutilizzo dei contenitori per bevande entro il 2030. L’obiettivo è infatti raggiungere il riutilizzo del 40% delle bottiglie d’acqua, dell’80% delle confezioni di birra e del 70% dei pacchetti di bevande rinfrescanti nel settore dell’ospitalità. Tuttavia, ci sono alcune lacune nella legislazione: le bottiglie più grandi di 200 ml, i prodotti del minibar delle camere d’albergo e i prodotti di benvenuto degli hotel non sono inclusi».

I ricercatori non hanno dubbi: il riutilizzo è il modo per ridurre i SUP negli hotel. Dall’indagine è emerso che molti hotel hanno già introdotto tazze, piatti e posate riutilizzabili, la riduzione delle porzioni monouso per la colazione, la sostituzione delle capsule di caffè con la macchina del caffè, la fornitura di bottiglie d’acqua ricaricabili e accesso ai bicchieri nel ristorante ed abbattimento dei costi acquistando i prodotti alternativi ai SUP all’ingrosso o introducendo politiche ad hoc con i fornitori. Ma, per sostenere il cambiamento plastic free, è anche importante una forte operazione di sensibilizzazione verso il personale e i clienti per creare le giuste abitudini.

In questo senso, la crisi del Covid-19 dovrebbe essere colta come un’opportunità per apportare alcuni cambiamenti ecologici e non per tornare indietro.

Oceana conclude; «Alcuni SUP sono ora necessari per motivi sanitari, ma non tutto deve essere usa e getta per essere sicuro.  Sebbene sia la salute che la sicurezza siano fondamentali per i turisti, il 90% degli intervistati è disposto ad accettare misure SUP free per il proprio alloggio e questo significa un’opportunità per la riduzione dei SUP. E’ essenziale capire cosa fa sentire i turisti al sicuro. Legando la riduzione dei SUP alle aspettative degli ospiti, gli hotel saranno in grado sia di implementare pratiche più sostenibili, sia di coinvolgere i turisti comunicando le nuove misure in termini di sicurezza degli ospiti».