Dossier su costi e qualità dei rifiuti urbani di Cittadinanza attiva: tassa più alta dove il riciclo è più basso

Fortissime disparità tra il nord e il sud Italia. Le 10 città più costose sono tutte meridionali

[20 Novembre 2019]

Secondo il Dossier “Rifiuti Urbani – Indagine annuale si costi, qualità e tutele” reso noto oggi dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, in media la tassa annuale sui rifiuti che pagano gli italiani è di 300 euro, ma con differenze territoriali molto marcate: «la regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania con 421 euro. Catania il capoluogo di provincia più costoso (504 € e un aumento del 15,9% rispetto al 2018), Potenza il più economico (121 € e un decremento del 13,7% rispetto al 2018)».

Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2018 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), gli italiani nel 2017 hanno prodotto meno rifiuti (29,6 milioni di tonnellate, -1,7% rispetto al 2016). La maggioranza dei rifiuti urbani in Italia è prodotta nel nord (47%) seguito dal sud con il 31% e infine dal centro (22%).
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 55,5% (+3 punti rispetto al 2016) mentre il 23% finisce in discarica. A livello di aree geografiche anche in questo caso il Nord si posiziona al primo posto (66,2%) seguito da Centro (51,8%) e Sud (41,9%). Percentuali più elevate di raccolta differenziata in Veneto (73,6%), Trentino Alto Adige (72%), Lombardia (69,6%), Friuli Venezia Giulia (65,5%); le più basse in Sicilia (appena il 21,7%, Molise (30,7%), Calabria (39,7%).

L’indagine dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia – realizzata nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018) – prende come riferimento nel 2019 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri e dall’esame delle tariffe dei 112 capoluoghi di provincia, emergono variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. A Matera l’incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (-16,8%).
Per quanto riguarda le aree geografiche, «i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro)».

Il 68,2% delle famiglie italiane ritiene di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti, con un’altissima percentuale dell’83,4% di insoddisfatti in Sicilia, seguita da Umbria (80,2%), Puglia (79,1%), Campania (78,4%).

Il dossier di Cittadinanzattiva denuncia che «Solo il 60% delle amministrazioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio ha elaborato e reso disponibile la Carta dei servizi. Solo due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà esplicita la frequenza con cui è effettuata. E al cittadino è ancor meno dato a sapere con che frequenza vengono igienizzati i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini per strada (25%)».

Il segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso, commenta: «In tema di smaltimento dei rifiuti continuano a registrarsi in molte aree del Paese ritardi ed inefficienze e la transizione verso un’economia circolare, prevista dalla strategia 2020, sembra essere ancora lontana”, “Continuiamo a registrare una modalità di calcolo dei costi che non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti e quindi non incentiva il cittadino a cambiare i propri comportamenti perdendo così un’occasione per costruire percorsi innovativi basati sul coinvolgimento di cittadini, aziende ed istituzioni in un circuito virtuoso. Molto marcate sono le differenze territoriali non solo in termini di costi del servizio ma anche di qualità e la rilevazione delle eventuali agevolazioni disponibili restituisce una fotografia molto variegata: vivere in una città anziché un’altra può voler dire disporre di un servizio gestione rifiuti costoso, insoddisfacente e con limitate agevolazioni a sostegno del pagamento della tariffa».

Le dieci città più costose, con una spesa annua che supera i 400 euro, sono tutte collocate al Sud e ben 5 sono siciliane: Catania, Cagliari, Trapani, Benevento, Salerno, Napoli, Reggio Calabria, Siracusa, Agrigento, Messina. Nella top ten di capoluoghi di provincia più economici ci sono solo tre città meridionali: Potenza (prima), Vibo Valentia (quinta) e Isernia (sesta). Le altre sono tutte del nord: Udine, Belluno, Pordenone, Bolzano, Brescia, Verona, Trento e Cremona.

Commentando il rapporto, Alessandro Marangoni, AD di Althesys, il centro di ricerca che elabora ogni anno il WAS Report sull’universo del waste management, ha evidenziato che «Le famiglie pagano l’inefficienza di alcune amministrazioni locali. L’analisi dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, pubblicata oggi, evidenzia chiaramente ciò che diciamo da tempo, cioè che costo e qualità del servizio (sia ambientale che di gestione) sono inversamente proporzionali. La regione in cui il servizio costa meno è il Trentino Alto Adige dove la differenziata è al 72% permettendo alti tassi di riciclo. A Catania, dove la tassa è la più alta d’Italia, la raccolta è ferma al 23%. Le aree dove costa meno, come traspare dall’indagine, sono in genere quelle dove il servizio è migliore, la raccolta differenziata e il riciclo più elevati, basso o nullo il ricorso alla discarica. Anche la percezione dei cittadini conferma questo dato di fatto: è migliore laddove è maggiore il ricorso alla discarica. Da un lato una città più pulita e un servizio più efficiente inducono il cittadino a considerare equo il corrispettivo pagato. Dall’altro, questo è considerato più adeguato proprio perché la gestione migliore lo abbassa. Il tema della tariffa e dell’adeguatezza degli impianti -è al centro del WAS Annual Report 2019 che presenteremo a Roma il 28 novembre prossimo».