Ancora un’azienda toscana tra i protagonisti del Premio sviluppo sostenibile

È la Solval, filiale della Solvay di Rosignano marittimo, per il recupero di sali sodici da trattamento fumi

[22 Ottobre 2015]

La settima edizione del Premio sviluppo sostenibile, promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Ecomondo – Rimini Fiera, con l’adesione del Presidente della Repubblica, ha i suoi vincitori. Bla Bla Car, BeonD di Torino e Mercatino  di Verona, accanto ai quali sono altre 27 aziende segnalate (9 per ogni settore) cui verrà consegnata una targa di riconoscimento; tra queste, non ancora una volta non manca un’esperienza toscana.

L’appuntamento con la cerimonia di consegna è per il 5 novembre a Rimini, nell’ambito di Ecomondo, ma i giochi sono ormai chiusi. Le aziende premiate e segnalate si devono essere distinte per attività e progetti che producano rilevanti benefici ambientali, abbiano un contenuto innovativo, positivi effetti economici e occupazionali e un potenziale di diffusione, suddivise in tre macrosezioni: mobilità sostenibile, start up della green economy, rifiuti e risorse.

Bla Bla Car, BeonD e Mercatino hanno conquistato la medaglia d’oro nelle tre categorie: rappresentano rispettivamente una piattaforma di sharing mobility che permette di condividere i viaggi, una start up che produce una innovativi auto elettrica da città, una rete di franchising dell’usato che ha reso la cultura del riuso un asset industriale.

Anche quest’anno, nella lista delle imprese segnalate, non manca un’espressione del territorio toscano. Nel 2013 Revet Recycling venne riconosciuta come una delle dieci migliori start up italiane della green economy, e l’anno scorso il riconoscimento andò al CoSviG per la sua Comunità del cibo a energie rinnovabili; il 2015 vede invece l’inserimento di Solval (Rosignano marittimo) tra le migliori realtà in ambito rifiuti e risorse, «per il recupero di prodotti sodici residui derivati dalla depurazione dei fumi».

Solval è una società filiale della nota Solvay, che da decenni è presente sulla costa labronica per produrre carbonato di sodio (e non solo). Una multinazionale più volte finita nel mirino nel recente passato per i rilevanti impatti ambientali della sua produzione sul territorio, che stavolta viene invece premiata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile per le applicazioni di una tecnologia che consente di recuperare e valorizzare dei cosiddetti Psr, prodotti sodici residui, ovvero sali sodici da trattamento fumi (anche provenienti da camini di termovalorizzatori/inceneritori) sottoforma di una sorta di salamoia reimpiegabile nei cicli industriali.

«Le imprese che hanno puntato sulla qualità ambientale – è il commento del presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi – continuano a crescere e sono quelle che hanno reagito meglio alla crisi e hanno migliori aspettative economiche, e oggi in Italia quasi una impresa su 2, il 42%, ha un indirizzo green. Il Premio, diventato ormai un appuntamento tradizionale, si propone proprio di promuovere e far conoscere le buone pratiche e le tecnologie di successo di queste imprese italiane della green economy».