Informativa della Giunta regionale sul Piano regionale di tutela dall'amianto resa in commissione Ambiente del Consiglio

Amianto in Toscana, bonifiche edifici pubblici (e privati) a passo di lumaca

Sono solo 84 gli edifici pubblici bonificati dal 2007 al 2013, secondo la mappatura Arpat. E sui tetti delle abitazioni private si stimano almeno 12mila ettari di coperture in cemento amianto

[19 Giugno 2020]

Sono solo 84 gli edifici pubblici bonificati dall’amianto in Toscana dal 2007 al 2013, ultimo anno cui risale l’aggiornamento della mappatura realizzata dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. Una media di 14 ogni 12 mesi, che hanno portato (fonte Arpat) dai 1145 edifici da bonificare del 2007 ai 1061 del 2013.

Allo stato attuale, però, secondo l’informativa della Giunta regionale sul Piano regionale di tutela dall’amianto resa nella commissione Ambiente del Consiglio presieduta da Stefano Baccelli (Pd), la presenza di amianto negli edifici pubblici e privati della Toscana non registra situazioni di pericolo grave: “I materiali contenenti amianto sono abbastanza diffusi sul territorio ma la classe di pericolosità non è alta”.

Nessun cenno al fatto che, pericolosità alta o bassa, una volta rimosso l’amianto – lavoro per il quale la Regione ha da poco messo a disposizione 10 milioni di euro – va trattato e avviato a discarica. Dall’informativa non si ricavano i tonnellaggi di rifiuti contenenti amianto che sono stati bonificati e quelli invece da bonificare, ma le stime contenute nel Prb del 1999 parlavano di almeno 2 milioni di tonnellate, e visti i pochi “progressi” compiuti dal 2007 al 2013 è probabile che i numeri siano più o meno gli stessi.

Da ricordare che il Piano regionale amianto ancora non c’è e soprattutto permane la strutturale carenza di impianti per lo smaltimento nota appunto (almeno) dal 1999. Tant’è che nel Piano vigente si può leggere che: “Il sistema regionale di impianti autorizzati conferma la propria carenza storica, rispetto alla domanda di gestione, di un’offerta di trattamento adeguata di impianti per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto, nonostante la disponibilità, in anni recenti, di nuovo moduli di discarica autorizzati. L’obbligo disposto dal Piano previgente di prevedere nelle discariche un modulo per i rifiuti speciali non è stato, se non in pochissimi casi, assolto. Quello dei rifiuti contenenti amianto è un esempio particolare del tema più generale di sostanziale sottodimensionamento dell’offerta regionale di trattamento, recupero e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi in genere”.

Passando dagli edifici pubblici a quelli privati, l’informativa sostiene che le coperture di edifici privati, industriali e civili, rilevati con il contributo del Consorzio Lamma, si è preso in esame un campione di 897mila 29 ettari in cui circa il 18 per cento risultano coperture ad ondulina (164.01 ha). La stima estesa alle coperture superiori a 400 mq di tutta la regione indica che mille 544,90 ettari su 8mila 469,48 sono coperti da onduline.

La provincia con il numero maggiore di ettari coperti con ondulina è Firenze con 373 ettari (24 per cento), seguono Arezzo (13), Pisa (13) e Siena (10). La provincia con la minore superficie a ondulina risulta Massa (4 per cento).

Per monitorare la situazione in tempo reale, la Giunta pensa al superamento del concetto di mappatura a “fotografia istantanea” in favore di un data base delle situazioni con presenza di amianto (edifici, impianti industriali, cave) aggiornabile in tempo reale sia riguardo ai casi in uscita (bonificati) che i possibili in entrata da sviluppare in stretta sinergia con enti locali, Arpat e aziende sanitarie.

Massima attenzione viene riservata al grande tema della sicurezza. Nel Piano si richiamano gli incentivi per sostituire le coperture con pannelli fotovoltaici e parallelamente si individuano linee di indirizzo per i luoghi di lavoro e per la tutela della salute degli operatori.

Il documento, sul tema dell’amianto naturale, lavora in stretto raccordo con il Piano cave, in particolare sarà avviato un progetto speciale Con Arpat e aziende sanitarie per monitorare le situazioni più pericolose anche prevedendo “dismissioni di siti”.

Tra gli obiettivi più trasversali, anche la formazione professionale di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, al costituzione di un gruppo di lavoro per verificare l’evoluzione del fenomeno amianto in Toscana e la verifica delle possibili tecniche disponibili in tema di inertizzazione. Essendo un “documento che contiene azioni concrete”, non si fanno previsioni localizzative di siti rimandando questo specifico aspetto all’aggiornamento del Piano rifiuti.

In sede di dibattito il vicepresidente della commissione Giacomo Giannarelli (M5S) ha chiesto i dati delle coperture dei tetti nelle abitazioni private. A livello statistico, si è appreso, si registrano circa 12mila ettari di coperture in cemento amianto.
La capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, ha chiesto i dati della presenza di amianto nell’acqua che, a detta della Giunta, presenta “valori al di sotto della soglia considerata come pericolosa”. La fonte è risultata essere studi internazionali specifici attraverso i quali è possibile stabilire una presenza “comunque contenuta”.

Soddisfazione per l’arrivo, anche se tardivo, dell’informativa è stata espressa da Tommaso Fattori(Sì-Toscana a sinistra): “La vera partita saranno le risorse necessarie per la rimozione e lo smaltimento”. E soprattutto, la partita del dove lo mettiamo.