Chiti: «L'azienda è favorevole ad un’intensificazione dei monitoraggi»

Piombino, le maleodoranze sono legate ai lavori di risanamento della discarica

È questa l’ipotesi più accreditata dopo il sopralluogo delle autorità locali. Senza i lavori in corso questo disagio transitorio forse non ci sarebbe stato, ma sarebbero rimasti i rischi

[3 Gennaio 2019]

In queste due settimane tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 nella discarica di Rimateria a Ischia di Crociano (Piombino) non sono in corso operazioni di manutenzione e i conferimenti di rifiuti, sospesi da venerdì 21 dicembre, riprenderanno a regime il 7 gennaio. Durante il mese di dicembre la centralina posta da Arpat in località Montegemoli per la misurazione delle concentrazioni in atmosfera dei valori di idrogeno solforato – all’origine delle maleodoranze tipiche delle emissioni del biogas che si forma dagli elementi organici presenti nelle discariche – ha però segnalato «un significativo aumento delle emissioni di H2S», e ieri le autorità locali hanno visitato l’impianto (come già annunciato) per affrontare il problema.

Una delegazione composta dal vicesindaco Ilvio Camberini, da un istruttore del comando della Polizia municipale, da personale dell’ufficio Ambiente del Comune e di Arpat, accompagnati dal personale di Rimateria, ha effettuato un sopralluogo a seguito del quale la Giunta comunale ha deciso di «deliberare la costituzione di un gruppo di lavoro composto dal personale dell’ufficio ambiente del Comune di Piombino e da personale di Arpat ed Asl, per monitorare in maniera permanente le emissioni odorigene della discarica, individuarne le cause e identificare soluzioni che mitighino le emanazioni da ora fino alla chiusura dell’impianto». Il gruppo di lavoro, cui «verrà invitato a partecipare anche un rappresentante del Comitato di Salute pubblica costituitosi a Piombino» dovrà anche «fornire relazioni periodiche, per consentire l’adeguata informazione sia all’Amministrazione comunale che alla cittadinanza». L’amministrazione ha infine stabilito che sia «potenziato l’attuale sistema di monitoraggio con l’installazione da parte di Arpat di ulteriori centraline nell’area circostante l’impianto di Rimateria, per un controllo in continuo delle emissioni odorigene proveninenti dalla discarica».

«L’azienda – commenta il direttore, Luca Chiti – è favorevole ad un’intensificazione dei monitoraggi presso l’impianto e sollecita la realizzazione di una rete di monitoraggio in continuo sul territorio, per avere dati più accurati e un quadro costantemente aggiornato delle maleodoranze. Allo stesso modo siamo pienamente d’accordo con la costituzione di una commissione autonoma e competente che segua in modo sistematico questo problema, così come suggerito dal Comune di Piombino e auspichiamo la creazione di un panel di osservatori distribuiti sul territorio per la rilevazione statistica delle maleodoranze, come ipotizzato da Arpat».

Nel frattempo, dai risultati emersi nel corso del sopralluogo, è già emersa con forza «l’ipotesi che la persistenza di emissioni odorigene sia correlata – come spiegano dal Comune di Piombino – agli interventi di risanamento e messa in sicurezza della discarica propedeutici alla sua chiusura (trivellazione e taratura dei pozzi di aspirazione, distacchi momentanei di sistemi di captazione per la stesura di teli di copertura, ecc)». In altre parole si tratterebbe di maleodoranze transitorie legate al biogas sedimentatosi finora all’interno della discarica, dovute ai lavori che Rimateria sta portando avanti da mesi proprio per risolvere definitivamente il problema; senza il risanamento e i lavori di messa anorma dell’impianto nell’immediato forse tali maleodoranze non ci sarebbero state, ma sarebbe rimasto il problema (e tutti i rischi a medio termine legati alla presenza di biogas incontrollato, dai miasmi fino anche a possibili esplosioni, dato che si tratta pur sempre di gas).

«La nostra collaborazione con gli organi di controllo è sempre stata totale – conclude Chiti – e siamo impegnati con tutto il personale nell’opera di risanamento e gestione in sicurezza dell’impianto. In questi mesi non siamo certo stati con le mani in mano, come dimostra l’aver completamente rifatto la metà dei pozzi per il percolato e l’aver portato a 58 il numero di pozzi di aspirazione del biogas, oltre ad aver realizzato la copertura di circa un quarto della superficie della discarica. Ciò nonostante, siamo consapevoli del permanere del forte disagio dei cattivi odori, sebbene più contenuto rispetto anche solo a pochi mesi fa (primo semestre 2018) e per questo ci impegniamo a porre la massima attenzione al mantenimento di tutti gli accorgimenti operativi che contengano il diffondersi di odori indesiderati». Rimateria resta in attesa di un documento di Arpat che indichi i rilievi effettuati negli ultimi quattro mesi, così da poter valutare su base oggettiva i dati rilevati.