Manifestazione No Tav, Legambiente a Renzi: «Esci dal tunnel delle grandi opere»

Ma il Cipe ha dato il via libera alla tratta italiana

[21 Febbraio 2015]

Mentre scriviamo ha preso il via a Torino la mobilitazione No Tav alla quale partecipa anche Legambiente  e Vittorio Cogliati Dezza e Fabio Dovana, rispettivamente presidente di Legambiente nazionale e presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta mandano un messaggio direttamente al Presidente del Consiglio Matteo Renzi: «La grande infrastruttura di cui l’Italia ha bisogno non è la linea ad alta velocità Torino-Lione o le numerose nuove autostrade previste in molte regioni. La vera emergenza è la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio per la mitigazione del rischio idrogeologico, insieme a un sistema efficace di trasporti urbani e periurbani per i pendolari. E’ urgente che il governo riorienti le risorse pubbliche concentrando la spesa su quelle che sono le vere priorità del Paese. Dal premier Renzi, che nel suo libro “Oltre la rottamazione” del 2013 bollava la Tav come uno spreco inutile di denaro pubblico, ci aspettiamo coerenza e risposte sui cantieri davvero prioritari. Un’esigenza sempre più avvertita nelle aree colpite dal dissesto idrogeologico, come nelle tante scuole che cadono a pezzi e, ancora, nei territori che in questi anni hanno subito pesanti tagli ai servizi primari, a partire dai trasporti pubblici locali».

Ma alla viglia della manifestazione un comunicato del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture ha annunciato che «il Cipe ha approvato il progetto definitivo della tratta italiana della Sezione Transfrontaliera della Torino-Lione. E’ un grande risultato che corona il processo valutativo portato avanti in questi anni dai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e dell’Economia. Il progetto approvato raccoglie il risultato delle Conferenze dei Servizi regionale e nazionale e capitalizza il grande lavoro  di analisi e proposte sviluppato dall’Osservatorio sulla Torino-Lione in 235 riunioni e confronti con gli enti locali coinvolti».

Il comunicato del ministero sottolinea che «Oltre alla piena condivisione  di Italia e Francia, l’opera ha beneficiato e continua a essere sostenuta dalla Commissione Europea attraverso il ruolo del Coordinatore del Corridoio Mediterraneo Laurens Jan Brinkhorst. È ormai giudizio consolidato a livello europeo che la Torino-Lione, come ha ribadito nei giorni scorsi anche la Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, non sia più solo un’opera franco-italiana ma  soprattutto un progetto europeo per l’integrazione degli scambi delle persone e delle merci e per la salvaguardia ambientale di beni comuni intangibili come le Alpi.
Nel Summit intergovernativo di martedì prossimo, 24 febbraio, a Parigi verrà firmato il protocollo addizionale all’Accordo Italia-Francia del 2012 in modo da consentire l’avvio delle fasi più rilevanti per la realizzazione dell’opera. Infine, nel  quadro degli indirizzi del CEF (Connecting Europe Facility) i due Governi presenteranno il 26 febbraio a Bruxelles la richiesta di finanziamento comunitario al 40% per l’ammontare di tutte le opere previste nel periodo del budget 2014-2020 della Commissione europea. Italia e Francia hanno le carte in regola per questa richiesta: il progetto approvato, il nuovo Promotore pubblico costituito e il nuovo Accordo sottoscritto».

Il movimento NO Tav però non molla e il Cigno Verde ricorda di aver presentato nei mesi scorsi al governo il dossier #sbloccafuturo, una lista di 101 piccole e medie opere incompiute in tutta Italia la cui mancata realizzazione pesa negativamente sulla salute dei cittadini, sulla loro libertà di movimento, sulla possibilità di migliorare la qualità della vita, l’economia locale e nazionale. Opere di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, ma anche bonifiche, depurazione, riqualificazione urbana, sicurezza sismica, abbattimento di manufatti abusivi, impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti, riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, trasporti ferroviari per pendolari e trasporto pubblico locale, mobilità dolce. E stesse cose che chiedono in un documento unitario il sindaci della Valsusa presenti alla manifestazione NO TAV di Torino.

Cogliati Dezza e Dovana concludono: «Mentre si continua a professare il dogma delle grandi opere sono fermi tanti, tantissimi progetti utili e necessari a migliorare la qualità di vita dei cittadini, la sicurezza ambientale e a far ripartire l’Italia. Cosa aspetta Renzi a uscire fuori da questo tunnel?».