L’arvicola delle nevi vive nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
[11 Settembre 2014]
Fortunatamente dalla natura italiana non arrivano solo cattive notizie come quella dell’uccisione dell’orsa Daniza in Trentino. Il 10 settembre, sui ghiaioni del Lago di Pilato, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è stato catturato, e liberato immediatamente dopo la sua classificazione, il primo esemplare di Arvicola delle nevi (Chionomys nivalis).
In un comunicato l’Ente Parco, giustamente soddisfatto, spiega che, «L’importante risultato è stato ottenuto dal gruppo di zoologi formato da Maurizio Fusari, Paolo Forconi, Armando Nappi, David Fiacchini e Giorgio Marini, nell’ambito del progetto di ricerca condotto dal Parco, con i fondi del Ministero dell’Ambiente destinati al monitoraggio della biodiversità».
L’Arvicola delle nevi è un roditore presente su alcune catene montuose dell’Europa centro-meridionale e del Vicino Oriente; in Italia è presente sulle Alpi e su alcuni massicci dell’Appennino settentrionale e abruzzese, mentre la sua presenza sui Monti Sibillini era stata segnalata in passato, in particolare da B. Ragni nel 1977, ma non confermata successivamente, nemmeno durante specifiche ricerche effettuate nel 2004.
«Le ricerche condotte quest’anno hanno quindi finalmente risolto il mistero – sottolineano al Parco – accertando che questo grazioso roditore vive anche sui Monti Sibillini, dove si nasconde molto bene tra i sassi dei ghiaioni di alta quota, come quelli che circondano il Lago di Pilato. La biodiversità del Parco può così ufficialmente annoverare una nuova specie faunistica, che rappresenta anche una nuova specie di mammifero per le Marche».
L’Ente Parco sottolinea che la conferma che Chionomys nivalis vive anche nei Monti Sibillini «Rende ancora di più importante un comportamento responsabile da parte di tutti gli escursionisti ed appassionati di montagna, nel rispetto dell’ambiente e delle norme del Parco tra cui, in particolare, quelle di tutela dei ghiaioni. Evitiamo quindi di attraversare i ghiaioni che, come ora sappiamo, sono anche il fragile habitat dell’Arvicola delle nevi».