La diminuzione della biodiversità dell’avifauna statunitense è legata agli insetticidi neonicotinoidi

Forte calo delle specie delle praterie. Rivedere le politiche che consentono l'uso di neonicotinoidi

[17 Agosto 2020]

In tutti gli Usa la biodiversità dell’avifauna è in rapida diminuzione: dal 1970 la popolazione complessiva di uccelli è diminuita del 29%, mentre gli uccelli delle praterie sono diminuiti di un allarmante 53%. E’ un bel problema, perché gli uccelli svolgono un ruolo essenziale negli ecosistemi di tutto il mondo e quando il loro numero e le varietà diminuiscono aumentano le popolazioni di insetti nocivi e diminuisce l’impollinazione delle piante di cui ci cibiamo, con un impatto negativo sulla produzione alimentare e sulla salute umana.

Le probabili ragioni del declino di questo vasto e devastante declino includono l’agricoltura industriale, l’utilizzo di  pesticidi, la conversione di prati in terreni agricoli e il cambiamento climatico. Ora il nuovo studio “Neonicotinoids and decline in bird biodiversity in the United States”, pubblicato su Nature Sustainability da Yijia Li e da Madhu Khanna  del Department of Agricultural and Consumer Economics dell’università dell’Illinois – Urbana, e da Ruiqing Miao, del Department of Agricultural Economics and Rural Sociology dell’Auburn University, indica un altro fattore importante: l’aumento dell’uso di insetticidi neonicotinoidi.

Khanna, che insegna economia agricolo e consumo, sottolinea che «Numerosi studi hanno dimostrato che i neonicotinoidi – pesticidi a base di nicotina – influenzano negativamente le api selvatiche, le api da miele e le farfalle, ma gli studi su larga scala sull’impatto del pesticida sugli uccelli sono stati limitati. Questo rappresenta il primo studio su scala nazionale, su un periodo di 7 anni, utilizzando i dati di centinaia di specie di uccelli in 4 diverse categorie: uccelli delle praterie, uccelli non delle praterie, insettivori e non insettivori. Dopo aver controllato gli effetti dei cambiamenti nell’utilizzo del suolo, abbiamo scoperto solide prove dell’impatto negativo dei neonicotinoidi, in particolare sugli uccelli delle praterie, e in una certa misura sugli uccelli insettivori».

Khanna, Li e Miao hanno analizzato le popolazioni di uccelli dal 2008 al 2014 in relazione ai cambiamenti nell’uso dei pesticidi e nella superficie agricola e  hanno scoperto che «Un aumento di 100 chilogrammi per contea dell’uso di neonicotinoidi – un aumento del 12% in media – ha contribuito a un calo del 2,2% nelle popolazioni di uccelli delle praterie e dell’1,6% negli uccelli insettivori. In confronto, l’uso di 100 chilogrammi di pesticidi non neonicotinoidi è stato associato a una diminuzione dello 0,05% negli uccelli delle praterie  e a un calo dello 0,03% negli uccelli non delle praterie, negli uccelli insettivori e negli uccelli non insettivori».

Dato che gli impatti si accumulano, il team di ricerca stima che, ad esempio, «l’uso di 100 chilogrammi di neonicotinoidi per contea nel 2008 abbia ridotto del 9,7% entro il 2014 le popolazioni totali uccelli delle praterie». Risultati suggeriscono che «L’uso di neonicotinoidi ha un effetto relativamente ampio sul declino della popolazione di uccelli importanti e che questi impatti crescono nel tempo».

Secondo lo studio, gli impatti negativi sulle popolazioni di uccelli sono concentrati nel Midwest, nella California meridionale e nei Northern Great Plains e i ricercatori sono convinti che «L’effetto dei neonicotinoidi potrebbe derivare direttamente dal fatto che gli uccelli che consumano semi di colture trattate e che influenzano indirettamente le popolazioni di insetti di cui si nutrono» e avvertono che «Il consumo di pochi semi è sufficiente per causare danni a lungo termine alla riproduzione e allo sviluppo degli uccelli».

Lo studio comprendeva dati sulle popolazioni di uccelli e sulla diversità delle specie provenienti dal censimento degli uccelli nidificanti nel Nord America, un database completo con dati provenienti da circa 3.000 rotte degli uccelli negli Stati Uniti. I ricercatori hanno correlato i dati sugli uccelli con l’utilizzo dei pesticidi, nonché con i dati satellitari sulla superficie coltivata agricola e sull’uso del suolo urbano. Hanno esaminato se anche la produzione agricola industriale e la conversione dei prati in terreni agricoli contribuissero al declino degli uccelli e dicono che «I risultati hanno mostrato un piccolo effetto negativo sugli uccelli delle praterie correlato all’espansione dei terreni coltivati, ma nessun effetto significativo su altri tipi di uccelli. Mentre negli ultimi due decenni l’utilizzo degli i altri pesticidi è stato piatto o in declino, l’uso di neonicotinoidi è cresciuto in modo esponenziale e i ricrcatori fanno notare che «I neonicotinoidi sono notevolmente più tossici per gli insetti e persistono più a lungo nell’ambiente».

Khanna, Li e Miao concludono: «Questa ricerca fornisce un supporto convincente per la revisione delle politiche che consentono l’uso di neonicotinoidi da parte dell’US Environmental Protection Agency incorporando considerazioni sulle implicazioni di questi pesticidi per gli habitat degli uccelli».