I dati sono relativi a 11.600 navi che hanno emesso nel 2018 138 milioni di tonnellate di anidride carbonica

Trasporto marittimo: emissioni di CO2 totali pari al 3,7%, ma non è l’unico problema

La Commissione Ue ha pubblicato un nuovo rapporto sul trasporto marittimo, ignorando però la questione inquinamento da ossido di zolfo

[17 Agosto 2020]

Emissioni di CO2  da 11.600 navi per un totale di oltre 138 milioni di tonnellate nel 2018. Che rappresentano il 3,7% delle emissioni totali di CO2 nell’Ue. Sono i dati contenuti in un rapporto fornito oggi dalla Commissione Ue che si basa su quanto comunicato dalle società armatrici fino a settembre 2019 ai sensi del regolamento UE sul monitoraggio, la comunicazione e la verifica (MRV) delle emissioni di CO2 del trasporto marittimo.

Il rapporto mostra che circa i due terzi delle emissioni segnalate sono legate a viaggi verso o da un porto al di fuori del Spazio economico europeo (SEE). I viaggi all’interno del SEE rappresentano solo il 32% delle emissioni totali di CO2 e le emissioni delle navi nei porti SEE il 6% del totale. Nel confrontare le emissioni tra diversi tipi di navi, le portacontainer hanno rappresentato la quota maggiore delle emissioni totali, con oltre il 30%.

Nello studio, però, si ignora completamente il fatto che le navi inquinino, in particolare l’annosa questione degli ossidi di zolfo. Ricordiamo che ad esempio le navi  da crociera circolanti nelle acque europee, secondo le ricerche di Transport&Environment (T&E), inquinano 20 volte di più di tutte le auto che percorrono le strade dell’Ue .

Secondo T&E nel 2017, quindi nell’anno precedente a quello preso in esame dal suddetto rapporto, sarebbero state immesse in atmosfera 62 mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155 mila tonnellate di ossidi di azoto, 10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 milioni di tonnellate di CO2 (pari a quella emessa da Lettonia, Lussemburgo e Cipro insieme). Proprio sulla base del dato sugli ossidi di zolfo (SOx), la valutazione che  è risultata 20 volte superiore a quella emessa dall’intero comparto automobilistico circolante lo stesso anno nell’Unione europea (circa 260 milioni di veicoli).

Il rapporto della Commissione invece non fornisce i dati del trasporto marittimo riguardo a queste emissioni e si limita ad affaermare che “l’efficienza energetica tecnica della flotta monitorata è generalmente paragonabile a quella della flotta mondiale (ad eccezione delle navi portacontainer di piccole dimensioni)”. Inoltre “la maggior parte della flotta monitorata soddisfa già gli standard globali di efficienza energetica applicabili nel periodo 2020-2025. In termini di efficienza energetica operativa, la stragrande maggioranza delle navi ha ridotto la propria velocità rispetto al 2008 (da -15 a -20%). La crociera a velocità più basse consente di risparmiare energia e carburante e può ridurre significativamente le emissioni di CO2.”.

La situazione appare invece ben più complessa. Con un inquinamento molto più importante e con misure di riduzione ancora troppo timide.