Avanti nonostante l’inchiesta antifrode Olaf e le perplessità della Corte dei conti francese

Renzi e Hollande scavano il tunnel TAV Torino-Lione, e chiedono all’Ue il 40% dei finanziamenti

I verdi francesi ed europei: «E’ un progetto del secolo scorso. 26 miliardi di costi, un’aberrazione»

[25 Febbraio 2015]

Non si è fatta attendere la risposta del premier italiano Matteo Renzi e del presidente francese François Hollande alla manifestazione No TAV del 21 febbraio a Torino, che li ha accusati di sprecare denaro pubblico in un’opera inutile: ieri hanno ufficialmente chiesto all’Unione europea  di sovvenzionare il tunnel TAV e questo solo qualche giorno dopo l’apertura di un’inchiesta sulla Torino-Lione da parte dell’Ufficio anti-frode dell’Ue, Olaf,

Ieri, approfittando del summit franco-italiano tenutosi a Parigi, Renzi  ed Hollande hanno firmato un accordo per l’avvio dei lavori del tunnel della Lione-Torino nel 2016. Va ricordato che l’opera è stata criticata anche dalla Corte dei conti francese, che la ritiene troppo costosa e non prioritaria, ma secondo Hollande «Possiamo ormai dire che la Torino-Lione non è solo programmata, ma lanciata. La sua realizzazione richiederà ancora del tempo, ma non c‘è più alcun freno, alcun ostacolo per procedere nella realizzazione di quest’opera nel 2016» ed ha aggiunto che il calendario si svilupperò in due fasi: la prima riguarderà le autorizzazioni giuridiche, la seconda il finanziamento».

Renzi invece ha evitato prudentemente di parlare di TAV nella conferenza stampa congiunta con Hollande, ma EurActiv.fr ricorda che «Il progetto deve far fronte ad una opposizione molto forte in Italia, dove le manifestazioni contro il progetto si moltiplicano» e riguardano  sia la sua utilità che il costo».

Ma anche in Francia l’opposizione alla Lyon-Turin è in amento e gli ex alleati di governo di Hollande di Europe-Ecologie Les Verts dicono che «E’ un progetto del secolo scorso che la Francia e l’Italia si intestardiscono a sostenere contro il buon senso e l’opposizione delle popolazioni interessate. Con un costo faraonico stimato in più di 26 miliardi e dei costi che prendono il volo, questo progetto è un’aberrazione, mentre la capacità del tunnel del Mont-Cenis è largamente sufficiente per assorbire una crescita del trasporto ferroviario per lunghi anni» . Ma i governi italiano e francese non mollano l’osso del TAV e chiedono all’Europa di finanziare una parte del tunnel transalpino attraverso  Connecting Europe facility (Cef). Concludendo il summit parigino Renzi ed Hollande in un comunicato congiunto sottolineano che «I nostri due paesi hanno anche firmato il dossier di sovvenzione presso la Commissione europea e chiedono una partecipazione dell’Europa ad un livello del 40% dei costi dei lavori del tunnel di base».

Il Cef dovrebbe così finanziare per il 40% gli 8,5 miliardi di euro che dovrebbe costare il tunnel di 57 km Italia-Francia, cioè 3,4 miliardi, il resto ce lo metterebbero Francia ed Italia.

La presidente dei Verdi europei ed esponente di Green Italia, Monica Frassoni, si rivolge direttamente a Renzi ed Hollande: « In un momento in cui l’Europa esige sforzi finanziari da parte di tutti i cittadini con misure di austerità e nega l’aiuto a paesi più in difficoltà come la Grecia, come potreste dare inizio ad un cantiere definitivo senza provarne prima l’equilibrio finanziario? Questo progetto appartiene al passato, le sue conseguenze non sono né giustificate né giustificabili. Il futuro non sarà considerato sostenibile se non impariamo a valorizzare le infrastrutture già esistenti».

Non è detto che la cosa vada a buon fine: gli Stati membri dell’Ue hanno tempo fino al 27 febbraio per presentare alla Commissione Ue i progetti finanziabili attraverso il Cef e poi la Commissione dovrà dire quali sono i progetti più urgenti e validi e sulla Torino-Lione è sospesa la spada di Damocle dell’inchiesta Olaf avviata dopo una denuncia degli eurodeputati verdi che accusano il progetti di essere costoso ed inutile e di essere stato infiltrato da interessi mafiosi sul versante italiano, mentre su quello francese ci sarebbero pesanti conflitti di interesse.

L’eurodeputata verde francese Karima Delli, che fa parte della Commissione trasporti del Parlamento europeo,  conclude: «La palla è ormai nel campo della Commissione europea che deve essere responsabile, rifiutando ogni finanziamento a questo progetto inutile. Mentre dei sospetti di frode pesano sul progetto della linea TGV Lyon-Turin, il progetto non garantisce alcuna creazione di posti di lavoro, mette in pericolo l’ambiente e la salute dei cittadini, i governi francese ed italiano continuano a nascondere la faccia volendo finanziare un progetto obsoleto».