Qualità dell’aria, per Arpat in Toscana c’è «una situazione nel complesso positiva»

Le uniche criticità riguardano tre inquinanti: PM10, NO2 e Ozono, ma per i primi due si registra un miglioramento negli ultimi anni

[8 Agosto 2019]

Se negli ultimi 40 anni la qualità dell’aria in Italia è migliorata, come testimonia l’ultima ricerca condotta in merito dal Cnr insieme all’Università degli Studi di Milano – anche se l’inquinamento atmosferico causa ancora 84.300 morti l’anno, triste record europeo –, anche in Toscana il trend è positivo. A testimoniarlo è la “Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella regione Toscana – Anno 2018” appena pubblicata dall’Arpat, secondo la quale il panorama emerso dall’analisi dei dati forniti dalle rete regionale di monitoraggio di qualità dell’aria, dei dati forniti dalle stazioni locali e dall’analisi delle serie storiche indica «una situazione nel complesso positiva».

Come spiegano dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana «le uniche criticità riguardano, analogamente al passato, tre inquinanti: PM10, NO2 e Ozono», anche se «per quanto riguarda PM10 ed NO2 la situazione toscana ha confermato nel 2018 il trend positivo già cominciato gli ultimi anni». Mancano invece sensibili progressi sul fronte dell’ozono, un inquinante secondario (ossia non prodotto direttamente dall’attività antropica bensì originato dalle reazioni fotochimiche di inquinanti primari emessi sia dalle attività dell’uomo, che da processi naturali) tipicamente estivo: le concentrazioni di ozono sono influenzate da diverse variabili metereologiche, come l’intensità della radiazione solare, la temperatura, la direzione e la velocità del vento.

Più nel dettaglio, per quanto riguarda il PM10 il limite di 40 μg/m3 come media annuale è rispettato in tutte le stazioni, mentre i valori guida (VG) dell’OMS – più restrittivi rispetto ai limiti del D.Lgs. 155/2010 attualmente vigente in Italia, che indicano come media annuale 20 μg/m3 – non sono state rispettati nel 2018 nel 56% delle stazioni di rete regionale. Il limite massimo pari a 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50μg/m3 non è stato rispettato soltanto in una stazione di fondo della Zona del Valdarno Pisano e Piana Lucchese, mentre il VG OMS (massimo 3 superamenti annui) per quanto riguarda i superamenti del limite giornaliero non è stato rispettato da 19 stazioni su 34, pari anche in questo caso al 56% del totale. Allargando il campo d’osservazione i valori medi annui per il PM10 registrati in tutte le stazioni di Rete regionale sono stati contenuti in tutto l’ultimo quinquennio, mantenendosi abbondantemente inferiori al limite di legge per tutte le tipologie di stazione (l’ultimo superamento del limite di legge risale al 2009 nella stazione di traffico di Firenze-Gramsci), e anche il numero di stazioni che non rispettano il limite dei 35 giorni ha manifestato la tendenza a diminuire negli anni, diventando nell’ultimo triennio un fenomeno che in Toscana ha interessato soltanto pochissime stazioni di fondo.

Il valore limite di 40 μg/m3 (lo stesso indicato dall’OMS) come media annuale per l’NO2 non è stato invece rispettato soltanto in una delle due stazioni di traffico dell’agglomerato di Firenze, mentre il limite massimo di 18 superamenti della media oraria di 200 μg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni, così come quello molto più restrittivo, indicato dall’OMS, che consiste in 0 superamenti. Anche il trend delle medie annuali di biossido di azoto degli ultimi anni tende alla diminuzione: il numero di stazioni che ha superato il valore limite per la media annuale è diminuito nel corso degli anni, e come già accennato nel 2018 è rimasta soltanto una criticità, per la stazione di traffico di Firenze-Gramsci.

Va meno bene con l’Ozono, per il quale è stata confermata la criticità nei confronti di entrambi i valori obiettivo previsti dalla normativa, che sono stati superati nel 70-80% delle stazioni. Per l’ozono il valore guida dell’OMS è una media mobile di 8 ore che non deve mai superare 100 μg/m3, nettamente inferiore al valore obiettivo della vigente normativa che indica una media mobile di 120 μg/m3 da non superare più di 25 volte: nel 2018 il valore guida dell’OMS è stato ampiamente superato nel 100% delle stazioni. E purtroppo i valori di concentrazione di ozono in Toscana si sono mantenuti elevati e critici per tutto l’ultimo decennio: l’andamento degli indicatori calcolati sui dati di ozono dell’ultimo decennio non mostra un trend positivo o negativo, ma indica un costante superamento del valore obiettivo in gran parte della regione.

Come migliorare? Come spiegano sempre da Arpat «un comportamento consapevole del cittadino e l’adozione di politiche nazionali ed internazionali volte alla riduzione degli ossidi di azoto e delle sostanze organiche volatili possono avere effetti benefici sull’eccessiva concentrazione di ozono nell’aria. Ciascuno può contribuire, riducendo ad esempio l’uso dell’auto e generalmente gli sprechi di energia, ma anche utilizzando vernici all’acqua invece di quelle al solvente, e limitando la quantità di smacchiatori e solventi che si usano in casa».

L. A.