Onde sonore per catturare le microplastiche delle acque reflue delle lavatrici

Una volta lavati, i nostri vestiti rilasciano microfibre che finiscono in fiumi e oceani. Un nuovo dispositivo potrebbe interrompere questo ciclo

[20 Dicembre 2019]

Secondo l’Unep e il World Economic Forum, entro il 2050 negli oceani potrebbe esserci più plastica che nei pesci e la maggior parte è e sarà costituita da pezzi microscopici. Una delle principali fonti di microplastiche sono i tessuti sintetici che, ogni volta che facciamo il bucato rilasciano minuscole fibre.
Il nuovo studio “Acoustic focusing of microplastics in microchannels: A promising continuous collection approach”, pubblicato su Sensors and Actuators B: Chemical da un team di ricercatori giapponese – Yoshitake Akiyama, Takatoshi Egawa, Kiyoshi Koyano e Hiroshi Moriwaki – illustra un modo semplice ed efficace per raccogliere microfibre e microsfere di plastica dall’acqua utilizzando le onde sonore. Una tecnica che potrebbe aiutare a catturare le microplastiche dagli scarichi delle lavatrici, prevenendo l’inquinamento da microfibre di fiumi e oceani.
Su Anthropocene Prachi Patel ricorda che le microplastiche hanno invaso fiumi, laghi, mari e oceani in due modi: la degradazione dei pezzi di plastica più grandi e le acque reflue, anche quelle depurate, visto che gli impianti di trattamento non rapprsentano una barriera per le mini-microplastiche. E il bucato è uno dei grandi responsabili dell’inquinamento da microplastiche nelle acque reflue. I nostri vestiti sono sempre più realizzati con fibre sintetiche come acrilico, nylon e polietilene o anche con plastica riciclata. Una volta lavati in lavatrice rilasciano microfibre che vengono scaricate nelle acque reflue. Un recente studio ha scoperto che anche nei detersivi per il bucato ci sono minuscole microsfere di plastica.
Oltre a fluttuare in mare per decenni, le microplastiche finiscono per essere mangiate da zooplancton, coralli, plancton e pesci, risalendo la catena alimentare marina fino a finire nei piatti e negli stomaci degli esseri umani che le hanno prodotte. Gli effetti a lungo termine di questa esposizione plastica per la fauna marina e gli uomini non sono noti.
Il nuovo sistema, progettato dai ricercatori del Dipartimento di ingegneria meccanica e robotica della Facoltà delle scienze tessili e tecnologia della Shinshu University, utilizza un dispositivo piezoelettrico che converte l’elettricità in vibrazioni meccaniche, applicando onde sonore vibranti a un sottile canale di acque reflue contenente microsfere di plastica e microfibre.
Le onde vengono focalizzate sul centro del canale, il che permette di concentrare le particelle di plastica. Subito a valle del dispositivo piezoelettrico, il canale si divide in tre. La plastica concentrata nel canale centrale viene raccolta, mentre l’acqua ripulita scorre dai due canali laterali. Nei test di laboratorio, il sistema giapponese ha catturato il 95% percento delle microfibre di polietilene e il 99% delle microfibre di nylon.
Secondo Patel, «Un aspetto negativo è che il processo è lento, ma se i ricercatori potessero trovare un modo per renderlo più veloce, un dispositivo come questo potrebbe essere integrato negli scarichi delle lavatrici per filtrare le microplastiche».