Oms: miliardi di persone respirano ancora aria malsana

Oltre 6.000 città controllano la qualità dell'aria e nei Paesi a reddito medio e basso si respira aria peggiore

[4 Aprile 2022]

Il 99% della popolazione mondiale respira aria che supera i limiti di qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e minaccia la loro salute. Attualmente, oltre 6000 città in 117 Paesi stanno  monitorando la qualità dell’aria, non sono state mai così tante, ma i loro abitanti respirano ancora livelli malsani di particolato fine e biossido di azoto, e le persone dei Paesi a reddito basso e medio sono quelle che subiscono le esposizioni più elevate.

Risultati che hanno spinto oggi l’Oms a sottolineare «L’importanza di limitare l’uso di combustibili fossili e di adottare altre misure tangibili per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico. Infatti, in vista del World Health Day (il 7 aprile), l’Oms ha pubblicato l’aggiornamento 2022 del suo database della qualità dell’aria che introduce, per la prima volta, le misurazioni al suolo delle concentrazioni medie annuali di biossido di azoto (NO2), un inquinante urbano comune e precursore del particolato e dell’ozono. Il database Oms include anche misurazioni di particolato 10 μm (PM10) o 2,5 μm (PM25) e ricorda che «. Entrambi i gruppi di inquinanti provengono principalmente dalle attività umane legate alla combustione di combustibili fossili».

L’Oms evidenzia che «Il nuovo database sulla qualità dell’aria è finora il più ampio per la sua copertura dell’esposizione all’inquinamento atmosferico a terra. Circa 2.000 città/insediamenti umani in più stanno registrando dati di monitoraggio del suolo per il particolato, PM10 e/o PM2,5, rispetto all’ultimo aggiornamento. Questo segna un aumento di quasi 6 volte dei rapporti da quando il database è stato lanciato nel 2011. Nel frattempo, la base di prove per i danni causati dall’inquinamento atmosferico al corpo umano è cresciuta rapidamente e indica danni significativi causati da livelli anche bassi di molti inquinanti atmosferici. Il particolato, in particolare il PM2,5, è in grado di penetrare in profondità nei polmoni ed entrare nel flusso sanguigno, causando impatti cardiovascolari, cerebrovascolari (ictus) e respiratori. Vi sono prove emergenti che il particolato abbia un impatto su altri organi e causi anche altre malattie. L’NO2 è associato a malattie respiratorie, in particolare asma, che portano a sintomi respiratori (come tosse, efisema o difficoltà respiratorie), ricoveri ospedalieri e visite al pronto soccorso».

Nel 2021, nel tentativo di aiutare i Paesi a valutare meglio la salubrità della loro aria, l’Oms ha rivisto le sue linee guida sulla qualità dell’aria, rendendole più rigorose. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che «Le attuali preoccupazioni energetiche evidenziano l’importanza di accelerare la transizione verso sistemi energetici più puliti e sani. I prezzi elevati dei combustibili fossili, la sicurezza energetica e l’urgenza di affrontare le due sfide per la salute dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico, sottolineano la pressante necessità di andare più velocemente verso un mondo che sia molto meno dipendente dai combustibili fossili».

Diversi governi stanno adottando misure per migliorare la qualità dell’aria, ma l’OMS chiede una rapida intensificazione delle azioni per: Adottare o rivedere e implementare gli standard nazionali di qualità dell’aria secondo le ultime linee guida dell’Oms sulla qualità dell’aria; Monitorare la qualità dell’aria e identificare le fonti di inquinamento atmosferico; Sostenere la transizione verso l’uso esclusivo di energia pulita domestica per cucinare, riscaldare e illuminare; Costruire sistemi di trasporto pubblico sicuri e convenienti e reti adatte ai pedoni e ai ciclisti; Implementare standard più severi di efficienza e emissioni dei veicoli e imporre l’ispezione e la manutenzione obbligatorie per i veicoli; Investire in alloggi a basso consumo energetico e che producano energia; Migliorare la gestione dei rifiuti industriali e urbani; Ridurre l’incenerimento dei rifiuti agricoli, gli incendi boschivi e alcune attività agroforestali (es. produzione di carbone); Includere l’inquinamento atmosferico nei programmi di studio per gli operatori sanitari e fornire strumenti per il coinvolgimento del settore sanitario. ‘

Tra i 117 Paesi che monitorano la qualità dell’aria, nel 17% delle città dei Paesi ad alto reddito la qualità dell’aria  scende al di sotto delle linee guida dell’Oms per PM2,5 o PM10  Nei paesi a basso e medio reddito, meno dell’1% delle città rispetta le sogli di qualità dell’aria raccomandate dall’Oms. Globalmente, «I Paesi a basso e medio reddito sperimentano ancora una maggiore esposizione a livelli malsani di PM rispetto alla media globale – dice l’Oms – ma i modelli di NO2 sono diversi e mostrano una differenza minore tra i Paesi ad alto e basso e medio reddito».

Circa 4.000 città/insediamenti umani in 74 Paesi raccolgono dati sull’NO2 a livello del suolo. Aggregate, queste misurazioni dimostrano che «Aolo il 23% delle persone in questi luoghi respira concentrazioni medie annuali di NO2 che soddisfano i livelli nella versione recentemente aggiornata delle Linee guida sulla qualità dell’aria dell’Oms».

Maria Neira, direttrice del Dipartimento per l’ambiente, i cambiamenti climatici e la salute dell’Oms , commenta: «Dopo essere sopravvissuti a una pandemia, è inaccettabile avere ancora 7 milioni di decessi prevenibili e innumerevoli anni di buona salute persi prevenibili a causa dell’inquinamento atmosferico. Questo è quel che stiamo dicendo quando osserviamo la montagna di dati, prove e soluzioni disponibili sull’inquinamento atmosferico. Eppure troppi fondi vengono ancora investiti in un ambiente inquinato piuttosto che in un’aria pulita e sana»

Le persone che vivono nei Paesi a basso e medio reddito sono le più esposte all’inquinamento atmosferico. Sono anche le meno coperte in termini di misurazione della qualità dell’aria, ma la situazione sta migliorando. L’Europa e, in una certa misura, il Nord America, restano le regioni con i dati più completi sulla qualità dell’aria. In molti Paesi a basso e medio reddito, tra l’ultimo aggiornamento del database nel 2018 e questo, sebbene le misurazioni del PM2,5 non siano ancora disponibili, hanno visto grandi miglioramenti per le misurazioni con altri 1.500 insediamenti umani in questi Paesi che monitorano la qualità dell’aria.

L’Oms ricorda  che «La base di prove per i danni causati dall’inquinamento atmosferico è cresciuta rapidamente e indica danni significativi causati anche da livelli bassi di molti inquinanti atmosferici. L’anno scorso, l’Oms ha risposto rivedendo le sue linee guida sulla qualità dell’aria per riflettere le prove, rendendole più rigorose, in particolare per PM e NO2, un’iniziativa fortemente sostenuta dalla comunità sanitaria, dalle associazioni mediche e dalle organizzazioni di pazienti. Il database 2022 mira a monitorare lo stato dell’aria nel mondo e alimenta il monitoraggio dei progressi degli Obiettivi di sviluppo sostenibile».

Quest’anno la Giornata mondiale della salute  concentrerà l’attenzione globale sulle azioni urgenti necessarie per mantenere in salute gli esseri umani e il pianeta e promuovere un movimento per creare società incentrate sul benessere. L’Oms stima che «Oltre 13 milioni di decessi in tutto il mondo ogni anno siano dovuti a cause ambientali evitabili».