Nazionalizzata la miniera d’oro che avvelena i ghiacciai del Kirghizistan

Vinta la battaglia legale e politica con la multinazionale canadese Centerra, accusata anche di sostenere e corrompere la precedente dittatura

[1 Agosto 2022]

Quasi 30 anni fa il Kirghizistan firmò un progetto che avrebbe dovuto arricchire la ex repubblica sovietica e il suo popolo ma che presto si trasformò in una catastrofe ecologica e in violazioni dei diritti umani. Si tratta della gigantesca miniera d’oro di Kumtor, gestita dalla canadese Centerra Gold che si è trasformata in una guerra tra la multinazionale e lo Stato quando è salito al potere Sadyr Japarov che da tempo criticava duramente l’accordo con il precedente regime autoritario.

Japarov, che in un anno e mezzo ha già deluso le speranze di democrazia dei kirghizi,  ha subito firmato una legge  che consente allo Stato di assumere la gestione della miniera se le indagini che aveva ordinato fossero arrivate alla conclusione che le attività minerarie di Centerra Gold avessero violato gli standard ambientali. Poi, mentre Centerra stava avviando un ricorso legale internazionale, il governo di Japarov ha assunto il controllo totale del sito di Kumtor è ha chiuso la sede dell’impresa canadese in Kirghizistan.

La miniera di Kumtor è un enorme scavo realizzato sul fianco della catena montuosa del Tien Shan nell’est del Kirghizistan ed è la seconda miniera di estrazione d’oro a quota più elevata al mondo. Ogni anno produce quasi 16 tonnellate d’oro, con un impatto ambientale devastante su un habitat montuoso unico. Effetti ai quali si aggiungono quelli del riscaldamento c globale che sta colpendo duramente l’Asia Centrale: gli esperti temono che lo scioglimento dei ghiacciai stia minacciando di inondare un sito di lagunaggio della miniera contenente enormi volumi di acqua contaminata da cianuro e altre sostanze chimiche utilizzate dai minatori per estrarre e lavorare l’oro. Se questo “stagno” tossico dovesse esondare o le sue sponde cedessero, potrebbe causare la contaminazione catastrofica di un fiume vicino che fornisce acqua a milioni di kirghisi.

Il governo di Dushambe accusa Centerra anche di una serie di pratiche commerciali illegali e ha inflitto alla multinazionale canadese una multa da 3 miliardi di dollari per attività  pericolose e una tassa di 170 milioni di dollari. Secondo le stime del governo, rese note da un’inchiesta del canale di news kirghiso KTRK, la compagnia mineraria canadese si è intascata circa 11,5 miliardi di dollari e ha dato al Kirghizistan solo 1,5 miliardi di dollari, non risarcendo i danni ambientali e paesaggistici inferti a quello che una volta era un territorio incontaminato. L’inchiesta rivela che già nel 2012 una commissione parlamentare aveva concluso che Centerra non disponeva di permessi adeguati per lo stoccaggio delle scorie minerarie sul ghiacciaio e deplorava anche il fatto che il governo consentisse alla multinazionale canadese di utilizzare gratuitamente 135 milioni di litri di acqua pura del ghiacciaio, avvertendo che i contaminanti dell’attività mineraria stacano avvelenando lo stesso ghiacciaio dal quale veniva prelevata l’acqua.

Centerra ha sempre respinto queste accuse come infondate e ha detto che il governo del Kirghizistan avrebbe fatto meglio a preoccuparsi per i molto più gravi impatti del cambiamento climatico sui suoi ghiacciai.  Ma già nel 2015 Jakub Kronenberg, ricercatore dell’università polacca di Lodz, avvertiva che «Kumtor è la più grande operazione mineraria che interferisce con i ghiacciai in tutto il mondo» e denunciava che, «In termini assoluti, il suo impatto sulle calotte glaciali è enorme. Altre operazioni minerarie che interessano i ghiacciai in misura minore rispetto a Kumtor hanno incontrato opposizione.L’esempio migliore è la miniera di Pascua-Lama sul confine cileno-argentino, che è stata sospesa a causa delle proteste contro la rimozione di ghiacciai molto più piccoli»,

Mentre, Bishkek, hanno presentato la presa di controllo della miniera come una vittoria per l’ecologia e lo stato di diritto, la decisione viene criticata dai governi occidentali che ci vedono una potenziale espropriazione da parte dello stato. In una dichiarazione congiunta, le ambasciate canadese e britannica in Kirghizistan, minacciano: «La nazionalizzazione del giacimento aurifero avrebbe implicazioni di vasta portata per gli investimenti diretti esteri in Kirghizistan». Il ministero degli esteri canadese si è detto «Deluso dal fatto che questa disputa tra gli investitori stranieri e il governo della Repubblica del Kirghizistan non potesse essere stata risolta in modo trasparente dalle parti che lavoravano insieme».

Ma alcuni osservatori fanno notare che il destino della miniera era già scritto quando è salito al potere Japarov, un ed ex comandante dell’esercito sovietico che utilizza un’incendiaria retorica populista contro i suoi avversari  e che è uscito di prigione alla fine del 2020, liberato dalla folla in rivolta, dove stava scontando una pena detentiva di 11 anni e mezzo per il suo presunto ruolo nel rapimento di un rivale politico. La rivoluzione ha defenestrato il dittatore Sooronbay Jeenbekov, Japarov è stato rapidamente assolto da tutte le accuse precedenti ed eletto primo ministro ad interim dal parlamento del Paese, prima di ottenere una schiacciante vittoria elettorale per diventare lui stesso presidente con il 79% dei voti.

Quando era all’opposizione, Japarov è diventato famoso per aver organizzato una serie di vivaci proteste per chiedere la nazionalizzazione di Kumtor. Durente queste manifestazioni, nel 2013, ci furono durissimi scontri con la polizia e la nazionalizzazione di Kumtor è stata uno dei punti centrali delle proteste che hanno portato alla caduta del regime autoritario di Jeenbekov: i manifestanti assalirono sia i palazzi del potere che gli uffici di Centerra a Bishkek mentre altri gruppi davano alle fiamme le strutture della miniera.

Da premier ad interim, Japarov aveva inizialmente ha cercato di calmare le tensioni e aveva detto che invece di nazionalizzare definitivamente la miniera sarebbe stato meglio rivedere gli accordi di estrazione dell’oro, anche per rimpinguare il bilancio dello Stato. Ma anche promesso subito che avrebbe fatto arrestare tutti coloro che erano coinvolti in pratiche corruttive con  le multinazionali straniere.

Poi sono cominciati a girare sui social media filmati nei quali i manifestanti del 2013 venivano picchiati e torturati dalla polizia kirghisa con l’appoggio di vigilantes di Centerra e Japarov, ormai diventato presidente, ha ripreso ad accusare la multinazionale canadese di derubare il Kirghizistan e di aver aiutato la dittatura a reprimere il popolo.

Di fronte a questa offensiva politica, Scott Perry, presidente e amministratore delegato di Centerra, aveva dichiarato che le autorità di Dushanbe «Hanno agito con sorprendente velocità dall’inizio di quest’anno per minare le basi su cui è stata gestita la miniera di Kumtor e si sono rifiutate di impegnarsi con noi su tutte le questioni che ritengano essere oggetto di controversia». Per questo la compagnia mineraria aveva chiesto un arbitrato indipendente ed esterno al Kirghizistan».

Secondo Perry, il governo kirghiso, «Viola i suoi obblighi ai sensi dei suoi accordi di investimento. Le prestazioni ambientali della miniera di Kumtor aderiscono agli standard internazionali ed è stato verificato più volte, tra gli altri, dal consulente ambientale del governo kirghiso”< (…) che hanno confermato che la miniera di Kumtor è gestita in conformità con le migliori pratiche internazionali e le sue raccomandazioni per il miglioramento sono state implementate dalla Società. Riteniamo che le azioni del governo facciano parte di uno sforzo concertato per costringere Centerra a rinunciare al valore economico o alla proprietà della miniera di Kumtor o per giustificare falsamente una nazionalizzazione della miniera. Le azioni ostili del governo non ci lasciano altra scelta che continuare a proteggere gli interessi di Centerra e dei suoi azionisti con tutti i mezzi legali».

Ma il nuovo governo kirghiso rispondeva arrestando l’ex primo ministro Temir Sariev e accusandolo di corruzione e per aver sottovalutato il rischio ambientale derivante dalla miniera di  Kumtor.

Ad aprile Centerra ha annunciato di rinunciare all’arbitrato internazionale e di aver accettato di vendere i suoi interessi commerciali in Kirghizistan e di abbandonare il  Paese.

Alla fine, il 29 luglio, Centerra Gold ha ceduto la miniera al Kirghizistan con un accordo di trasferimento di proprietà, la cui firma è avvenuta all’ambasciata del Kirghizistan nel Regno Unito. Un comunicato stampa dell’ufficio del presidente del Kirghizistan spiega che «Il 29 luglio 2022, tutti gli atti di trasferimento, le procure e i certificati necessari per la registrazione di un trasferimento completo della proprietà del 100% delle azioni di Kumtor Gold Company e Kumtor Operating Company a Kyrgyzaltyn».

Con questo accordo, il Kirghizistan ottiene il pieno controllo legale della miniera e dell’oro ivi prodotto dal 15 maggio 2021, ha anche diritto al pagamento di dividendi da parte di Centerra Gold per un totale di 11 milioni di dollari, a  un pagamento una tantum di 50 milioni di dollari e a un fondo di bonifica per  la miniera di Kumtor di circa 53 milioni di dollari. In cambio, Kyrgyzaltyn (la compagnia mineraria statale del Kirghizistan) rinuncerà alla sua partecipazione del 26% in Centerra Gold e ai suoi 77,4 milioni di dollari in azioni ordinarie, per un valore totale di circa 972 milioni di dollari, della compagnia mineraria canadese.