Nanotecnologie, il progetto Nanobond finanziato dalla Regione Toscana

Utilizzo di nanotecnologie in ambito ambientale e nella bonifica dei sedimenti

[7 Giugno 2016]

Acque Industriali, azienda del Gruppo Acque che si occupa di trattamento e smaltimento di rifiuti industriali, recupero e smaltimento dei fanghi, bonifiche di siti inquinati e progettazione e gestione nel campo della depurazione industriale, ha partecipato come capofila al bando della Regione Toscana per  Progetti Strategici di ricerca e sviluppo, Por Creo 2014-2020, proponendo il progetto esecutivo “Nanomateriali per la bonifica associata al dewatering di matrici ambientali” –  Nanobond, classificandosi al terzo posto assoluto e al primo posto nella specifica sezione “Chimica e Nanotecnologie”, rientrando così tra i progetti ammessi e finanziati, superando le varie fasi di qualificazione tra circa 450 proposte presentate.

Acque Industriali spiega che «Il progetto è costituito da un partenariato di spessore, multidisciplinare e composto da 5 imprese “dinamiche”, secondo la definizione del Bando: due grandi imprese (la capofila Acque Industriali Srl e la Labromare Srl di Livorno, anch’essa operante nel settore delle bonifiche ambientali), tre piccole-medie imprese (Bartoli SpA cartiera di Capannori – Lucca, Biochemie Laboratori Srl di Firenze, Ergo Srl spin-off dell’Istituto Sant’Anna di Pisa) e due organismi di ricerca pubblici (l’Instm, “Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali” tramite le Università di Siena, Pisa e Firenze, e l’Ispra, sede di Livorno). Inoltre l’Asev di Empoli ha curato tutto l’iter procedurale del bando insieme al “Distretto tecnologico regionale per i nuovi materiali”».

Gli ideatori del progetto sono convinti che «Le nanotecnologie detengono un enorme potenziale di intervento in ambito ambientale, legato allo sviluppo di nanomateriali innovativi per la bonifica di matrici contaminate, da cui il termine nanoremediation. Nanobond, propone una nanoremediation eco-compatibile ed eco-sostenibile su sedimenti marini, salmastri e di acqua dolce, associata a un processo di dewatering che consenta lo sviluppo di vari settori imprenditoriali: dalla bonifica ambientale (Acque Industriali Srl, Labromare Srl e Biochemie Lab Srl) alla produzione di nanomateriali (Bartoli SpA e Instm), allineandoli alle best-practice europee (Instm, Ispra e Ergo Srl) e con significativi impatti su livelli occupazionali e ricchezza dei territori in cui operano tali aziende».

Nanobond utilizza elementi tubolari in geotessile drenante per il dewatering, che vengono impiegati sia per la disidratazione dei fanghi biologici di depurazione che per i sedimenti da dragaggio idraulico, grazie anche all’integrazione con l’azione decontaminante dei materiali nanostrutturati,  questo «permetterà di ridurre notevolmente non solo i volumi e i relativi costi di trasporto, ma anche di abbattere i contaminanti presenti nelle matrici liquide e solide, nonché di trasformare i sedimenti bonificati da “rifiuto” a “risorsa” per la sistemazione degli argini e il recupero della sezione idraulica, fornendo quindi risposte concrete al rischio idrogeologico e ad altre applicazioni. Lo studio e la ricerca saranno sviluppati in particolare su tre matrici di sedimenti: quelli marini del porto di Livorno, quelli salmastri dal Canale dei Navicelli, e quelli di acqua dolce da un canale del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno (ex Fiumi e Fossi di Pisa)».

Il progetto, che dovrà essere completato entro 24 mesi dalla sottoscrizione del contratto con la Regione Toscana da parte del capofila Acque Industriali Srl, avvenuta il 30 marzo 2016, prevede un investimento totale di circa 5 milioni di euro, con un contributo della Regione, come previsto dal Bando, pari a circa 1,9 milioni di euro.