Marea nera al largo della Corsica: al lavoro per trovare i colpevoli

L’inquinamento si estende su 35 Km di mare ed è il primo così esteso da molto tempo

[14 Giugno 2021]

Dopo che l’11 giugno dei  Mirages 2000 in volo di esercitazione  al largo di Solenzara hanno scoperto un  inquinamento che, in totale, si estende su una lunghezza di 35 Km nel mare ad est della c Corsica, il capo della gendarmerie maritime,  il colonnello Jean-Guillaume Remy,  incaricato delle indagini, ha detto che bisogna «Ricostruire il corso degli eventi», raccogliendo campioni degli idrocarburi e immagini satellitari.

In mare sono stati s dispiegati diversi mezzi anti-inquinamento, navi militari e due rimorchiatori oceanici. A terra, dopo che il dell’ Haute-Corse ha avviato il piano Polmar, sono all’opera una sessantina di uomini e donne della sécurité civile, i vigili del fuoco del servizio antincendio e di soccorso dell’Alta Corsica e i gendarmi, mobilitati con attrezzature di controllo e raccolta se l’inquinamento dovesse raggiungere le coste. Un decreto del prefetto dell’ Haute-Corse ha vietato l’accesso alle spiagge dei comuni di Aleria fino a Ventiseri. Il perimetro del divieto può essere rivisto in funzione delle informazioni ricevute sulla deriva della marea nera.

In Corsica e Francia la preoccupazione è grande perché era molto tempo che non si assisteva a una pulizia delle cisterne così imponente ed estesa . Normalmente, la pulizia delle cisterne di una nave deve essere effettuata in porto, affidandosi a un’impresa specializzata e seguendo una procedura specifica per rispettare e norme ambientali, il che rappresenta un costo che alcuni armatori criminali cercano di evitare. Per dissuadere chi potrebbe essere tentato di commettere questi lucrosi atti di pirateria marina ambientale, la préfecture maritime  francese organizza regolarmente operazioni di controllo e, se si rilevano violazioni, vengono sistematicamente avviate azioni legali. In  Francia, l’inquinamento volontario nell’ambiente marino è punito con la reclusione e multe che vanno da 50.000 a 10 milioni di euro, a seconda delle dimensioni della nave.

Remy ha ricordato che «Le prime ore sono molto importanti per raccogliere più informazioni possibili. Questo è il motivo per cui abbiamo immediatamente coinvolto 11 militari specializzati e in questa indagine. La brigade de recherche de la gendarmerie maritime e la sezione di ricerca (…) può subentrare in caso di sviluppo internazionale», cioè di coinvolgimento delle acque italiane o di una nave battente bandiera straniera.

Il colonnello ha spiegato che «Abbiamo iniziato prelevando campioni di petrolio che potrebbero essere utilizzati per il confronto con quelli di navi sospette, anche se questo non è affidabile come un’impronta digitale o  del DNA. Ciò può, tuttavia, costituire una prova».

Poi gli inquirenti francesi utilizzeranno studi sulla deriva degli idrocarburi  di Météo-France e organizzazioni specializzate nella lotta all’inquinamento per definire, utilizzando modelli, lo spazio-tempo in cui è avvenuta quella che sembra una grossa pulizia delle cisterne: «Si cerca quindi di analizzare quella che viene chiamata la condizione della superficie, cioè di identificare quali navi erano presenti nell’area nello spazio-tempo prescelto – spiegano ancora alla gendarmerie maritime – Ci affidiamo a vari dispositivi tecnici come faremmo con la videosorveglianza a terra. La Francia ha il sistema di sorveglianza Spationav che combina i dati raccolti dagli aerei della marina francese, i fari, le registrazioni dei tag e persino i dati satellitari. A questo si aggiungono le risorse di monitoraggio dell’Agenzia europea di salvaguardia marittima, con sede a Lisbona. Una volta individuate le navi che si trovavano nell’area, vengono selezionate quelle che potrebbero, per la loro capacità, essere potenzialmente fonte di inquinamento. Inizialmente, le navi prese di mira  sono considerate testimoni che hanno osservato il degasaggio. E’ una forma di indagine di vicinanza. A poco a poco, raffiniamo. Se la nave individuata è francese, le audizioni saranno svolte dalla gendarmerie maritime. Nel caso di navi provenienti da ​porti stranieri, la giurisdizione specializzata di Marsiglia, sotto l’autorità del prociuratore della Repubblica, può richiedere assistenza internazionale».