Maggior rischio di cancro e mortalità per i lavoratori e chi vive vicino agli impianti petroliferi

Una revisione sistematica e una meta-analisi dell’IARC Oms

[30 Aprile 2021]

Il nuovo studio “Cancer incidence and mortality among petroleum industry workers and residents living in oil producing communities: a systematic review and meta-analysis”, pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health da un team di scienziati del dipartimento di epidemiologia per l’ambiente e lo stile di vita dell’International Agency for Research on Cancer (IARC), fornisce la prova che «I lavoratori dell’industria petrolifera e i residenti che vivono vicino agli impianti petroliferi sono a maggior rischio di sviluppare diversi tipi di cancro».

All’IARC – che fa parte dell’Organizzazione mondiale della saniotà – spiegano che «I risultati si basano su una revisione sistematica e una meta-analisi di 41 studi di coorte, 14 studi caso-controllo e 2 studi trasversali. Questa ricerca si aggiunge alla crescente evidenza delle conseguenze sulla salute dell’inquinamento atmosferico derivante dall’estrazione e dalla raffinazione del petrolio tra i lavoratori e i residenti che vivono vicino agli impianti petroliferi».

Lo studio evidenzia che il lavoro dell’industria petrolifera è associato a un «Aumento del rischio di mesotelioma, melanoma cutaneo, mieloma multiplo e tumori della prostata e della vescica urinaria e una diminuzione del rischio di tumori dell’esofago, dello stomaco, del colon, del retto e del pancreas». Il lavoro sulle piattaforme petrolifere offshore è associato a un «Aumento del rischio di cancro ai polmoni e leucemia nell’analisi stratificata. La vicinanza residenziale alle strutture petrolifere è associata ad un aumentato rischio di leucemia infantile».

Secondo gli autori,  «Al fine di identificare i driver dei modificatori osservati del rischio di cancro, sono necessari ulteriori studi per descrivere le vie di esposizione del petrolio e dei suoi derivati ​​più vicini (es. Benzene), In particolare, sono necessari studi mirati in aree sotto-studiate ad alta produzione di petrolio con esposizioni presumibilmente più elevate».

Lo studio conclude: «Il modo migliore il modo migliore per procedere andare avanti potrebbe essere un consorzio internazionale per guidare nuovi studi in Africa, Medio Oriente e Asia, al fine di armonizzare i protocolli di studio e le valutazioni dell’esposizione».