L’Ue propone nuovi limiti per l’impiego di piombo nei giocattoli per bambini

Sul piano sanitario vantaggi per la salute misurabili in oltre 2 miliardi di euro

[13 Settembre 2016]

L’Ue cerca di ridurre i rischi per la salute dei bambini dovuti all’esposizione al piombo – metallo estremamente tossico – nei giocattoli, proponendo la sostituzione degli attuali valori limite di migrazione per il piombo contenuti nella direttiva 2009/48/CE.

Con la proposta di nuova direttiva l’Ue indica nuovi valori limite di migrazione: 2,0 mg/kg per il materiale per giocattoli secco, 0,5 mg/kg per il materiale per giocattoli liquidi e 23 mg/kg per il materiale rimovibile dal giocattolo mediante raschiatura.

Per garantire la sicurezza e per tutelare la salute dei più piccoli il legislatore europeo stabilisce i limiti di migrazione. Questo perché il rischio per la salute è legato alla quantità di una determinata sostanza nociva liberata da un giocattolo prima di essere assorbita dal bambino. In particolare, stabilisce tre valori limite di migrazione diversi, definiti in funzione del tipo di materiale presente nel giocattolo (ossia il materiale secco, friabile, in polvere o flessibile; il materiale liquido o colloso; il materiale rimovibile mediante raschiatura).

Dunque, per modificare la direttiva del 2009 la Commissione ha predisposto una valutazione d’impatto sulla revisione dei valori limite per il piombo.

La valutazione d’impatto ha esaminato le diverse alternative possibili. Ossia lo scenario di base senza interventi, la revisione completa dei valori limite vigenti, la revisione parziale dei valore limite vigenti e il ricorso a provvedimenti non vincolanti o autoregolamentazione. Nello scenario di base non sono previsti costi nuovi ma non si assisterebbe ad alcun miglioramento nella tutela della salute dei bambini. La revisione completa offre i maggiori benefici poiché porterebbe ad un livello elevato di protezione dei bambini dall’esposizione al piombo, ma può comportare costi significativi per il settore, in quanto nel caso peggiore verrebbe completamente proibita la produzione di determinate categorie di giocattoli. La revisione parziale non ridurrebbe l’esposizione dei bambini nel caso di giocattoli che contengono effettivamente un tenore eccessivo di piombo e avrebbe quindi vantaggi molto inferiori a quelli della revisione completa, ma eviterebbe il potenziale divieto di commercializzazione di determinati giocattoli e imporrebbe costi limitati al settore. Il ricorso a provvedimenti non vincolanti o all’autoregolamentazione comporterebbe costi limitati per il settore ma sarebbe inefficiente nella maggior parte dei casi e quindi porterebbe ad un miglioramento limitato della protezione dei bambini.

La proposta definitiva di direttiva opta per una revisione completa e tiene anche presente i dati ottenuti da 2.500 campioni di giocattoli in Germania. Secondo tale campionamento i giocattoli commercializzati sono compatibili, in una misura che va dal 91 al 100 per cento, con i valori limite per il piombo più restrittivi previsti dalla proposta.

Sul piano sanitario la ridotta esposizione dei bambini al piombo nei giocattoli comporterebbe un vantaggio incrementale – rispetto allo scenario senza interventi – di 836 milioni di euro grazie alla diminuzione di problemi comportamentali e turbe dell’attenzione (Adhd) e di 1.176 milioni di euro dovuti a minore riduzione del Qi.

Mentre sul piano economico il settore risentirebbe dell’impossibilità di commercializzare determinati giocattoli fatti con materie prime contaminate da piombo con conseguente aumento dei costi di produzione e una riduzione della gamma di prodotti. Tale opzione comporta un impatto stimato che ammonterebbe a 89 milioni di euro in termini di valore della produzione. Lo scenario peggiore vedrebbe una proibizione di fatto di determinati giocattoli, che potrebbe indurre ulteriori riduzioni della produzione fino alla scomparsa totale di tali giocattoli nell’Ue, e nel caso peggiore si avrebbe una perdita di 217 milioni di euro.

Dal punto di vista dei costi sociali (sull’occupazione), l’opzione selezionata comporta un impatto stimato corrispondente alla perdita di 662 posti di lavoro, equivalenti a 8,5 milioni di euro. Lo scenario peggiore (proibizione di fatto di determinati giocattoli) comporterebbe la perdita di 2.112 posti di lavoro, corrispondenti a 27,5 milioni di euro.