Lo scandalo degli sversamenti fognari in Inghilterra: i costi ai cittadini e all’ambiente, i guadagni agli azionisti

Green Party: le compagnie idriche che sversano acque reflue diventino di proprietà pubblica

[22 Maggio 2023]

Ruth Kelly, presidente Water UK, l’ente che rappresenta le 9 compagnie idriche e fognarie inglesi, si è scusata per «Non aver agito abbastanza rapidamente. Siamo dispiaciuti per il turbamento e la rabbia per il fatto che negli ultimi anni si sono verificate fuoriuscite di acque reflue non trattate sulle spiagge e nei fiumi. Siamo spiacenti di non aver agito prima, ma li capiamo». Il presidente dell’ Environment Agency, Alan Lovell ha accolto con favore le scuse delle compagnie, ma ha affermato di voler «Vedere l’azione e un piano chiaro per l’attuazione».

Le compagnie idriche hanno dichiarato di essere pronte a spendere 10 miliardi di sterline raccolti dagli investitori per affrontare il problema, ma hanno ammesso che i loro clienti potrebbero vedere un “modesto” aumento delle bollette mentre le imprese cercheranno di recuperare i costi degli interventi. La Ofwat  (Water Services Regulation Authority) ha detto  che rivedrà l’impegno delle compagnie per valutare quale impatto potrebbe avere sui consumatori ma non prenderà una decisione sui piani di spesa fino alla fine del 2024.

Il presidente del Commons Environmental Audit Committee, il deputato conservatore Philip Dunne, ha detto alla BBC che spera che Ofwat approvi il piano di investimenti. Nel 2022 l’Environmental Audit Committee aveva avvertito che che i fiumi del Regno Unito sono un “cocktail chimico” di liquami e microplastiche, ora Dunne dice che «Il settore idrico e fognario è in modalità di ascolto e ha fornito un piano promettente per affrontare la scarsa qualità dell’acqua e adottare misure fondamentali per migliorare l’invecchiamento delle infrastrutture fognarie del Paese». Jim McMahon, segretario ombra per l’ambiente del Labour Party ha ribattuto che «Il governo è in parte responsabile della situazione. 13  anni di fallimenti del governo Tory hanno lasciato un sistema spezzato, ammantato da una spaventosa storia di inerzia. I conservatori sono il problema, non la soluzione». La pensa così anche il leader dei liberaldemocratici Ed Davey. «Qui, le uniche scuse che mancano sono quelle del segretario all’ambiente. Questo governo conservatore è stato patetico nel fermare gli scarichi delle acque reflue nei fiumi».

Nel Regno Unito I servizi idrici e fognari sono “devoluti” e in Scozia e Irlanda del Nord sono forniti da società gestite dai governi autonomi, in Galles non hanno scopo di lucro. Scozia, Galles e Irlanda del Nord hanno i propri piani sulla gestione delle acque reflue, che non sono incluse nell’annuncio di Water UK.

Di fronte a questa situazione, il co-leader del Green Party UK, Adrian Ramsay, ha ribadito la sua richiesta che le compagnie idriche diventino di proprietà pubblica: «Fiumi e coste in tutto il Paese hanno affrontato anni di aggressioni da parte delle compagnie idriche e di un governo che si è rifiutato di agire. Chiedere semplicemente scusa non è sufficiente  e suggerire che il pubblico debba pagare per qualsiasi miglioramento, dopo che negli ultimi 30 anni sono stati pagati 57 miliardi di sterline agli azionisti, aggiunge solo la beffa al danno. Attualmente le compagnie idriche possono, quasi impunemente, scaricare liquami nei nostri fiumi, corsi d’acqua e acque costiere con un costo spaventoso per la salute pubblica e la nostra fauna selvatica. Questa situazione non può continuare. Per decenni, gli executives i dirigenti e gli azionisti delle compagnie idriche hanno incassato denaro che avrebbe dovuto essere investito in migliori infrastrutture.  Solo i Verdi hanno il coraggio di sfidare questo fallimentare esperimento di privatizzazione e di dire che un servizio così vitale come l’acqua e le fognature deve essere gestito dal pubblico e per il bene pubblico. I pagamenti agli azionisti devono essere interrotti con effetto immediato e, in definitiva, l’approvvigionamento idrico deve essere riportato di proprietà pubblica alla prima occasione praticabile per porre fine alle perdite, fermare gli scarichi fognari e tagliare le bollette».

Infatti, mentre cresce l’indignazione dell’opinione pubblica per le rivelazioni sul pesante inquinamento da acque non depurate, i fornitori di acqua in Inghilterra hanno dichiarato di essere pronti a spendere 10 miliardi di sterline per affrontare il problema degli sversamenti di acque reflue.

Perfino il governo conservatore britannico – sfegatato sostenitore della privatizzazione dell’acqua –  ha affermato che «Le compagnie idriche dovrebbero mettere i consumatori al di sopra dei profitti» e il vice portavoce ufficiale del primo ministro Rishi riconosciuto che è necessario fare di più. E siamo sempre stati chiari sul fatto che non vogliamo che le cose abbiano un impatto sproporzionato sulle bollette dei clienti, soprattutto perché sappiamo che ci sono persone in tutto il Paese che stanno lottando con il costo della vita, motivo per cui abbiamo fornito loro l’aiuto che potevamo in quell’ambito».

Alcune associazioni ambientaliste hanno accolto con cauto favore l’annuncio, a ma altre dicono che le aziende stanno spostando il costo della loro inefficienza sui contribuenti. Solo nel 2022 le compagnie idriche hanno pagato 1,4 miliardi di sterline ai loro azionisti.

Intervistato il 20 maggio da BBC Radio 4, il musicista e attivista ambientale Feargal Sharkey l’ha definita «Una mezza scusa che è stata un altro tentativo di estrarre più soldi dai clienti. Quello che sto in realtà sentendo non sono scuse per il fatto che li abbiamo pagati per un servizio che non abbiamo, ora stanno suggerendo di pagarli una seconda volta per un servizio che non abbiamo avuto. Dovremmo scusarci per aver loro suggerito di aumentare le bollette di 10 miliardi di sterline per la loro incompetenza e la loro avidità. Non c’è niente da festeggiare».

Alle compagnie idriche del Regno Unito viene a volte consentito di sversare liquami nei corpi idrici dopo forti piogge per evitare che il sistema si sovraccarichi. Ma gli ambientalisti fanno notare da tempo che questi sversamenti “straordinari” si verificano troppo spesso. Nel 2022, le acque reflue non trattate sono state scaricate nei fiumi e nei mari per 1,75 milioni di ore, in media 825 volte al giorno.

Secondo la stessa “Guidance Swim healthy” pubblicata nel giugno 2019 dall’Environment Agecy e da Public Health England – cioè dal governo del Regno Unito – le acque reflue non trattate contengono batteri come E.coli e virus come l’epatite , che possono essere dannosi per gli animali e l’uomo. Nuotare in acque dove vengono scaricate acque reflue non trattate può portare a gravi malattie e causare diarrea e vomito, infezioni respiratori, della pelle degli orecchi e oculistiche.

Nel novembre 2021 il Natural History Museum aveva messo in guardia sugli effetti mortali dell’inquinamento da acque reflue sulla natura e Anne Jungblut , ricercatrice principale in alghe, funghi e piante del Museo aveva detto che «Le fioriture algali sono un grosso problema. Le fioriture possono portare a un cambiamento nella biodiversità e possono avere un impatto sul funzionamento e sulla ricchezza di un ecosistema. Le alghe hanno un enorme impatto su un ecosistema e le grandi fioriture possono cambiare un intero fiume. Quando le acque reflue vengono rilasciate nei fiumi, contengono molto azoto e fosforo. Questi possono stimolare la crescita di alghe, come il fitoplancton nell’acqua o le stuoie note come biofilm nei sedimenti, che possono portare a fioriture algali. Una grande quantità di alghe ha un impatto sul resto dell’ecosistema, ad esempio bloccando la luce di cui le piante hanno bisogno per la fotosintesi. Quando queste piante, e le alghe stesse, iniziano a morire, vengono mangiate da molti batteri che riducono l’ossigeno nell’acqua, uccidendo pesci e altri organismi».

Tra gli animali più colpiti dalla mancanza di ossigeno s ci sono gli insetti d’acqua dolce, molti dei quali trascorrono lunghi periodi del loro sviluppo nei fiumi. Steve Brooks, entomologo del Natural History Museum, spiega che «Gli insetti sono come un canarino in una miniera di carbone, fornendo un sistema di allerta precoce che qualcosa non va. La maggior parte degli invertebrati acquatici in un fiume dipende da alti livelli di ossigeno perché la maggior parte non ha la possibilità di nuotare in superficie perché verrebbe spazzata via. Quando questo ossigeno scompare a causa delle acque reflue, anche le specie scompaiono. Gli insetti più colpiti sono le effimere poiché non sopravvivono bene senza un alto livello di ossigeno. A sua volta, questo può avere un impatto a catena sui pesci. Mentre i pesci possono nuotare lontano da un’area contaminata dalle acque reflue, non possono scappare se la loro preda scompare».

Izzy Ross, responsabile delle campagne di Surfers Against Sewage (SAS) ha accolto con favore «Le scuse attese da tempo», ma ha aggiunto che «L’investimento non dovrebbe essere pagato con bollette più alte. Il pubblico del Regno Unito ha già pagato per la protezione ambientale dalle acque reflue, ma dobbiamo ancora vederla. E mentre l’industria idrica accoglie la nostra richiesta, questo investimento promesso da Water UK deve provenire dai profitti delle compagnie idriche, non da chi paga la bolletta».

Water UK ha annunciati che le compagnie si sono anche impegnate a ridurre le fuoriuscite fino al 35% entro il 2030 e a condividere in tempo reale i dati sulla frequenza con cui le acque reflue vengono sversate nei fiumi e nei mari. Ma non è niente di nuovo: ad aprile il governo aveva già annunciato che entro il 2025la condivisione dei dati sarebbe stata un requisito legale per le compagnie idriche. Water UK ha anche affermato che le imprese ridurranno il numero di sversamenti di acque reflue fino a 140.000, rispetto al 2020, quando ci sono stati più di 400.000 sversamenti.

Per Peter Hammond  di Windrush Against Sewage Pollution (Wasp), «La promessa è priva di significato, a meno che non venga ridotto anche il volume sversato. Attualmente, le società idriche sono tenute a monitorare solo se si sta verificando una fuoriuscita, ma non quanto viene rilasciato. Tutto quello che promettono di fare è ridurre il numero di sversamenti, non sappiamo ancora se si tratti di rivoli o tsunami di acque reflue che entrano nei fiumi».