L’inquinamento atmosferico potrebbe svolgere un ruolo nello sviluppo di malattie cardiometaboliche come il diabete

Vivere in un ambiente inquinato potrebbe essere paragonabile a una dieta ricca di grassi che porta a uno stato pre-diabetico

[21 Agosto 2020]

L’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale al mondo e causa più di 9 milioni di morti all’anno. E ora lo studio “Metabolic effects of air pollution exposure and reversibility”, pubblicato sul  Journal of Clinical Investigation da un team di ricercatori statunitensi  dimostra che «L’inquinamento atmosferico può svolgere un ruolo nello sviluppo di malattie cardiometaboliche, come il diabete».

I ricercatori dicono che «E’ importante sottolineare che gli effetti erano reversibili con la cessazione dell’esposizione», ma i ricercatori hanno anche scoperto che «Linquinamento atmosferico è un “fattore di rischio per un fattore di rischio” che ha contribuito a creare il terreno favorevole ad altri problemi fatali come infarto e ictus. Analogamente a come una dieta malsana e la mancanza di esercizio fisico possono portare a malattie, anche l’esposizione all’inquinamento atmosferico potrebbe essere aggiunta a questo elenco di fattori di rischio».

Il principale autore dello studio, Sanjay Rajagopalan, a capo della medicina cardiovascolare dell’University Hospitals Harrington Heart and Vascular Institute e direttore del Case Western Reserve University Cardiovascular Research Institute, spiega che «In questo studio, abbiamo creato un ambiente che imitava una giornata inquinata a Nuova Delhi o Pechino. Abbiamo concentrato le particelle fini dell’inquinamento atmosferico, chiamate PM 2,5  (componente particolato <2,5 micron). Particelle concentrate come questa si sviluppano dall’impatto dell’uomo sull’ambiente, come i gas di scarico delle automobili, la produzione di energia e altri combustibili fossili».

S tratta del particolato fortemente associato a fattori di rischio per la malattia. «Ad esempio – dicono i ricercatori –  gli effetti cardiovascolari dell’inquinamento atmosferico possono causare infarto e ictus». Il team di ricerca ha dimostrato che «L’esposizione all’inquinamento atmosferico può aumentare la probabilità degli stessi fattori di rischio che portano a malattie cardiache, come la resistenza all’insulina e il diabete di tipo 2».

Nei test realizzati sui topi sono stati osservati tre gruppi: un gruppo di controllo che riceveva aria filtrata pulita, un gruppo esposto ad aria inquinata per 24 settimane e un gruppo alimentato con una dieta ricca di grassi e all’University Hospitals Harrington dicono che «E’ interessante notare che i ricercatori hanno scoperto che essere esposti all’inquinamento atmosferico era paragonabile a una dieta ricca di grassi. Sia i gruppi dell’inquinamento atmosferico che quelli della dieta ricca di grassi hanno mostrato resistenza all’insulina e un metabolismo anormale, proprio come si vedrebbe in uno stato pre-diabetico. Questi cambiamenti erano associati a cambiamenti nell’epigenoma, uno strato di controllo che può accendere e spegnere magistralmente migliaia di geni, rappresentando un buffer critico in risposta a fattori ambientali. Questo studio è il primo nel suo genere a confrontare i cambiamenti epigenetici dell’intero genoma in risposta all’inquinamento atmosferico, confrontare e contrastare questi cambiamenti con quelli di una dieta malsana ed esaminare l’impatto della cessazione dell’inquinamento atmosferico su questi cambiamenti».
Rajagopalan aggiunge che «La buona notizia è che questi effetti erano reversibili, almeno nei nostri esperimenti. Una volta che l’inquinamento atmosferico è stato rimosso dall’ambiente, i topi sembravano più sani e lo stato pre-diabetico sembrava invertirsi. Se si vive in ​​un ambiente densamente inquinato, intraprendere azioni come indossare una mascherina N95, utilizzare purificatori d’aria interni portatili, utilizzare l’aria condizionata, chiudere i finestrini dell’auto durante il pendolarismo e cambiare frequentemente i filtri dell’aria dell’auto potrebbe essere utile per mantenersi in salute e limitare l’esposizione all’inquinamento atmosferico».
I prossimi passi in questa ricerca prevedono l’incontro con un gruppo di esperti, nonché con il National Institutes of Health, per discutere la conduzione di studi clinici che confrontano la salute del cuore e il livello di inquinamento atmosferico nell’ambiente. Ad esempio, se qualcuno ha un attacco di cuore, dovrebbe indossare una mascherina N95 o utilizzare un filtro dell’aria portatile a casa durante la convalescenza?
Rajagopalan e il suo team ritengono che «E’ importante affrontare l’ambiente come fattore di rischio per la salute della popolazione e continuare a fare diligentemente ricerca su questi problemi. Questi risultati dovrebbero incoraggiare i responsabili politici a mettere in atto misure volte a ridurre l’inquinamento atmosferico».