Le fughe di metano da 30 impianti di petrolio e gas del Permian Basin Usa inquinano più di 500.000 auto
Tre anni di indagini aeree rivelano opportunità per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di metano
[25 Gennaio 2022]
Carbon Mapper e Environmental Defense Fund (EDF) hanno pubblicato i dati di 3 anni di sondaggi aerei (condotti tra il 2019 e il 2021) che hanno utilizzato advanced remote sensing technology per individuare, quantificare e tracciare le emissioni di metano dagli impianti di produzione di petrolio e gas nel bacino del Permian Basin che si estende tra il Texas e il New Mexico. I dati sono stati raccolti da voli finanziati dalla NASA, dall’università dell’Arizona, dall’RMI e dall’EDF utilizzando il Global Airborne Observatory dell’Arizona State University e lo spettrometro di imaging a infrarossi visibile di nuova generazione del Jet Propulsion Laboratory.
Secondo Carbon Mapper ed EDF, «I dati rivelano che circa 30 strutture, tra cui pipelines, well pads, stazioni di compressione e impianti di trattamento, hanno emesso in modo persistente grandi volumi di metano per più anni» e che «La riparazione di queste perdite potrebbe ridurre immediatamente le emissioni di 100.000 tonnellate di metano all’anno».
Queste 30 infrastrutture dell’industri degli idrocarburi rappresentano meno dello 0,001% delle infrastrutture petrolifere e del gas de Permian Basin, ma producono lo stesso inquinamento climatico a breve termine di circa mezzo milione di veicoli passeggeri. Carbon Mapper ed EDF fanno notare che «La mitigazione di questi 30 super-emettitori eviterebbe di sprecare gas per un valore di 26 milioni di dollari all’anno».
Di recente, gli Stati Uniti e più di 100 altri Paesi – Italia compresa – hanno firmato il Global Methane Pledge per ridurre le fughe di etano del 30% entro il 2030. Così. alla COP26 Unfccc di Glasgow, la riduzione delle emissioni di metano, un gas serra che ha un potenziale di riscaldamento globale a breve termine notevolmente maggiore rispetto alla CO2, è diventata una grande priorità internazionale per affrontare la crisi climatica.
Riley Duren, Chief Executive Officer di Carbon Mapper e ricercatore dell’università dell’Arizona, sottolinea che «In questo decennio decisivo per la riduzione delle emissioni di gas serra, ogni molecola è importante e il fatto che alcune strutture perdano metano in modo persistente per anni senza essere rilevate o riparate evidenzia l’urgente necessità di un monitoraggio del metano completo e trasparente. L’entità delle emissioni provenienti da una manciata di fonti di metano in una delle principali regioni produttrici di petrolio e gas illustra l’opportunità di compiere progressi significativi a breve termine verso gli obiettivi di riduzione del metano dichiarati dagli Stati Uniti, da altri Paesi e dalle companies di tutto il mondo».
E quanto emerge dai dati è solo la punta dell’iceberg: in tutto, il team di di Carbon Mapper ha rilevato quasi 1.100 super emettitori nel Permian Basin nel corso della ricerca eseguita nell’ambito di un programma congiunto di a NASA, RMI, università dell’Arizona e della PermianMAP initiative di EDF. Secondo i ricercatori, «Questi impianti contribuiscono alla fine a circa la metà delle emissioni totali di metano del bacino. Sebbene le perdite in queste strutture siano molto grandi, la maggior parte ha una durata più breve e sottolinea la necessità di un monitoraggio frequente di tutte le strutture a livello di bacino per individuare e mitigare il maggior numero possibile di siti super emittenti».
Le norme proposte dall’Environmental Protection Agency (EPA) e dal New Mexico Environment Department (NMED) potrebbero consentire di affrontare l’inquinamento da petrolio e gas, visto che richiedono un monitoraggio regolare nella maggior parte degli impianti di lavorazione e dei siti di produzione, compresi i pozzi più piccoli soggetti a perdite. Il regolamento NMED dovrebbe essere completato a marzo e l’EPA ha aperto fino al 31 gennaio la possibilità di fare osservazioni alla sua proposta di regolamento e a primavera dovrebbe emettere una proposta supplementare che affronterà ulteriormente l’inquinamento da pozzi più piccoli e il gas flaring di routine.
Per Carbon Mapper ed EDF, «Le regole complete dell’EPA rappresentano l’opportunità più grande e immediata dell’amministrazione Biden di ottenere riduzioni significative dell’inquinamento nella regione del Permiano, nonché di rispettare i suoi impegni nell’ambito del global methane pledge».
David Lyon, scienziato senior EDF, sottolinea che però «Ci vuole una combinazione di ispezioni sul terreno e frequenti screening avanzati, come il monitoraggio aereo, per trovare e riparare efficacemente queste fonti ricorrenti di emissioni di metano. Sappiamo che il metano può essere emesso attraverso un’ampia gamma di infrastrutture e può essere ridotto in modo conveniente con una combinazione di normative severe e tecnologie disponibili».
I dati ad alta risoluzione raccolti dalle due organizzazioni rivelano anche importanti informazioni sui tipi di apparecchiature che rilasciano metano: le gathering pipeline, che portano gli idrocarburi greggi dai pozzi di estrazione agli impianti di lavorazione, sembrano essere una fonte significativa di perdite nel Permian Basin e sarebbero responsabili di quasi il 20% dei superemettitori persistenti osservati. Ma delle 435.000 miglia di questo tipo di oleodotti e gasdotti presenti negli Usa, solo 11.569 miglia (meno del 3%) sono attualmente soggette agli standard federali di rilevamento delle perdite stabiliti dalla Pipeline and Hazardous Materials Safety Administration (PHMSA). Il PIPES Act del 2020 ha ampliato la responsabilità di PHMSA di proteggere l’ambiente e ha chiesto in particolare un maggiore controllo delle gathering pipeline. PHMSA ha pubblicato un nuovo regolamento per espandere i requisiti di rilevamento delle perdite a ulteriori 20.336 miglia di gathering pipeline, che entreranno in vigore a maggio 2022, ma la lobby fossile si oppone ai nuovi standard e sta stanno cercando di far riconsiderare il regolamento.
Erin Murphy, Senior Attorney energy markets and utility regulation di EDF, chiede di non cedere a queste pressioni: «Il PHMSA deve continuare a migliorare la supervisione delle gathering pipeline e richiedere l’utilizzo del monitoraggio avanzato del metano per trovare e riparare le perdite delle pipelines. In realtà, i rapporti dimostrano che oggi più che mai ci sono molte soluzioni disponibili in commercio per il controllo delle emissioni di oleodotti e gasdotti».
I dati e le immagini delle indagini aeree di Carbon Mapper nel Permian Basin sono disponibili online tramite PermianMAP e il portale dei dati di Carbon Mapper . Le due organizzazioni stanno anche collaborando con i partner per lanciare una nuova generazione di satelliti, MethaneSAT e la costellazione Carbon Mapper , che amplierà il monitoraggio del metano a livello globale a partire dal 2023. Entrambe le organizzazioni si impegnano a fornire tutti i dati a terze parti, imprese, amministratori pubblici e autorità di regolamentazione in modo che possano intraprendere un’azione rapida e scientifica per mitigare le emissioni di metano.