La Tepco ammette: acqua radioattiva in mare a Fukushima Daiichi

Nei pozzi livelli di cesio-134 oltre 110 volte sopra quelli di pericolosità

[22 Luglio 2013]

La Tokyo electric Power  company (Tepco),  l’operatore/liquidatore della centrale nucleare di Fukushima Daiichi agonizzante dal disastro del terremoto/tsunami dell’11 marzo 2001,  ha riconosciuto per la prima volta che acqua altamente radioattiva sta filtrando dai sotterranei degli edifici dei reattori ed ha pesantemente contaminato il mare davanti alla centrale.

Secondo quanto dice la radiotelevisione giapponese Nhk, «la Tokyo electric power company da maggio ha studiato l’acqua altamente radioattiva dei sotterranei nei pozzi di monitoraggio  di fronte all’Oceano Pacifico. La Tepco ha analizzato livelli dell’ acqua all’interno dei pozzi tra gennaio e luglio. Ha detto che un calo del livello suggerisce che l’acqua contaminata sia probabilmente trapelata in mare».

All’inizio di luglio  mese, l’agenzia di regolamentazione nucleare del Giappone aveva detto che  era molto probabile che l’acqua radioattiva si disperdesse in mare, ma la TEpco aveva risposto che non poteva essere dato nessun giudizio finale fino a che non avesse accumulato i dati necessari. In realtà era già chiaro praticamente a tutti, ed anche greenreport.it lo ha scritto più volte, che l’acqua radioattiva accumulata nei sotterranei degli edifici dei reattori e nelle “trincee” esterne  non potesse scomparire misteriosamente, ma finisse in mare, dove i livelli di contaminazione radioattiva restano altissimi.

Solo pochi giorni fsa la Tepco aveva ammesso che i campioni delle acque sotterranee mostravano livelli di cesio-134 oltre 110 volte sopra quelli di pericolosità, invece oggi, pur confermando la contaminazione del mare, la Tepco non perde l’inverecondo vizio di minimizzare e dice che «l’impatto della perdita è limitato dato che la densità di trizio è rimasta bassa allo sbocco del porto e al largo della costa».

Ma è la stessa utility alla fine ad ammettere che le cose non vanno per nulla bene annunciando l’ennesimo adeguamento di un piano dei lavori che sembra una tela di Penelope nucleare: la Tepco  ha detto che sono stati rafforzati gli argini sul lato costiero della centrale, nei pressi dei pozzi e che effettuerà altri rinforzi su aree più ampie.

La Tepco era anche convinta che le fondazioni di cemento e acciaio dei reattori non avessero nessun problema a contenere l’acqua radioattiva, «ma ora siamo convinti che l’acqua contaminata è ruscellata verso», ha detto candidamente oggi uno dei  portavoce dell’utility che ormai sembrano essersi specializzati nell’esibizione della faccia di bronzo, infatti ha aggiunto che «l’impatto dell’acqua radioattiva in mare sarebbe limitato. I dati del  mare non hanno mostrato aumento anomalo dei livelli di radioattività».

La verità è che le sostanze radioattive rilasciate dopo le esplosioni nei reattori della centrale si sono fatte strada nel sottosuolo fino a raggiungere le falde idriche sotterranee che scorrono verso il mare.

Scienziati ed ambientalisti avvertono che questo afflusso di acqua contaminata può pesantemente influenzare la vita marina e, come dimostrano i dati sulla contaminazione dei pesci, risalire la catena alimentare, accumulandosi, fino a raggiungere gli esseri umani.