La crisi Covid-19 ha provocato un calo del 17% delle emissioni globali di CO2 (VIDEO)

Ritornati ai livelli del 2006, ma è improbabile che duri senza politiche climatiche efficaci

[20 Maggio 2020]

Lo studio “Temporary reduction in daily global CO2 emissions during the COVID-19 forced confinement”, pubblicato su Nature Climate Change  da un team internazionale di ricercatori guidato da  Corinne Le Quéré della School of environmental sciences dell’università dell’East Anglia, «Il lockdown  globale da Covid-19 ha avuto un effetto “estremo” sulle emissioni giornaliere di carbonio, ma è improbabile che duri». Nel 2019, il mondo aveva emesso circa 100 milioni di tonnellate di CO2 al giorno bruciando combustibili fossili e producendo  cemento. All’inizio di aprile 2020 si è scesi a 83 milioni di tonnellate al giorno, con un calo del 17% (intervallo: da –11% a –25%).

Infatti, dallo studio emerge che «Durante il picco delle misure di confinamento all’inizio di aprile, le emissioni giornaliere sono diminuite del 17% – o 17 milioni di tonnellate di anidride carbonica – a livello globale rispetto ai livelli medi giornalieri nel 2019, scendendo ai livelli osservati l’ultima volta nel 2006».

Uno degli autori dello studio, Robbie Andrew, ricercatore del CICERO Senter for klimaforskning di Oslo,  spiega a sua volta che «Non esistono stime in tempo reale delle emissioni di CO2 , quindi abbiamo dovuto realizzare le stime utilizzando fonti di dati eterogenee come l’utilizzo quotidiano di elettricità e i servizi di monitoraggio della mobilità. I dati sulle emissioni di CO2 vengono spesso rilasciati con un anno o due di ritardo e il rapido sviluppo della crisi del coronavirus ha messo in luce le sfide per la stima delle emissioni in tempo reale. Utilizzando i metodi sviluppati qui, potremmo essere in grado di passare ad aggiornamenti più regolari e in tempo reale delle emissioni di CO2 , come attualmente succede per il PIL e le materie prime importanti come il petrolio».

Il 7 aprile, durante il picco del  lockdown, le emissioni dei trasporti di superficie, come gli spostamenti in auto, rappresentavano quasi la metà (43%) della riduzione delle emissioni globali. Le emissioni dell’industria e della produzione di energia insieme rappresentavano un ulteriore 43% della riduzione quotidiana  globale emissioni. L’aviazione è il settore economico più colpito dal blocco, ma rappresenta solo il 3% delle emissioni globali o il 10% della riduzione delle emissioni durante la pandemia. I ricercatori dicono che «L’aumento dell’utilizzo degli edifici residenziali da parte di persone che lavorano a casa compensa solo marginalmente il calo delle emissioni di altri settori. In singoli Paesi, le emissioni sono diminuite del 26% in media al culmine del loro confinamento».

Nei Paesi con le restrizioni più severe, all’inizio di aprile le emissioni del trasporto aereo sono precipitate del 75%, mentre le emissioni del trasporto terrestre sono diminuite del 50% e quelle della produzione di energia del 15%. Le emissioni dell’industria sono diminuite di circa il 35%, sebbene questa cifra molto incerta a causa della mancanza di dati. Le emissioni degli edifici residenziali, sono aumentate solo del 5%.

In ciascun Paese, ogni settore ha una diversa quota di emissioni di CO2e le riduzioni di attività in ogni singolo Paese devono essere ponderate con le dimensioni del settore per stimare le emissioni.

Lo studio fa giustizia anche di un’illusione diffusa, dimostrando che «Le sole risposte sociali, senza aumenti di benessere e/o infrastrutture di supporto, non porteranno alle riduzioni profonde e sostenute necessarie per raggiungere emissioni net zero».

La principale autrice dello studio, Corinne Le Quéré dell’università dell’East Anglia, spiega che «Il confinamento della popolazione ha portato a drastici cambiamenti nel consumo di energia e nelle emissioni di CO2. E’ probabile che queste riduzioni estreme siano temporanee, poiché non riflettono  cambiamenti strutturali nei sistemi economici, dei trasporti o dell’energia. La misura in cui i leader mondiali considerano i cambiamenti climatici quando pianificano le loro risposte economiche post-Covid-19 influenzerà i percorsi globali delle emissioni di CO2 per i decenni a venire. Esistono opportunità per apportare cambiamenti reali, durevoli, ed essere più resilienti alle crisi future, implementando pacchetti di stimolo economico che aiutino anche a raggiungere gli obiettivi climatici, in particolare per la mobilità, che rappresenta metà della riduzione delle emissioni durante il confinamento. Ad esempio, nelle città e nei sobborghi, sostenere gli spostamenti a piedi e in bicicletta e l’utilizzo di biciclette elettriche è molto più economico e migliore per il benessere e la qualità dell’aria rispetto alla costruzione di strade e preserva il distanziamento sociale».

Il team di ricercatori ha analizzato le politiche governative sul confinamento di 69 Paesi responsabili del 97% delle emissioni globali di CO2 e ne è emerso che, al culmine del confinamento, le regioni responsabili dell’89% delle emissioni globali di CO2 erano soggette a un certo livello di restrizioni. Quindi hanno utilizzato i dati di attività per capire quanto ciascun settore economico sia stato colpito dalla pandemia e per stimare il cambiamento delle emissioni di CO2 per ogni giorno e Paese da gennaio ad aprile 2020. Ne è venuto fuori che «La variazione totale stimata delle emissioni dalla pandemia ammonta a 1.048 milioni di tonnellate di anidride carbonica (MtCO2) fino alla fine di aprile».  I cambiamenti più importanti si sono verificati in Cina, dove è iniziato il confinamento, con una diminuzione di 242 MtCO2, poi negli Usa (207 MtCO2), in Europa (123 MtCO2) e in India (98 MtCO2).

I ricercatori prevedono che «L’impatto del confinamento sulle emissioni annuali per il 2020 sia tra il 4% e il 7% circa rispetto al 2019, a seconda della durata del blocco e dell’entità del recupero. Se si tornasse alle condizioni pre-pandemiche di mobilità e attività economica entro la metà di giugno, il calo sarebbe di circa il 4%. Se alcune restrizioni rimarranno in tutto il mondo fino alla fine dell’anno, sarebbero circa il 7%. Questo calo annuale è paragonabile alla quantità di riduzioni annuali delle emissioni necessarie ogni anno, per decenni, per raggiungere gli obiettivi climatici dell’accordo ONU di Parigi».

Un altro autore dello studio, Rob Jackson della Stanford University e presidente del Global Carbon Project, fa notare che «Il calo delle emissioni è notevole ma illustra la sfida che abbiamo di fronte per raggiungere i nostri impegni climatici di Parigi. Abbiamo bisogno di un cambiamento sistemico, attraverso l’energia verde e le auto elettriche, non di riduzioni temporanee dovute a un comportamento forzato».

Gli autori dello studio avvertono che «La corsa ai pacchetti di stimolo economico non deve aumentare le emissioni future, ritardando i New Green Deal indebolendo le norme sulle emissioni».

Glen Peters, direttore del  CICERO Senter for klimaforskning, conclude: «Mentre il Covid-19 è una tragedia umana, ci ha costretti a guardare il problema del clima con nuovi occhi. Le politiche di confinamento in stile coronavirus non intendono risolvere la crisi climatica, ma i dati in tempo reale che raccogliamo ora potrebbero aiutarci a progettare politiche climatiche più efficaci in futuro. Inoltre, i dati dettagli sulle emissioni giornaliere di CO2 possono aiutare i ricercatori a comprendere il ruolo del cambiamento dei comportamenti rispetto al cambiamento tecnologico. Le riduzioni delle emissioni che si stanno verificando a causa del Covid-19 saranno chiaramente senza precedenti. Ciò che è meno certo è come l’economia rimbalzerà tra la fine del 2020 e il 2021. Man mano che diversi Paesi e settori si riprenderanno, non è chiaro se i livelli di attività torneranno ai livelli normali o se potremmo vedere cambiamenti permanenti nei  comportamenti. Il mondo ha già iniziato una transizione climatica e potrebbe riemergere ulteriormente dalla pandemia di coronavirus lungo tale transizione, con il superamento delle emissioni di picco e le emissioni di CO2 che iniziano finalmente una traiettoria discendente».

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