Il Ddt trovato in un remoto ghiacciaio dell’Alaska e nell’acqua di disgelo

Un inquinamento che probabilmente proviene dai Paesi asiatici che utilizzano ancora i pesticidi OCP

[30 Novembre 2021]

Come suggerisce un’ormai stranota pubblicità, quando si pensa all’acqua di un ghiacciaio la si immagina come fredda, purissima… ma secondo lo studio   “Organochlorine Pollutants within a Polythermal Glacier in the Interior Alaska Range”  pubblicato su Water da un team di ricercatori delle università del Maine, Alaska – Fairbanks e  Husson e dell’ U.S. Army Engineer Research and Development Center del Geospatial Research Laboratory, non è così.

La  principale autrice dello studio, Kimberley Miner del
Climate Change Institute dell’università del  Maine spiega di aver trovato «Pesticidi – incluso l’insetticida DDT – in un remoto ghiacciaio dell’Alaska e nella sua acqua di disgelo».

I pesticidi che contengono composti organoclorurati (OCP) sono vietati in molti Paesi perché possono provocare problemi come affaticamento, mal di testa, nausea, vista offuscata, tremori, confusione,  ma anche cancro, coma e morte.

Secondo la Miner, «Il DDT depositato e stoccato vicino alla superficie del ghiacciaio Jarvis nell’interno dell’Alaska probabilmente è stato trasportato lì attraverso l’atmosfera dall’Asia, dove è ancora usato per cercare di prevenire la malaria. Anche altri ghiacciai nella catena montuosa dell’Alaska orientale probabilmente stoccano questa eredità degli OCP».

Nel 2015 e nel 2016, l’acqua di disgelo del ghiacciaio Jarvis ha contribuito, rispettivamente, al 15% e al 28% del deflusso annuale nello spartiacque dello Jarvis Creek, che alimenta i fiumi Delta, Tanana e Yukon e la Miner, Miner, che è anche ricercatrice all’Army Geospatial Research Laboratory, evidenzia che «E’ probabile che, mentre la regione si riscalda, anche altri ghiacciai dell’Alaska rilasciano questi inquinanti depositati dall’atmosfera nell’ecosistema. Mentre le concentrazioni delle tossine nel ghiacciaio e nell’acqua di disgelo sono basse l’opportunità di bioaccumulo degli inquinanti negli animali e nei pesci potrebbe aumentare man mano che lo scioglimento dei ghiacciai continua. Le persone nell’Artico che mangiano pesce proveniente esclusivamente dai corsi d’acqua locali potrebbero affrontare potenziali impatti sulla salute».

La scienziata statunitense conclude: «L’inquinamento emergente dovuto allo scioglimento dei ghiacciai è una delle conseguenze meno note del cambiamento climatico che rappresenta un’area di fondamentale importanza per la ricerca. Sebbene gli OCP siano solo uno dei fattori che contribuiscono all’inquinamento emergente all’interno degli ecosistemi glaciali, fanno parte di un quadro più ampio delle impronte di unga durata che gli esseri umani hanno lasciato anche nei luoghi più remoti».