I veri legami tra emissioni, inquinamento ed economia

Sincronia tra inquinamento e crescita economica. Ma alcuni Paesi stanno contrastando questa tendenza

[4 Febbraio 2021]

A partire dalla rivoluzione industriale, la combustione di combustibili fossili alimenta le economie mondiali, contribuendo allo stesso tempo all’inquinamento atmosferico e all’accumulo di gas serra. Ora lo studio “Country-scale trends in air pollution and fossil fuel CO2 emissions during 2001–2018: confronting the roles of national policies and economic growth” pubblicato recentemente su Environmektal Research Letters  da Ruixue Le, Sha Feng e Thomas Lauvaux del Department of Meteorology and Atmospheric Science della Pennsylvania State University, dimostra che «Lo sviluppo economico, la combustione di combustibili fossili e la qualità dell’aria sono strettamente collegati su scala continentale e nazionale, ma possono essere disaccoppiati a livello nazionale».

Lo studio, finanziato dalla Nasa e al quale ha partecipato anche il CNRS francese, è il frutto  di un’analisi di quasi due decenni di dati satellitari, e Ruixue Lei spiega «Sappiamo che l’inquinamento atmosferico e lo sviluppo economico sono collegati, ma volevamo sapere quanto strettamente e se le nostre azioni possono cambiarlo. Abbiamo scoperto che non sono intrinsecamente vincolati e possono essere disaccoppiati con politiche favorevoli».

Mentre le ricerche precedenti si erano occupate delle connessioni tra inquinamento atmosferico, emissioni di combustibili fossili e crescita economica, il nuovo studio è il primo a esaminare tutti e tre insieme, con l’obiettivo di determinare le loro relazioni globali a lungo termine. Sha Feng aggiunge che «L’importanza di questo studio è che i dati dei satelliti sono stati utilizzati per la prima volta per dimostrare che in realtà non abbiamo bisogno di sacrificare il nostro ambiente. mentre allo stesso tempo abbiamo un’economia in crescita. Questa relazione può essere distrutta, ma per riuscirci i Paesi potrebbero aver bisogno di infrastrutture o supporto politico».

Il team della Pennsylvania State University ha analizzato 18 anni di dati satellitari che misurano la quantità di aerosol antropogenici nell’atmosfera e le stime dell’Open-Data Inventory for Anthropogenic Carbon  per determinare le emissioni antropiche su scala continentale e nazionale. Hanno quindi confrontato questi risultati con i dati del prodotto interno lordo dei singoli Paesi., dimostrando così che «Le nazioni in più rapida crescita soffrono dell’inquinamento più grave, mentre Paesi come gli Stati Uniti sono stati in grado di far crescere le loro economie rallentando le emissioni».

Non sorprende che i paesi con un PIL elevato abbiano anche elevate emissioni di combustibili fossili, ma in alcuni paesi PIL elevato del Nord America e dell’Europa (Italia compresa), le emissioni di combustibili fossili stanno diminuendo anche se le economie continuano a crescere. Alcuni Paesi in via di sviluppo, come il Tagikistan e l’Uzbekistan, hanno una crescita del PIL elevata ma un consumo di combustibili fossili in calo, probabilmente perché le loro economie sono basate sull’agricoltura e sul turismo piuttosto che sull’industria.

L’inquinamento atmosferico è più strettamente legato al tasso di crescita economica di un Paese piuttosto che al suo livello di PIL e al tasso di crescita delle emissioni piuttosto che al livello delle emissioni. Per questo, le economie in rapida crescita in Asia e Africa hanno molto inquinamento atmosferico e le emissioni di combustibili fossili sono in rapido aumento e molti Paesi Ue e gli Usa hanno un inquinamento atmosferico relativamente basso e in calo ed emissioni di carbonio elevate ma in lento aumento o addirittura in calo.

Un paese che si discosta da queste tendenze è la Cina, dove la crescita economica è elevata e le emissioni di combustibili fossili stanno aumentando rapidamente, ma l’inquinamento atmosferico sta diminuendo, probabilmente grazie all’inasprimento degli standard di qualità dell’aria dal 2014.

Le emisioni da combustibili fossili del Canada sono complessivamente stabili, ma l’inquinamento atmosferico è in aumento, in gran parte a causa della produzione di petrolio e gas delle sabbie bituminose dell’Alberta.

Lei  commenta: «Penso che abbiamo buoni esempi di disaccoppiamento, come la Cina, così come molti degli odierni Paesi a PIL elevato in Europa e Nord America. Sì. In passato hanno avuto un pessimo inquinamento atmosferico e una crescita economica ad alta intensità di emissioni, ma ora sono disaccoppiati, in una certa misura».

Il team ha sviluppato un “filtro” che gli ha permesso di concentrarsi sulle città e su altre aree nelle quali le emissioni derivano dalle attività umane e Lei spiega ancora «Abbiamo scoperto che il collegamento tra la combustione di combustibili fossili e la qualità dell’aria non è la quantità di emissioni, ma la velocità con cui c’è stato l’aumento annuale della combustione- Forse in questa fase tutti i Paesi non possono sbloccare questi fattori, ma vediamo ancora buoni esempi che ci danno speranza».

Esistono diversi tipi di inquinanti associati alla combustione di combustibili fossili e i dati satellitari hanno anche dimostrato che variavano ampiamente da Paese a Paese e i risultati dello studio indicano che «Alcuni tipi di inquinanti possono essere maggiormente associati a un sistema economico rispetto a un altro e che possono cambiare man mano che una nazione attraversa fasi di sviluppo».

In generale, le relazioni tra emissioni di carbonio, inquinamento atmosferico e crescita economica sono più forti nei Paesi in via di sviluppo ma i ricercatori scrivono che «Nel complesso, questi risultati sono motivo di speranza. Con tecnologie più mature ed energie rinnovabili, le economie possono continuare a crescere senza compromettere l’ambiente e la salute della popolazione».

Feng conclude: «Questo documento è un primo passo per esaminare le emissioni di combustibili fossili utilizzando i dati satellitari su scala nazionale e per fornire informazioni ai responsabili politici che devono affrontare sfide difficili per bilanciare la crescita economica e ridurre le emissioni di combustibili fossili».