Depurazione in crisi, giudicati “fortemente inquinanti” 10 punti su 10

Goletta Verde nel Lazio: peggiorati i risultati della analisi in provincia di Roma

In un anno raddoppiati i reati contestati dalle capitanerie a danno del mare

[26 Giugno 2016]

Non sono confortanti gli esiti di prelievi di Goletta Verde sulle coste laziali: «Cariche batteriche elevate, con un giudizio di “fortemente inquinato”, per tutti i dieci punti monitorati dai tecnici di Legambiente lungo le coste della provincia di Roma. Una situazione peggiorata rispetto allo scorso anno che impone immediati interventi di adeguamento del sistema depurativo ed evitare che scarichi inquinanti continuino a finire a mare, danneggiando l’ambiente ma diventando anche un pericolo per la stessa salute dei bagnanti».

Gli ambientalisti sottolineano che «La fotografia dei campionamenti effettuati sul litorale della provincia di Roma è senz’altro peggiore dell’estate 2015. Tre i punti che rientravano nei limiti nel 2015 sono risultati con cariche batteriche elevate: a Cerveteri presso la foce del fosso Zambra e a Ladispoli presso la foce del Rio Vaccina e quella del fiume Statua. Non sono da meglio gli altri campionamenti che risultano ancora fortemente inquinati come lo scorso anno: a Fiumicino (alla foce del fiume Arrone a Fregene); a Roma – Ostia (alla foce del fiume Tevere e alla foce del canale al cancello n.1); a Pomezia – Torvajanica(alla foce del canale Crocetta, alla foce del canale Orfeo e alla foce del Rio Torto) e a Ardea (alla foce del fosso Grande).

I tecnici di Goletta dicono che in provincia di Roma «La situazione non migliora né per quanto riguarda l’informazione ai bagnanti che per i rifiuti presenti in spiaggia». 9 prelievi su 10  non risultano campionati dalle autorità preposte, eppure solo nel 60% i casi i tecnici di Goletta Verde hanno avvistato i cartelli di divieto di balneazione obbligatori per legge. «Ricordiamo che in prossimità di questi punti, in sei casi su dieci, avviene abitualmente la balneazione, seppur con una bassa e media affluenza di bagnanti», denuncia Goletta Verde».

Ma oltre a un elevato inquinamento batterico, in  tutti i punti monitorati è emerso anche un altro problema: «sono accumunati da una notevole presenza di rifiuti plastici e, in particolare, di rifiuti da mancata depurazione che, buttati impropriamente nel water e non venendo bloccati dagli impianti di depurazione malfunzionanti finiscono in mare e sulle spiagge. Parliamo, ad esempio, di assorbenti, blister e cotton fioc». Un dato già denunciato da Legambiente nell’indagine Beach Litter 2016 che ha analizzato tipologia e quantità di rifiuti presenti su 47 spiagge in tutta Italia. Legambiente fa l’esempio della spiaggia Coccia di Morto a Fiumicino, sede di accumulo dei rifiuti prevenienti dal Tevere,  «E’ la spiaggia che registra il più alto numero di rifiuti a livello nazionale: oltre 5.500 rifiuti in 100 metri.  Dei rifiuti rinvenuti, il 67% è imputabile alla cattiva depurazione, con la presenza di ben 3.716 cotton fioc in soli 100 metri di spiaggia».

Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde, ricorda che «Il monitoraggio di Goletta Verde prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. Quello di Goletta Verde è un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. Le nostre analisi dimostrano che c’è tanto ancora da lavorare per rilanciare davvero le aree di pregio di questo tratto di costa, investendo sul sistema depurativo e spendendo bene le risorse disponibili».

Ma quello del litorale romano è un mare in forte sofferenza, come dimostrano i dati del dossier Mare Monstrum dell’associazione ambientalista: con 5,3 infrazioni per ogni chilometro di costa, la regione Lazio balza al terzo posto in Italia nella classifica del mare illegale dopo Campania e Sicilia.

E i dati del dossier Mare Monstrum Lazio , presentato oggi, sono impietosi: «I reati ai danni del mare laziale che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nel corso del 2015 sono ben 1.920 e crescono del doppio rispetto all’anno precedente (erano 972). Sale anche il numero delle persone denunciate, che passano da 1.096 1.843, così come il dato dei sequestri, sono 439 a fronte dei 196 del 2014. A fare la parte del leone sono le infrazioni legate al ciclo del cemento, cresciute del triplo rispetto all’anno precedente: sono 514 (erano 175 nel 2014) con 555 persone denunciate e 156 sequestri, dove domina la fattispecie dell’abusivismo edilizio costiero. I litorali sono puntellati da distese di villini sorti “spontaneamente”, in barba alle regole edilizie, al paesaggio e alla qualità dei manufatti. E ci sono poi alcuni casi esemplari di sfregio alle coste, che Legambiente denuncia da sempre nei suoi dossier e nelle sue iniziative che rappresentano appieno la devastazione illegale e impunita dell’abusivismo edilizio, e di cui l’associazione chiede ai Comuni e alle istituzioni nazionali l’abbattimento in via preferenziale. Tra i casi citati nel dossier quelli dell’assalto alla costa pontina».

Poi c’è la pesca illegale, con 698 reati accertati (400 nel 2014), 691 persone denunciate e 132 sequestri. Alto è pure il numero delle infrazioni legate alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state nel 2015 ben 416 (nel 2014 invece 244), con 305 persone denunciate e 145 sequestri. Infine, i reati legati alla navigazione fuorilegge che sono stati 153.

Secondo Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, nonostante le tante battaglie vinte contro gli oltraggi al prezioso patrimonio ambientale del Lazio, «Molto resta ancora da fare come dimostrano oggi i nostri dati, sia contro il cemento e gli abusi edilizi che rovinano irreparabilmente la bellezza delle nostre coste che contro gli scarichi e le sostanze inquinanti che in mare vengono sversate ogni giorno. I numeri di Mare Monstrum dimostrano quanto sia stato straordinario il lavoro svolto da forze dell’ordine, Capitanerie e procure nell’ultimo anno contro chi continua a depredare il nostro territorio. Alla Regione Lazio chiediamo di riattivare al più presto l’Osservatorio Ambiente e Legalità che è stato già negli anni passati uno strumento straordinario sia per supportare i cittadini nella loro azione di denuncia che per affiancare le forze dell’ordine nelle attività di controllo».