Goletta Verde: in Sardegna oltre i limiti 5 punti sui 29 campionati

Legambiente: intervenire subito per efficientare la depurazione. La Sardegna esca dal carbone

[30 Luglio 2019]

La foto scatta dalla squadra di tecnici di Goletta  Verde,  dal 22 al 25 luglio, lungo le coste della Sardegna non è venuta bene come altri anni: «Dei 29 punti monitorati sulla costa, 5 risultano fuori dai limiti di legge. Di questi, 4 sono giudicati “fortemente inquinati” e 1 “inquinato”». Secondo Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna, «Ciò che emerge è che il mare della Sardegna si conferma in buona salute. Restano situazioni critiche, che registriamo da più anni, e nei confronti delle quali chiediamo di intervenire in modo strutturale, risalendo ai motivi dell’inquinamento e mettendo in pratica un piano di intervento per efficientare la depurazione. Infatti, i punti risultati fortemente inquinati sono tutti in corrispondenza delle foci dei fiumi, spesso si tratta di piccoli rivoli che sfociano in spiaggia portando in mare un carico inquinante legato a problemi di cattiva depurazione o a scarichi illegali. Nonostante le foci dei fiumi siano considerate non balneabili dalle autorità preposte, spesso sono frequentate da bagnanti e bambini, ignari dei rischi sanitari. Infatti quasi sempre mancano i cartelli di divieto di balneazione e di conseguenza una corretta informazione ai cittadini».

Ecco i risultati nel dettaglio:

In provincia di Sassari sono risultati entro i limiti di legge la spiaggia Rena Bianca a Santa Teresa di Gallura, della caletta est di Cala Sabina (a Golfo Aranci), della spiaggia verso via Tramontana in località Pittulongu a Olbia, sulla spiaggia Cala d’Ambra (fronte foce) a San Teodoro, sulla spiaggia vicino lo sbocco dello stagno Calich a Fertilia, sulla spiaggia Terzo Pettine a Marina di Sorso e sulla spiaggia Isola Rossa a Trinità D’Agultu.

In provincia di Nuoro tutti i cinque punti campionati sono risultati entro i limiti: la spiaggia fronte stagno Li Cucutti a Budoni; la spiaggia fronte rio a Siniscola; la foce del fiume Cedrino a Santa Maria di Orosei; la spiaggia di Palmasera, in località Cala Gonone nel comune di Dorgali e sul punto fronte foce del Rio Pelau, nei pressi della spiaggia di Foddini a Cardedu.

In provincia Sud Sardegna nessun problema per la spiaggia Torre dei Corsari ad Arbus; sulla spiaggia Tuerredda a Teulada; spiaggia di fronte viale delle Pleiadi a Santa Margherita di Pula e, infine, sulla spiaggia fronte fiume Flumendosa, in località Porto Corallo a Villaputzu.

In provincia di Oristano tutti entro i limiti i punti analizzati da Goletta Verde: due nel capoluogo (sulla foce del Tirso a Torre Grande e sulla foce del canale di stagni di Cabras, a Marina di Torre Grande); uno sulla spiaggia S’Archittu a Cuglieri, uno sulla foce del fiume Temo a Bosa e uno sullo sbocco a mare dello stagno S’Ena Arrubia ad Arborea.

Permangono, poi, le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Solo in un caso su 29 (sulla foce del rio Cuggiani a Valledoria, in provincia di Sassari) è presente il cartello informativo – obbligatorio per legge – sulla qualità delle acque. I cartelli di divieto di balneazione sono stati invece apposti solo in due casi: sui Bastioni Cristoforo Colombo nei pressi di Torre Sulis, in località San Giovanni ad Alghero (“inquinato”) e sulla foce del rio Foxi, a Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari (“fortemente inquinato”).

La vicedirettrice nazionale di Legambiente, Serena Carpentieri , ha ricordato che «Il monitoraggio di Goletta Verde non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali delle autorità competenti – ha– né definisce la balneazione. Il nostro vuole essere un lavoro di stimolo e segnalazione delle criticità legate alla cattiva e insufficiente depurazione dei reflui e degli scarichi illegali. Il nostro Paese ha purtroppo un ritardo cronico sulle infrastrutture per la depurazione. I reflui di un italiano su quattro non sono adeguatamente depurati.  Ne stiamo pagando le spese da tempo. Infatti sono già quattro le procedure di infrazione comminate all’Italia dall’Ue con un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia arrivato pochi mesi fa. Solo per la prima infrazione la Commissione Europea ha già condannato l’Italia a pagare una multa di 25 milioni di euro più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma. Soldi che avremmo potuto spendere per progetti innovativi a difesa della salute del mare e dei cittadini».

La conferenza stampa di Goletta Verde è servita anche ad affrontare un altro tema che sta a cuore agli ambientalisti: oggi, al ministero dello sviluppo economico a Roma, è convocato il tavolo di confronto per la Regione Sardegna con  all’ordine del giorno la “Cessazione dell’uso del carbone per la produzione di energia elettrica nelle centrali termoelettriche alimentate a carbone ubicate nell’isola” e il Cigno Verde ribadisce quanto già espresso e afferma che «Occorre un programma stringente per conseguire l’obiettivo di zero emissioni nel 2040, che necessita il rispetto del phase-out che prevede che il carbone debba essere abbandonato nel 2025, una breve transizione con depositi costieri di gas metano GNL con minirigassificatori. In un contesto di forte crescita della produzione da energie rinnovabili che comprenda il potenziamento delle reti per cui l’associazione è favorevole al nuovo importante elettrodotto Sardegna-Sicilia-Continente proposto da Terna come misura ulteriore per compensare l’uscita dal carbone e migliorare la sicurezza della rete elettrica.  Nel contempo si rivolge un appello alla Regione per accelerare la transizione climatica e sociale, con un progetto che indirizzi le risorse della nuova programmazione UE per le comunità interessate al phase-out del carbone e per creare lavoro attraverso investimenti in rinnovabili, efficienza e sistemi di accumulo».