Goletta Verde e le analisi del mare in Abruzzo, polemica rovente tra Arta e Legambiente

Amicone: «Passeggiata sull’Adriatico». Zampetti: «Polemiche imbarazzanti e ridicole»

[10 Luglio 2015]

Dopo che Mario Amicone, direttore generale dell’Agenzia reginale per la tutela dell’ambiente (Arta) ha duramente attaccato Legambiente, è  polemica sui risultati dei prelievi effettuati da Goletta Verde in Abruzzo.  Secondo Amicone, «Se Goletta Verde avesse confermato per l’Abruzzo i dati positivi sulla balneazione riscontrati dall’Arta, molto probabilmente la sua “passeggiata sull’Adriatico” non avrebbe avuto tanta eco sulla stampa e di riflesso tra i cittadini, legittimamente sensibili all’argomento perché preoccupati per la propria salute, ma mai informati dai media dei dati positivi pubblicati dall’Agenzia».

In una nta dell’Arta si legge che «Contestualmente il Direttore risponde alle critiche mosse all’Arta per le puntualizzazioni tecniche sulla qualità delle acque costiere regionali fornite a qualche organo di stampa e fa un plauso ai rappresentanti delle istituzioni che si attengono, sia nelle dichiarazioni che nei provvedimenti amministrativi, ai dati ufficiali dell’Agenzia» e Amicone aggiunge: «Se così non fosse, sarebbe del tutto inutile l’impegnativa macchina organizzativa che parte dal Ministero della Salute e coinvolge le Regioni e le strutture abilitate del Sistema nazionale di protezione ambientale, in primis le Agenzie regionali, per assicurare il monitoraggio continuo e capillare delle acque di balneazione a salvaguardia della salute dei cittadini, con riflessi diretti sull’economia regionale a cominciare dal turismo. Da aprile a settembre di tutti gli anni l’intera struttura dell’Arta viene letteralmente travolta dall’emergenza “balneabilità”, con il personale, già di per sé carente, che viene inevitabilmente e inderogabilmente dirottato su questa attività da altri servizi di controllo ambientale che sono altrettanto importanti per la tutela del territorio e della salute pubblica. Se dovesse avere più credito il verdetto sul mare di Goletta Verde, sulla cui attendibilità scientifica preferisco non esprimermi, si potrebbe togliere tale gravoso e delicato servizio istituzionale all’Arta, che potrebbe così dedicarsi ad altre priorità, lasciando tutte le attività e le responsabilità connesse nelle mani di Legambiente».

La risposta degli ambientalisti non si è fatta attendere e  Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, non si tira certo indietro: «Riteniamo non solo imbarazzanti, ma anche piuttosto ridicole le polemiche mosse dall’Arta al lavoro svolto dalla Goletta Verde in Abruzzo. Spiace constatare che il nostro spirito costruttivo, apprezzato da diversi comuni e dalla stessa Regione che ha coraggiosamente riconosciuto la grave situazione di criticità in cui versa ancora parte del sistema depurativo regionale e si è impegnata a contrastare questo fenomeno con ben 170 milioni di euro (giusto per capirne la portata), viene così duramente e paradossalmente attaccato dall’Agenzia preposta alla tutela ambientale. Come più volte sottolineato quella di Goletta Verde è un’istantanea che non vuole certo sostituirsi alle analisi effettuate dalle istituzioni preposte ma che è in grado di segnalare delle criticità di un territorio. Una fotografia che conserva una indiscutibile validità scientifica dei risultati comunicati che rimarchiamo con forza. Laddove emergono dati critici e non sottovalutabili, per la presenza di cariche batteriche derivanti da scarichi non depurati, è bene andare oltre le polemiche. Il cattivo stato in cui versa il sistema di depurazione e di conseguenza fiumi, fossi e canali abruzzesi non è una novità e purtroppo sono stati diversi, nelle ultime stagioni balneari, i casi in cui questo inquinamento si è riversato anche lungo la costa. Negare questa evidenza non aiuta di certo a individuare e risolvere i problemi. Il nostro obiettivo non è fare allarmismo e nemmeno danneggiare l’immagine del mare abruzzese, anzi. Proprio per tutelare la qualità delle acque e le attività turistiche e economiche che vivono sul mare riteniamo importante e prioritario un serio confronto e incontro con amministrazioni ed enti per comprendere le criticità ancora presenti e individuare le possibili soluzioni».

Gli ambientalisti spiegano al poco informato direttore dell’Arta che «La campagna di Goletta Verde si svolge dal 1986 ed ha rappresentato il primo studio sull’inquinamento marino in un’epoca in cui le autorità preposte al controllo non erano ancora in grado di dare un quadro della situazione del mare. Negli anni successivi, anche in conseguenza dello stimolo rappresentato dalla campagna ambientalista, vengono gradualmente potenziate le strutture di controllo pubbliche, perciò Goletta Verde cambia lentamente fisionomia, passando dalla sola azione di check-up delle condizioni del mare (che pure rimane) a iniziative a più ampio spettro, tra cui: promozione delle attività dell’associazione e denuncia di abusivismo edilizio, cementificazione selvaggia delle coste, scarichi illegali, deriva petrolifera».

Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo, rincara la dose: «Come vede direttore Amicone la Goletta ha più di un motivo per “passeggiare” sull’Adriatico sotto i riflettori. Quando noi chiedevamo l’abbattimento del Fuenti a Vietri sul mare e della saracinesca di Punta Perotti (Bari), la politica che anche lei rappresenta faceva condoni. Le chiedo: Chi pagherà il conto per la procedura di infrazione che ammonta a 8 milioni di euro per la mancata depurazione? Chi pagherà il conto per i dodici depuratori sequestrati dalla magistratura di Lanciano? Chi pagherà per i mancati controlli sulla discarica di Chieti? Per non nominare la storia infinita di Bussi. L’appello va alla Regione affinché dia corso una volta per tutte ad una seria riforma di questo ente, fondamentale per una corretta opera di prevenzione e monitoraggio per la sicurezza sulla salute degli abruzzesi. Una riforma basata sulle competenze come richiede la natura di questa struttura e non più sulle tessere di partito. Tristi le affermazioni del biologo esperto Damiani secondo il quale: “in Italia non esiste una foce di fiume che non sia inquinata (…) è noto che l’Adriatico è un mare che soffre”.  Quindi, che significa? Che non vanno più effettuati monitoraggi? Che va tutto bene?»

A scatenare le polemiche è stato anche il campionamento eseguito alla foce del Fosso Marino a Vasto Marina, giudicato “fortemente inquinato” e Zampetti conclude: «Riguardo questo specifico punto, vorremmo ricordare all’Arta e all’amministrazione comunale che, dallo stesso Portale delle acque del ministero della salute, le acque nella zona antistante la foce di Fosso Marino, vengono indicate come di qualità ”scarsa”, sulla base dei prelievi degli ultimi 4 anni. La direttiva impone che entro l’anno per questo tipo di punti la qualità delle acque raggiunga almeno la “sufficienza”, pena la chiusura alla balneazione. Sono dati e giudizi non certo nostri ma si tratta dei report “ufficiali” che testimoniano anche in questo caso una sofferenza delle acque marine legate agli apporti inquinanti che arrivano dalla costa».