Oltre 300 volontarie/i per una grande azione di Citizen Science per scovare l’inquinamento
Goletta Verde e Goletta dei Laghi: il bilancio finale 2020 (VIDEO)
1 punto ogni 3 è risultato oltre i limiti di legge sulle coste e 1 su 4 sui laghi. Nel 70% delle zone non balneabili non c’è il cartello di divieto
[12 Agosto 2020]
E’ un bilancio critico quello tracciato da Goletta Verde e Goletta dei laghi e a dirlo sono i dati raccolti da Legambiente: «361 i punti totali campionati in 18 regioni e 28 laghi italiani con 1 punto ogni 3 risultato oltre i limiti di legge lungo le coste e 1 su 4 nei laghi. La mala depurazione che resta il principale nemico del mare e delle acque interne. Le criticità maggiori sono state prevalentemente riscontrate sul versante costiero tirrenico, a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali che, sfociando in mare, portano con sé cariche batteriche a volte molto elevate. Con una situazione preoccupante confermata sia in diverse regioni del sud come la Campania, Calabria e Sicilia, dove persistono le criticità diffuse legate all’assenza di impianti di depurazione e di allacciamento alla rete fognaria, sia nel Centro Italia, in particolare nel Lazio».
Una minuziosa indagine che, a causa delle restrizioni per il Covid-19, quest’anno è stata realizzata da oltre 300 volontari e volontarie dei circoli territoriali di Legambiente che hanno aiutato i tecnici nelle attività di campionamento e monitoraggio nelle acque e a scovare e denunciare le criticità che minacciano le acque interne e costiere.
Dei 259 campioni prelevati lungo le coste italiane dai volontari, il 47% ha riguardato le foci di fiumi e canali. Giudicati inquinati 26 punti e fortemente inquinati ben 63 punti dei 259 complessivi, il 34% del totale. 1 punto inquinato ogni 84 km di costa. Delle 121 foci campionate, il 54% (65 su 121) è risultato oltre i limiti di legge. A dimostrazione di come le foci dei corsi d’acqua siano i principali veicoli che portano inquinamento a mare dovuto alle note criticità depurative del nostro Paese. Problema che spesso arriva anche dall’entroterra ma danneggia soprattutto le località costiere. «Eppure – fanno notare a Legambiente – sono molte le aree lungo la costa che non vengono controllate dalle autorità, abbandonando a loro stessi i tratti di costa antistanti le foci dove viene dato per scontato che l’inquinamento sia presente. Dei 259 campioni eseguiti da Goletta verde ben 121 hanno riguardato aree non controllate dalle autorità competenti – secondo le indicazioni riportate dal Portale Acque del Ministero della Salute – e che nel 49% dei casi sono risultate oltre i limiti di legge. Non si tratta solo di foci di corsi d’acqua ma anche di spiagge a ridosso delle foci. Dei 121 punti non campionati dalle autorità preposte, ben13 dei 34 punti a mare analizzati da Goletta verde sono risultati oltre i limiti di legge. Un maggior controllo nelle aree più a rischio non è più rinviabile al fine di garantire la salute dei bagnanti».
E resta meno che carente l’informazione ai bagnanti: nei tratti di costa non balneabili dove Goletta verde hanno eseguito i prelievi, nel 70% dei casi era assente il divieto di balneazione. Nell’80% dei casi mancava la cartellonistica informativa sulla qualità delle acque, un obbligo di legge ormai da diversi anni.
Nei 28 i bacini lacustri monitorati da Goletta dei Laghi in 11 regioni italiane, su 102 prelievi per le analisi microbiologiche sono stati giudicati oltre i limiti di legge il 28% dei prelievi (8 inquinati e 20 fortemente inquinati). Dei campioni giudicati oltre i limiti, l’82% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti. Dei 102 punti oggetto di analisi, 37 corrispondono a porzioni di laghi definiti balneabili dalle autorità competenti; 8 di questi sono risultati con cariche batteriche oltre i limiti di legge (di questi 3 giudicati Inquinati e 5 sono fortemente Inquinati).
Presentando i risultati delle Golette, il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, ha sottolineato che «Anche quest’anno il viaggio delle due Golette ci conferma come in Italia la cattiva depurazione resti una delle principali opere incompiute del nostro Paese, per la quale siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma. A pagarne lo scotto sono i cittadini e soprattutto la qualità delle acque del nostro mare e dei nostri laghi, minacciati anche da rifiuti e illegalità ambientali. Per questo oltre a più controlli e migliori strumenti per monitorare i territori, è urgente che vengano adeguati gli impianti e completata la rete fognaria e di depurazione delle acque reflue. Al Governo chiediamo di destinare una parte dei fondi comunitari che arriveranno nell’ambito del Recovery Fund per completare il sistema impiantistico fognario, un’opera che l’Italia aspetta da troppo tempo, e per sostenere davvero l’efficienza energetica, la riconversione ecologica e le rinnovabili accelerando, così, la transizione verso un’Europa libera da fonti fossili e con zero emissioni nette entro il 2040. Per far ciò bisogna avere anche il coraggio in primis di smantellare le piattaforme petrolifere non più attive, di abbandonare quei progetti, come la cattura e il sequestro del carbonio, che guardano al passato e rendono più acuta l’emergenza climatica, come quello di Eni per confinare la CO2 nei fondali marini davanti alla costa ravennate, di fermare anche l’estrazione di idrocarburi, come si sta discutendo in Parlamento, e di puntare con decisione sulla realizzazione di nuovi impianti eolici offshore che permetterebbero di riconvertire i posti di lavoro e le aree produttive oggi attive nell’estrazione degli idrocarburi dal mare, come a Ravenna o a Ragusa”.
Le Golette si sono occupate anche di lotta al marine litter e dei dati sui rifiuti galleggianti
Negli ultimi 3 anni di ricerche in mare (dal 2017 al 2019) su 1756 km monitorati, Goletta Verde ha contato 111 rifiuti per ogni km di mare e almeno 1 rifiuto su 3 è usa e getta di plastica, per lo più imballaggi, buste, cassette di polistirolo e bottiglie. La situazione non migliora sulle spiagge: durante le tappe di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, i volontari di Legambiente quest’estate hanno organizzato iniziative di pulizia dopo mesi di stop delle attività, continuando anche il monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge. A destare più preoccupazione è la plastica che costituisce l’83% di rifiuti trovati e, in particolare, l’usa e getta: sulle spiagge italiane almeno il 42% dei rifiuti trovati è plastica monouso, se ne trovano 3 per ogni metro di sabbia.
Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente, conclude: «Il Covid-19 rischia di rendere meno efficaci i passi avanti fatti proprio per ridurre la plastica usa e getta. Per arginare uno dei più gravi problemi ambientali del Pianeta, il marine litter, e per evitare che ci sia un nuovo boom dei prodotti usa e getta, è fondamentale che il nostro Paese non vanifichi gli sforzi fatti sino ad oggi. Per questo auspichiamo che l’Italia anticipi, prima del luglio 2021, il recepimento della Direttiva europea che vieta e limita alcune plastiche monouso e che approvi al più presto la legge Salvamare, da mesi ferma inspiegabilmente in Commissione Ambiente in Senato, che permetterebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti accidentalmente pescati nelle reti. Ad oggi, come dimostrano i nostri monitoraggi, la plastica continua ad essere il materiale più trovato lungo le coste, senza contare le migliaia di particelle di microparticelle disperse nelle acque del mare, laghi e fiumi. Alla luce dei monitoraggi di Goletta dei Laghi sulla presenza delle microplastiche trovate in tutti i 13 laghi campionati, riteniamo importante che questo inquinante “emergente” e ubiquitario venga riconosciuto come indicatore della qualità delle acque interne (nell’ambito dei monitoraggi effettuati per la direttiva Quadro sulle Acque, 2000/60), così come già avviene per i mari. Una lacuna che deve essere necessariamente colmata, visto il crescente inquinamento da plastica e la contaminazione di tutti gli ecosistemi acquatici».