Non sono stati spesi circa 900 milioni di euro destinati alla depurazione

Goletta Verde: in Campania cariche batteriche elevate per 21 campioni su 31

Non conformi il 34% dei controlli eseguiti nel 2015 dall’Arpac sui depuratori

[6 Luglio 2016]

Goletta Verde conferma l’ormai abituale dato sconfortante sui prelievi eseguiti in Campania: «Le coste campane continuano a subire la minaccia della mancata depurazione: su 31 punti monitorati ben 20 presentavano cariche batteriche elevate, anche più del doppio dei limiti imposti dalla normativa». Nel mirino degli ambientalisti ci so sempre canali, foci di fiumi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati: «Una situazione ben nota che in alcuni casi raggiunge record assoluti – spiegano a Legambiente – alcuni dei punti monitorati risultano ormai inquinati per il settimo anno consecutivo: la foce del torrente Savone a Mondragone; la foce del Regi Lagni, lo sbocco del canale di Licola, la foce Lagno vesuviano, la foce del fiume Irno e del fiume Sarno. Una situazione non più tollerabile che rischia di compromettere una delle maggiori risorse di questa regione».

Per questo Il Cigno Verde chiede che «la carenza depurativa e la gestione del servizio idrico in generale diventi davvero una delle priorità nell’agenda politica della Giunta Regionale e del nascente Ente Idrico Campano». Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde, ha sottolineato ancora una volta che «Nel corso del nostro viaggio monitoriamo i punti critici individuati lungo le coste, dove spesso è alta la presenza di bagnanti. Di conseguenza, la carica batterica che arriva in mare rappresenta non solo un problema ambientale ma anche un rischio per la salute umana Infatti, dei 20 punti risultati inquinati e fortemente inquinati, ben 15 sono luoghi dove è stata rilevata la presenza di bagnanti o la stessa è potenzialmente media o alta. Infine, è stato allarmante constatare che lungo i tratti di campionamento sono quasi inesistenti i cartelli di divieto di balneazione, nonostante alcuni luoghi siano oggetto di ordinanze di divieto e scarseggiano anche i pannelli informativi sulla qualità delle acque, previsti dalla legge e a carico dei Comuni da due anni».

Gli ambientalisti evidenziano che anche dati Arpac  sui  controlli analitici svolti nel 2015 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, «sebbene non realizzati su tutti gli impianti e in numero adeguato, evidenziano appieno quanto sia critica la situazione. Su base regionale ben il 34% dei controlli è risultato “non conforme”, con punte di non conformità del 59% per gli impianti della provincia di Benevento e a seguire 50% provincia di Avellino, 38% provincia di Caserta, 34% provincia di Salerno e, situazione relativamente meno critica, 20% provincia di Napoli. Vale la pena ricordare che nei confronti dell’Italia, inoltre, grava una procedura di infrazione proprio riguardo alla depurazione e alla Campania, purtroppo, spetta un posto di primo ordine in termini di numero di agglomerati depurativi posti sotto la lente d’ingrandimento. Dagli ultimi aggiornamenti risultano infatti 108 su 151 gli agglomerati della Campania cui viene contestata la non conformità ai dettami della direttiva comunitaria sulla depurazione. Inadeguatezza che secondo i calcoli del Governo potrà comportare, fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, una multa di 21 milioni di euro all’anno per questa regione».

Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, ha detto: «“Ogni anno il viaggio di Goletta Verde in Campania racconta della bellezza e dell’inferno e delle grandi contraddizioni di questa regione Ancora una volta emerge l’esigenza di assicurare un’azione istituzionale coordinata e coerente per tutelare il mare e le aree costiere, nonché le importantissime risorse ambientali, sociali ed economiche ad esse connesse. La Regione ha di fronte una sfida che non può perdere se davvero si vuole immaginare uno sviluppo diverso per questo territorio.

Rispetto all’edizione 2015 di Goletta Verde, in Campania la novità più rilevante è la Legge Regionale 2 dicembre 2015, n. 15 “Riordino del servizio idrico integrato ed istituzione dell’Ente Idrico Campano”, «Atto fondamentale che avrebbe dovuto segnare una svolta nella riorganizzazione e anche nella risoluzione delle criticità dei servizi idrici – sottolinea Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania – Al momento tuttavia già sembrano disattese diverse delle scadenze previste da questa Legge, che costituisce comunque una precondizione irriducibile per risolvere anche i problemi della depurazione. Particolare attenzione dovrà essere posta nell’utilizzo dei fondi comunitari e CIPE, con la consapevolezza che nell’ultima programmazione 2007-2013 conclusa a dicembre non sono stati spesi circa 700 milioni di euro destinati alla realizzazione di infrastrutture depurative come anche circa 200 milioni di euro CIPE disposti nel 2012. Una somma notevole, quasi un miliardo di euro, che nelle scorse settimane è stata riprogrammata per il settennio 2014-2020, ma che senza un’attenta azione istituzionale, informata alla coerenza ed efficacia piuttosto che alla sola capacità di spesa, correrà il rischio di non concretizzarsi o peggio di farlo in modo sbagliato, con interventi inadeguati o errati, non in grado di risolvere i problemi esistenti».

Legambiente ha presentato anche un reportage fotografico sulla situazione delle coste campane realizzato da Anna Paola Montuoro

 

Ecco in dettaglio i risultati delle analisi di Goletta Verde in Campania:

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 26 e il 29 giugno scorso. In provincia di Salerno su dieci punti monitorati nove hanno evidenziato elevate cariche batteriche e per sette di questi il giudizio è di fortemente inquinato: alla foce del fiume Irno, come detto, a Salerno, sul lungomare Tafuri; ad Atrani, alla foce del torrente Dragone; alla foce del torrente Asa a Pontecagnano-Faiano; a Battipaglia, alla spiaggia nei pressi della foce del Tusciano; a Marina di Eboli, al canale di scarico su via Mimbelli; alla foce del rio Arena a Castellabate/Montecorice e a Capaccio alla foce dl rio presso via Posidonia in località Laura. Giudizio di inquinato invece per i campionamenti effettuati a Torre di Paestum/Licinella, alla foce Capo di fiume e alla foce del fiume Solofrone tra Capaccio e Agropoli. Si salva il solo prelievo effettuato a Salerno alla spiaggia antistante via Mantegna sul lungomare Marconi.

In provincia di Napoli, escludendo le isole, la situazione non è di molto migliore: sui dodici punti campionati nove presentavano cariche batteriche elevate. Nella città di Napoli c’è da segnalare la situazione di Mappatella beach sul lungomare Caracciolo: i tecnici di Goletta Verde hanno evidenziato cariche batteriche elevate, e un giudizio di fortemente inquinato, nel prelievo effettuato presso la foce del canale (dove, come testimoniano le foto scattate al momento del prelievo, la presenza di bagnanti, compresi i bambini, è comunque elevata). Inquinanti che rientrano nei limiti di legge, invece, spostandosi poco più distante nei pressi della spiaggia di Mappatella beach. Sempre a Napoli fortemente inquinato è risultato il campionamento alla spiaggia nei pressi della foce dell’alveo Volla a San Giovanni a Teduccio. Stesso giudizio anche per le acque prelevate allo sbocco del canale di Licola a Pozzuoli; alla foce del Lagno vesuviano a Ercolano; alla foce del fiume Sarno tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia; alla foce del Rivo San Marco e alla spiaggia antistante Lungomare Garibaldi a Castellammare di Stabia. Giudizio di inquinato, invece, per quello alla spiaggia sulla litoranea in località Ponte della Gatta di Torre del Greco. Entro i limiti i campionamenti a Bacoli (canale di sbocco a mare del lago Fusaro) e alla spiaggia Mortelle a Portici.

Infine, tre prelievi su tre “fuorilegge” in provincia di Caserta: giudizio di fortemente inquinato per il prelievo alla foce della Fiumarella e alla foce del torrente Savone a Mondragone e di inquinato per quello alla foce dei Regi Lagni a Castelvolturno.