Analisi delle microplastiche in centro lago e alla foce dell’Oglio

Goletta dei laghi, i risultati del monitoraggio dell’Iseo: inquinati 6 punti indagati su 9

Sotto accusa sistemi di collettamento insufficienti e scarichi fognari non depurati

[4 Luglio 2017]

Si è conclusa la prima tappa del tour della Goletta dei laghi, la campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con il Consorzio obbligatorio olii esausti Conou) e Novamont e che da 12 anni attraversa l’Italia per monitorare la qualità delle acque, degli ecosistemi e dei territori lacustri.  tecnici e i biologi della Goletta  hanno presentato a Festambiente Laghi, sul lungolago di Castro, i dati dei campionamenti effettuati sul lago d’Iseo, tra le province di Brescia e Bergamo e i risuktati non sono confortanti.

«La Goletta dei Laghi – ha detto la presidente di Legambiente Lombardia  Barbara Meggetto– è uno strumento importante dell’associazione per indagare le criticità dei bacini lacustri, soprattutto dove vengono rilevati i rischi più elevati di inquinamento, sia legato all’elevata pressione antropica che all’affluenza di scarichi civili nel bacino. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo visto pochissimi passi avanti rispetto all’annoso problema del collettamento fognario dei comuni interni e i pochi depuratori presenti non riescono a raccogliere tutte le acque reflue. Una lentezza imbarazzante, che ci espone anche alle procedure d’infrazione europee. Al centro della campagna anche il problema delle microplastiche presenti nel lago. Lo scorso anno abbiamo rilevato, campionando tre diverse aree del lago, una media di 40mila particelle per kmq. Quest’anno il monitoraggio approfondirà l’origine e gli apporti di questo tipo di inquinamento. Un problema ancora poco conosciuto e studiato nei laghi italiani».

I campionamenti sono stati effettuati tutti il 30 giugno e in base a quanto è emerso dal monitoraggio scientifico – effettuato in determinati punti individuati anche grazie alle segnalazioni dei cittadini tramite “SOS Goletta* – sul Lago d’Iseo il laboratorio di Goletta dei Laghi anche quest’anno ha evidenziato problematiche già rilevate nelle edizioni passate della campagna per quanto riguarda 6 dei 9 campioni oggetto dell’indagine microbiologica.  I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. Nel monitoraggio vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo lungo le rive dei laghi: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione degli scarichi civili che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nel lago. Quello di Legambiente è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali delle Ats locali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

Sulla sponda bergamasca risultano fortemente inquinati i campioni prelevati alla foce del torrente Borlezza a Castro e della foce del fiume Oglio a Costa Volpino. Si rileva un miglioramento rispetto al monitoraggio del 2016 per quanto riguarda il canale presso la spiaggia Bar delle Rose nel comune di Costa Volpino e la foce del torrente Rino nel comune di Tavernola Bergamasca, che risultano entro i limiti di legge.

Massimo Rota, presidente di Legambiente Alto Sebino, sottolinea che  «Tutti gli anni rileviamo le stesse criticità sul lago d’Iseo la situazione è particolarmente critica alle foci del torrente Borlezza e del fiume Oglio, punti che si riconfermano fortemente inquinati. È chiaro da tempo che occorre un intervento strutturale sul sistema della rete fognaria, perché in caso di eccesso di acqua gli sfioratori di piena riversano acqua non depurata direttamente nel fiume e quindi nel lago. Il problema della mancanza di collettamento della Valle Camonica, i cui scarichi finiscono per essere trasportati dall’Oglio al Sebino, resta ancora una priorità da risolvere, ne va della salute sia dei cittadini, che fanno il bagno e pescano nelle acque del lago, ma anche dell’intero ecosistema lacustre».

Sulla sponda bresciana risultano inquinati da batteri fecali i campioni prelevati presso la foce del torrente Calchere nel comune di Sulzano, mentre fortemente inquinati i campioni prelevati presso l’Arsena di Pisogne e Peschiera a Montisola. Quest’anno, su segnalazione di un cittadino*, è stata campionata la spiaggia a sud del canale industriale nel comune di Pisogne che è risultata inquinata.

Dario Balotta, presidente del circolo Legambiente Basso Sebino, evidenzia che  «Dopo l’esperienza di The Floating Piers, che ha attirato su Montisola l’attenzione di tutto il mondo, vorremmo vedere finalmente risolta la situazione negativa che ogni anno rileviamo a Peschiera –– Se vogliamo che il turismo portato dall’evento di Christo continui a sostenere l’economia locale, anche interventi di sistemazione degli scarichi risultano fondamentali».

Per il secondo anno il lavoro di campionamento di Goletta dei Laghi ha riguardato anche il monitoraggio delle microplastiche presenti nelle acque. I dati raccolti verranno elaborati nei laboratori di Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – e presentati in autunno.

Legambiente Lombardia spiega che «L’indagine ha registrato nel lago d’Iseo una densità media di oltre 40mila particelle per chilometro quadrato. Per ogni stazione sono stati effettuati due transetti, per un totale di 6 calate della manta. La maggiore concentrazione di microplastiche è stata riscontrata in corrispondenza del transetto più a nord, che ha intercettato molto probabilmente i materiali portati dal fiume Oglio (e quindi dalla Val Camonica) e dallo sfioratore comunale di Pisogne. L’obiettivo dell’edizione 2017 è di approfondire ulteriormente lo studio sulla dinamica delle microplastiche nei laghi, analizzando il ruolo che questi sistemi semi-chiusi svolgono, in relazione alla presenza dei loro immissari ed emissari, che nel caso specifico dei laghi subalpini italiani rappresentano i principali affluenti del Po. Questo studio è importante anche per determinare le relazioni tra concentrazione e tipologia di microplastiche, con la presenza di differenti fattori di input, valutando il ruolo di serbatoio, ma anche di sorgente di detriti, del sistema fluviale-lacustre. I dettagli del monitoraggio sono consultabili su: https://www.legambiente.it/marinelitter/ (nella sezione microlitter/1-2 e 3 gli approfondimenti)».