Goletta dei Laghi: «Il Lago di Como un gioiello inquinato»

Nel Lario 12 punti critici, sotto accusa gli affluenti: «Necessari investimenti in fogne e depurazione»

[2 Luglio 2013]

Non sono buone le notizie che vengono dai prelievi effettuati dai biologi di Goletta dei Laghi nel Lario: «5 i punti compromessi sulla sponda comasca,  inquinati i campioni prelevati a Menaggio, alla foce del torrente Senagra e a Dongo, alla foce del Torrente Albano. Fortemente inquinati invece i punti a Como, nei pressi del canale depuratore presso il mausoleo di A. Volta, a Lezzeno, alla foce del torrente Bagnana, e a Cernobbio, alla foce del torrente Breggia».

Sulla sponda orientale lecchese del Lago di Como i punti risultati fuori norma sono 7: «Inquinata la foce del torrente Valle dei Mulini a Bellano presso la Spiaggia di Oro mentre sono risultati fortemente inquinati a Colico le foci del fiume Adda e del torrente Inganna, a Lecco la foce del torrente Caldone, a Perledo e Mandello Lario rispettivamente le foci del torrente Esino e del torrente Meria, così come la foce del Rio Torto a Valmadrera».

Nel comasco si confermano invece entro il limiti di legge i punti campionati ad Argegno, per quanto riguarda il torrente Telo, e a Domaso per il torrente Livo. Mentre, per la prima volta, nella sponda lecchese entro i limiti di legge sono risultati la foce del torrente Pioverna a Bellano e la spiaggia LC45 a Dorio.

Il portavoce di Goletta dei Laghi, Simone Nuglio, spiega che «Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione, non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008. Le analisi ci confermano che i problemi per il lago continuano ad arrivare direttamente dai corsi d’acqua che ancora scontano i ritardi nel collettamento dei reflui fognari. Purtroppo dobbiamo constatare che non sono solo i grandi fiumi come l’Adda i principali imputati dell’inquinamento a lago ma anche i corsi d’acqua minori con il loro carico di acque non depurate».

Se è vero, come ribadiscono ogni volta gli ambientalisti, che «Le analisi dei tecnici della Goletta sono un’istantanea della condizione delle acque che non costituisce alcuna patente di balneabilità», è anche vero che paragonando i risultati delle analisi degli ultimi 4  anni (2009-2012) sul Lario, risultano fuori dai parametri in tutte le edizioni di Goletta dei Laghi «I campionamenti effettuali a Colico, alla foce dell’Adda, e a Mandello del Lario nei pressi del fiume Meria. Fuori dai parametri per tre edizioni il punto alla foce del fiume Caldone a Lecco, il torrente Senagra a Menaggio e a Como il torrente Cosia che sfocia sul lungolago».

Il presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine, sottolinea che «I miglioramenti riscontrati nell’Alto Lario comasco non modificano la valutazione complessiva di un lago malato a causa di un entroterra che non ha risolto i suoi problemi di gestione delle acque di scarico. Nulla di straordinario, è l’intera Lombardia a soffrire di un drammatico ritardo di investimenti sulle opere del sistema fognario e depurativo. Ad essere straordinario è il lago, gioiello paesaggistico che ingolosisce turisti provenienti da tutto il mondo, che sbirciando il paesaggio tra i cantieri sul lungolago di Como certo non si aspetterebbero di vedere un’acqua generosamente condita di reflui mal depurati».

Se il comasco piange certo la sponda lecchese non ride. «Ancora troppi i punti fortemente inquinati da acque insufficientemente depurate dai comuni lacuali o da quelli immediatamente a monte – dice Pierfranco Mastalli, presidente del circolo di Lecco del Cigno Verde – Pur con la “benevolenza” dei parametri europei in materia di balneabilità, ci sono ancora situazioni critiche, con particolare riguardo alle acque che provengono da un’area urbanizzata che non è stata interamente coperta da fognature come nel caso del Caldone a Lecco, dell’ Adda e dell’Inganna a Colico, dove l’occupazione di suolo per nuove costruzioni è preminente nelle politiche comunali rispetto a quelle sulla tutela ambientale. Resta da risolvere l’annosa inefficienza e insufficienza del depuratore di Lecco che richiede un impegno prioritario e risolutorio da parte dell’Ato».