Exxon Mobil ha nascosto per 9 mesi un grave inquinamento in Canada

Le denunce e le proteste degli Athabasca Chipewyan, degli ambientalisti e di parlamentari

[27 Marzo 2023]

Il 10 marzo Elizabeth May, una parlamentare del Green Party, ha accusato il governo federale del Canada e quello provinciale dell’Alberta per non essere intervenuti contro l’Imperial Oil che ha lasciato trapelare per 9 mesi effluenti tossici nelle terre e nelle acque dell’Athabasca Chipewyan First Nation (ACFN) senza avvisare le comunità a valle, il tutto mentre la compagnia continuava a fare pressioni sul governo federale per ottenere ulteriori sussidi.

La May ha denunciato che «Nelle nostre prigioni gli indigeni sono sovrarappresentati, il che significa che sono sottorappresentate corporation criminali, come il CEO di Imperial Oil. Quando questo governo smetterà di sovvenzionare le Big Oil e farà il duro con la criminalità imprenditoriale?»

Qualche giorno prima, il capo Allan Adam dell’ACFN aveva denunciato l’Imperial Oil e l’Alberta Energy Regulator per non aver notificato alla sua Nazione una perdita dagli sterili delle sabbie bituminose segnalata all’autorità di regolamentazione nel maggio 2022: «Per mesi dopo che l’Imperial ha identificato le infiltrazioni da quattro stagni di sterili, i membri della comunità hanno raccolto, pescato e cacciato nelle nostre terre, ignari della situazione».

L’ACFN ha ispezionato e fotografato l’area di bonifica, scoprendo che non era stata recintata e rilevando la presenza di tre alci entro 100 metri da una perdita in corso.  Il deputato dell’Alberta Blake Desjarlais, del New Democratic Party (NDP), ha ricordato che «In Alberta, le comunità indigene stanno respingendo mega corporation come Imperial Oil che stanno inquinando la nostra terra e mettendo a repentaglio la nostra salute, ma i liberali chiudono un occhio e il premier [Danielle] Smith li premia con miliardi di dollari».

Imperial Oil è la seconda più grande compagnia petrolifera operante in Canada ed è di proprietà di ExxonMobil, una delle più grandi multinazionali petrolifere e del gas quotate in borsa al mondo e il global consumer watchdog Ekō sottolinea che «E’ incredibilmente potente, motivo per cui l’AER (Alberta Energy Regulator)  ha lasciato che se la cavasse con una gestione così pericolosa e immorale del progetto Kearl».

May e Desjarlais e il capo Adam  hanno definito la vicenda «Razzismo ambientale», accusando i governi federale e provinciale di aver voltato la faccia di fronte al fatto che, come spiega  Ekō, «Per quasi un anno, livelli pericolosi di arsenico e altri metalli pesanti sono filtrati da quattro bacini di decantazione del Kearl Oil Sands Project e nelle acque sotterranee e nei corsi d’acqua che sostengono le comunità indigene e la fauna selvatica nel nord dell’Alberta, in Canada. Per quasi un anno, la sussidiaria della ExxonMobil Imperial Oil e l’Alberta Energy Regulator (AER) erano a conoscenza delle infiltrazioni tossiche e non hanno informato le comunità indigene della gravità del problema. Così, per quasi un anno, le comunità indigene hanno inconsapevolmente consumato selvaggina, pesce e piante provenienti da da terra e acqua che avrebbero potuto essere contaminate da acque reflue tossiche. E’ chiaro che finché il progetto delle sabbie bituminose di Kearl continuerà a funzionare e continuerà a riempire i bacini di decantazione con acqua carica di arsenico, le persone e la fauna selvatica che vivono nell’area non saranno al sicuro».

Ekō, che ha lanciato la petizione online “Shut Down Imperial Oil’s Dangerous Kearl Oil Sands Project”, ricorda che «L’unico motivo per cui le comunità indigene di Fort Chipewyan sono state informate dell’infiltrazione degli stagni di sterili è perché uno degli stagni è straripato il mese scorso e ha sversato due piscine olimpioniche di acque reflue industriali sulle terre Crown lands».

Gli stagni di decantazione sono stati costruiti su un terreno poroso e subito ambientalisti e popoli indigeni avevano messo in dubbio la loro tenuta. Ora si è verificato lo scenario peggiore e l’Imperial non è nemmeno sicura di cosa stia causando esattamente i problemi, per ora si limita a recuperare l’acqua inquinata di arsenico dopo che fuoriesce dagli stagni, per poi rimetterla negli stagni, in attesa di trovare una soluzione migliore.

«Quante altre fughe di sterili stanno avvenendo in questo momento? . si è chesto il capo Athabasca Chipewyan Allan – Non è stata emessa alcuna notifica pubblica dei due sversamenti fino a quando l’Alberta Energy Regulator non ha emesso l’ordine di protezione ambientale. A quel punto, da mesi la mia gente condivideva e mangiava il cibo raccolto nelle terre adiacenti. Abbiamo utenti della terra nell’area che cacciano e pescano animali che potrebbero essere stati esposti a queste tossine mortali. Li abbiamo mangiati per mesi ignari del potenziale pericolo». Imperial ha affermato che «Non ci sono stati impatti sull’acqua o sulla fauna selvatica a seguito dei rilasci».  Ma gli Athabasca Chipewyan dicono il contrario e ricordano che «Alla gente è stato detto di non consumare la fauna selvatica della zona», mentre la comunità di Fort Chipewyan ha smesso di utilizzare il fiume Athabasca come onte id’acqua e prende l’acqua in un bacino idrico.

Anche Shane Thompson, ministro dell’ambiente dei Northwest Territories (NWT) è preoccupato e arrabbiato e ha detto che «Il mio governo ha ricevuto la notizia di seconda mano da un’organizzazione indigena, il che rompe un accordo bilaterale che abbiamo on l’Alberta» e ora, oltre a istituire un ulteriore monitoraggio dell’acqua lungo il fiume Slave, vuole un incontro con la sua controparte dell’Alberta Sonya Savage: «Questa mancanza di trasparenza e condivisione delle informazioni da parte dei nostri partner dell’Alberta non è un incidente isolato, il che aumenta la nostra frustrazione in questa materia»

Anche la direttrice dell’Indigenous Climate Action (ICA), Sheila Muxlow, ha accusato l’Alberta Energy Regulator di essere connivente con le Big Oil: «Non ha fatto nulla per lanciare un allarme e avvertire le comunità a valle. Questa  è un’inerzia negligente e irresponsabile».

Dopo mesi di colpevole silenzio, l’Imperial alla fine ha detto: «Siamo dispiaciuti per questi incidenti e stiamo facendo ogni sforzo per imparare da loro e impedire che si ripetano». Ma il rischio di uno sversamento di sterili era stato messo nero su bianco nella valutazione ambientale originale della miniera: il Joint Panel Review che ha valutato Kearl aveva fatto notare che «Lo stagno degli sterili è situato in un’area che ha depositi molto permeabili».

Nel 2014, una ricerca pubblicata da scienziati federali aveva confermato che l’acqua interessata dal processo delle sabbie bituminose aveva raggiunto le falde acquifere e probabilmente stava filtrando nel fiume Athabasca. All’epoca, il governo dell’Alberta disse che la ricerca era interessante ma non confermò nulla. Nel 2020, un team che faceva riferimento all’Unesco affermò che «Ci sono prove scientificamente valide che gli stagni di sterili stanno contaminando le acque sotterranee». Il governo disse che stava esaminando il rapporto ma che non aveva trovato le prove conclusive.

Intanto, la mega-miniera di sabbie bituminose funziona ancora come se nulla fosse e le acque reflue tossiche continuano ad essere riversate in stagni di sterili sempre più instabili.

Ekō conclude:  «Non importa cosa Imperial Oil dica che farà per contenere le acque reflue minerarie e impedire che questo accada di nuovo, non c’è modo di aggirare il fatto che la struttura degli stagni di decantazione non è solida e non lo sarà mai.Ecco perché l’unico modo per impedire alla miniera di continuare a contaminare l’acqua della zona, e per garantire che non accada mai più, è chiudere definitivamente la miniera».