Legambiente: «Non arretrare sulle azioni da adottare in Pianura Padana sulla qualità dell’aria»

Dopo il lockdown, anche in estate torna scarsa la qualità dell’aria nel bacino padano

Ozono estivo: in Emilia-Romagna situazione critica, 15 stazioni di monitoraggio già oltre i limiti e il caldo può peggiorare la situazione

[3 Agosto 2020]

Legambiente Emilia-Romagna denuncia che «Proprio mentre le Regioni del nord comunicano l’intenzione di fare slittare il bando degli Euro4 previsto ad ottobre, in Emilia-Romagna sono già 15 le stazioni di monitoraggio dell’ozono, in 7 province, che hanno superato il limite normativo annuale dei 25 giorni di superamento consentiti sul valore obiettivo di 120 µg/m3 sulla media mobile delle 8 ore. Nei giorni scorsi sono stati inoltre registrati in Emilia-Romagna superamenti delle soglie di informazione (limite di 180 µg/m3 nella media oraria): le concentrazioni di ozono hanno raggiunto i picchi di 198 µg/m3 a Verucchio (PR) il 31 luglio 2020».

I Cigno Verde fa notare che «La particolarità è che elevate concentrazioni di questa molecola, si possono rilevare anche molto lontano dai punti di emissione dei precursori (principalmente gli ossidi di azoto), poiché questo tipo di inquinamento si diffonde con facilità a grande distanza, perciò anche in luoghi comunemente ritenuti immuni da inquinamento, come ad esempio le aree verdi urbane ed extraurbane e in montagna. Tra i principali imputati le combustioni dovute ai motori a scoppio e il nostro stile di spostamenti ancora troppo incentrato sull’utilizzo dell’auto».

Insomma, dopo l’importante calo della concentrazione degli ossidi di azoto durante il periodo di lockdown, con la ripresa delle attività, e in particolare degli spostamenti con mezzi privati, si ripresenta un problema dell’inquinamento dell’aria tipicamente estivo: quello legato alle concentrazioni di ozono, una molecola che si crea a partire da altri tipi di inquinanti, in particolare gli NOx e favorito anche dalle condizioni meteorologiche che ne innalzano i valori in atmosfera.

Pur essendo meno noto dell’inquinamento invernale da polveri sottili, l’ozono troposferico rappresenta un inquinante altrettanto pericoloso. Colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore e fa sfumare la speranza di una tregua per i nostri polmoni: causa problemi come irritazioni delle mucose dell’apparato respiratorio e degli occhi, e aggrava specialmente gli individui più sensibili della popolazione (anziani e bambini). L’ozono, infatti, può irritare il sistema respiratorio, ridurre la funzione polmonare, aggravare l’asma e altre patologie respiratorie e provocare l’infiammazione del sottile strato di cellule che riveste le vie respiratorie. Non solo: studi hanno suggerito che può ridurre le capacità del sistema immunitario a combattere le infezioni dell´albero respiratorio. Inoltre, l’esposizione ad ozono può accelerare il naturale processo di invecchiamento della funzione polmonare.

Legambiente Emilia-Romagna evidenzia che «Per contenere il problema dell’inquinamento dell’aria anche in estate è fondamentale non abbassare la guardia sulle politiche per ridurre il traffico su gomma, sulle emissioni industriali e sugli stili di vita. Serve dunque una politica forte di promozione della mobilità alternativa per persone e merci e per la riconversione dei mezzi verso alimentazioni elettriche».

Per questo l gli ambientalisti sono molto preoccupati per la notizia data dalle Regioni padane che, a causa dell’emergenza coronavirus non attueranno alcuni dei provvedimenti previsti ad ottobre e che non vengono proposte alternative. Eppure, conclude Legambiente, « Sono invece tante le azioni che le amministrazioni potrebbero mettere in campo, a costi contenuti: ridurre le velocità di percorrenza in autostrada, applicare misure a favore della mobilità sostenibile (a maggio Legambiente aveva già lanciato le proprie proposte post Covid, visibili a questo link), aumentare massicciamente corsie preferenziali, piste ciclabili e zone trenta, favorire il passaggio all’elettrico delle flotte pubbliche e delle aziende partecipate».