Dalla “pandemia silenziosa” dei pesticidi 9 milioni di morti premature ogni anno

Wwf Italia: «Passare dalle diete attuali a quelle vegetariane ridurrebbe fino al 40% il rischio relativo di cancro, diabete e malattie cardiovascolari, ridurrebbe la mortalità globale fino al 23%»

[8 Aprile 2022]

A livello globale, circa un terzo dei prodotti agricoli viene prodotto utilizzando pesticidi e il loro uso continua a crescere. Solo nel 2019 sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate di pesticidi, circa 0,6 kg a persona, ed è previsto un incremento di circa 3,5 milioni di tonnellate per sfamare la futura popolazione.

Solo circa il 5% dei pesticidi irrorati sul campo raggiunge in genere l’organismo bersaglio, mentre oltre il 50% si disperde nell’aria, nell’acqua e nel suolo, con forti impatti sulla biodiversità. Cibo e acqua sono le principali vie di esposizione cronica umana ai pesticidi e possono causare effetti a lungo termine anche a dosi infinitesimali.

Secondo il nuovo report del Wwf, Pesticidi: una pandemia silenziosa, gli effetti sulla salute umana sono devastanti: si parla di 9 milioni di morti premature ogni anno, circa 385 milioni di casi di avvelenamento acuto non intenzionale da pesticidi in tutto il mondo e circa 11.000 decessi, con lavoratori agricoli, donne in gravidanza e bambini a rappresentare i soggetti più a rischio di esposizione ai pesticidi sia in maniera acuta, sia cronica con effetti a breve e a lungo termine.

«Le diete sane principalmente vegetali, varie e provenienti da sistemi sostenibili, sono una chiave per risolvere il trilemma dieta-ambiente-salute. Passare dalle diete attuali a quelle vegetariane, infatti, ridurrebbe fino al 40% il rischio relativo di cancro, diabete e malattie cardiovascolari, ridurrebbe la mortalità globale fino al 23%», spiega Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia.

Perché quello dell’inquinamento da pesticidi è un problema che riguarda molto da vicino anche il nostro Paese.

Guardando ai dati raccolti dal Wwf, l’Italia è infatti al sesto posto nella top ten mondiale dei Paesi che utilizzano più pesticidi, con 114.000 tonnellate l’anno di circa 400 sostanze diverse. In Italia, una percentuale piuttosto alta (64%) di campioni è senza residui, ma un terzo dei cibi che arriva sulle nostre tavole ogni giorno è contaminato da pesticidi: la categoria più esposta è risultata la frutta.

Anche la contaminazione delle acque è preoccupante: nel 2019, l’Ispra ha evidenziato che il 25% delle acque superficiali e il 5% di quelle sotterranee sono risultate inquinate e con concentrazioni di residui oltre i limiti consentiti.

Pericolosi anche gli effetti a livello ormonale dei pesticidi con proprietà di interferenti endocrini, come ad es. alcuni insetticidi clorurati (lindano, dieldrin), le triazine (atrazina), i carbammati e il glifosato. Tutto ciò ha implicazioni non solo sociali ma anche economiche: è stato infatti calcolato che in Europa i pesticidi organofosfati, potenti interferenti endocrini, generano i costi sanitari maggiori, pari a 146 miliardi di euro l’anno.

«L’approccio agroecologico, come nel caso dell’agricoltura biologica, è il più efficace per ridurne l’impatto ambientale causato dai pesticidi, rispetto alla sola regolamentazione normativa o alla sola innovazione tecnologica – conclude Franco Ferroni, responsabile Agricoltura del Wwf Italia –  Il Wwf chiede alla Commissione Ue una seria riforma della direttiva Ue Pesticidi, rendendo vincolanti per gli Stati membri gli obiettivi della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030, vietando la pratica del diserbo chimico per l’agricoltura integrata e non rinnovando l’autorizzazione per l’uso del glifosato in tutti gli Stati membri, in scadenza nel mese di dicembre 2022. Al Governo il Wwf chiede, infine, una rapida approvazione del nuovo Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ormai scaduto dal febbraio 2019».